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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 

 

Arriva il codice deontologico per gli insegnanti

Sole 24 Ore - 16 gennaio 2003


ROMA - Per i docenti è in vista un "codice deontologico". Ieri, infatti, sono stati ufficialmente chiusi i lavori della commissione nominata da Letizia Moratti nel novembre 2001. Non è stato scritto il codice, ma sono state date le prime direttive sull'operazione. Così la questione ora si apre ufficialmente e, nelle intenzioni del ministro, dovrà essere definita dopo il confronto con il mondo della scuola. Il gruppo di lavoro ministeriale - presidente onorario è il cardinale Ersilio Tonini, presidente operativo l'avvocato generale dello Stato Plinio Sacchetto - ha fornito una serie di indicazioni "di principio". A cominciare dalla tanto discussa libertà di insegnamento che, nelle intenzioni della commissione, dovrebbe essere concepita non più come libertà a tutela dell'interesse del docente, ma come difesa di un interesse pubblico. In altre parole, si parla di libertà "della funzione" docente, non di quella del singolo insegnante. C'è da star certi sul fatto che questa novità scatenerà moltissime polemiche (ma anche consensi). Un altro punto delicato riguarda la definizione di un nuovo stato giuridico dei docenti: un elenco di diritti e doveri che dovrebbe essere sancito con norme di legge, escludendo la contrattazione con i sindacati. Anche questo passaggio è molto rischioso. In generale, infatti, scelte come quella del codice dentologico e dello stato giuridico non sono viste di buon occhio dai sindacati, che devono - nella migliore delle ipotesi - tollerare il fatto che interlocutori riconosciuti diventano anche le associazioni professionali. Proprio queste ultime, da tempo, spingono per l'istituzione di codici deontologici per la categoria. L'obiettivo generale, condiviso e portato avanti anche dal ministro dell'Istruzione, è quello di riconoscere il lavoro docente come quello di un'autentica professione: l'insegnante, insomma, è un professionista. In questo senso, però, è stata esclusa l'ipotesi - fatta inizialmente da alcuni tecnici - di istituire l'ordine professionale dei docenti, come quelli già esistenti delle libere professioni. Concepire il docente come una "figura professionale" nelle intenzioni del ministero dell'Istruzione significa anche sviluppare un'articolazione diversa, una possibilità di carriera, di riconoscimento del merito, di nuove responsabilità e di possibili incentivi. Occorrerà vedere, in questo senso, cosa dirà il nuovo quadro normativo del contratto della scuola che sta per essere firmato (si veda l'articolo a fianco). Altro problema: c'è il rischio che il codice deontologico si trasformi in un codice di disciplina? In teoria no, soprattutto se la discussione è davvero aperta a tutti e se il dibattito con le associazioni del mondo della scuola eviterà, come è probabile, una scelta in questo senso. Un fatto è certo: il "codice deontologico" sarà fonte di discussioni diffusissime. Del resto, se ne parla da anni. E un'ulteriore spinta al dibattito sarà causata dal fatto che si discute se questo codice debba riguardare anche i dirigenti scolastici. Anche se c'è già qualche associazione professionale che lo sta mettendo a punto. M.LUD.

 

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