Arriva
il codice deontologico per gli insegnanti
Sole
24 Ore - 16 gennaio 2003
ROMA
- Per i docenti è in vista un "codice
deontologico". Ieri, infatti, sono stati
ufficialmente chiusi i lavori della commissione
nominata da Letizia Moratti nel novembre 2001. Non
è stato scritto il codice, ma sono state date le
prime direttive sull'operazione. Così la
questione ora si apre ufficialmente e, nelle
intenzioni del ministro, dovrà essere definita
dopo il confronto con il mondo della scuola. Il
gruppo di lavoro ministeriale - presidente
onorario è il cardinale Ersilio Tonini,
presidente operativo l'avvocato generale dello
Stato Plinio Sacchetto - ha fornito una serie di
indicazioni "di principio". A cominciare
dalla tanto discussa libertà di insegnamento che,
nelle intenzioni della commissione, dovrebbe
essere concepita non più come libertà a tutela
dell'interesse del docente, ma come difesa di un
interesse pubblico. In altre parole, si parla di
libertà "della funzione" docente, non
di quella del singolo insegnante. C'è da star
certi sul fatto che questa novità scatenerà
moltissime polemiche (ma anche consensi). Un altro
punto delicato riguarda la definizione di un nuovo
stato giuridico dei docenti: un elenco di diritti
e doveri che dovrebbe essere sancito con norme di
legge, escludendo la contrattazione con i
sindacati. Anche questo passaggio è molto
rischioso. In generale, infatti, scelte come
quella del codice dentologico e dello stato
giuridico non sono viste di buon occhio dai
sindacati, che devono - nella migliore delle
ipotesi - tollerare il fatto che interlocutori
riconosciuti diventano anche le associazioni
professionali. Proprio queste ultime, da tempo,
spingono per l'istituzione di codici deontologici
per la categoria. L'obiettivo generale, condiviso
e portato avanti anche dal ministro
dell'Istruzione, è quello di riconoscere il
lavoro docente come quello di un'autentica
professione: l'insegnante, insomma, è un
professionista. In questo senso, però, è stata
esclusa l'ipotesi - fatta inizialmente da alcuni
tecnici - di istituire l'ordine professionale dei
docenti, come quelli già esistenti delle libere
professioni. Concepire il docente come una
"figura professionale" nelle intenzioni
del ministero dell'Istruzione significa anche
sviluppare un'articolazione diversa, una
possibilità di carriera, di riconoscimento del
merito, di nuove responsabilità e di possibili
incentivi. Occorrerà vedere, in questo senso,
cosa dirà il nuovo quadro normativo del contratto
della scuola che sta per essere firmato (si veda
l'articolo a fianco). Altro problema: c'è il
rischio che il codice deontologico si trasformi in
un codice di disciplina? In teoria no, soprattutto
se la discussione è davvero aperta a tutti e se
il dibattito con le associazioni del mondo della
scuola eviterà, come è probabile, una scelta in
questo senso. Un fatto è certo: il "codice
deontologico" sarà fonte di discussioni
diffusissime. Del resto, se ne parla da anni. E
un'ulteriore spinta al dibattito sarà causata dal
fatto che si discute se questo codice debba
riguardare anche i dirigenti scolastici. Anche se
c'è già qualche associazione professionale che
lo sta mettendo a punto. M.LUD.
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