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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

Granata avverte i presidi Chi inizia prima rischia

La Repubblica – edizione di Palermo – 11 settembre 2002



L´assessore alla Cultura premia gli studenti cervelloni e conferma la data di fine mese per l´apertura delle aule. Buono-scuola sotto i 14 milioni di euro

ALBERTO BONANNO

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Un premio per undici studenti–cervelloni per sancire la pax tra l´assessore Granata e il mondo scolastico. Una cerimonia informale e ricca di autoironia, svolta nei saloni di Palazzo d´Orléans, che per l´assessore regionale alla Pubblica istruzione è stata spunto di discussione sulla fine della «telenovela» sull´apertura ritardata delle scuole. Dopo la consegna di medaglie e libri agli undici studenti siciliani selezionati dalla scuola Sant´Anna di Volterra (Manuela Angelo, Annalisa Catania, Alessia Costa, Francesco Ferro, Giuseppe Fera, Daria Liberto, Mauro Licalzi, Fabrizio Renna, Salvatore Rinaldi, Giuseppe Salemi, Valeria Vecchio, tutti iscritti all´ultimo anno delle superiori), e quello che lo stesso Granata ha definito un «pistolotto» dedicato alla circostanza, ecco il punto della situazione. Che in sostanza è «cari presidi, indietro non si torna».

«La scuola siciliana non è solo degrado e fatti negativi - esordisce Granata - e questi ragazzi ne sono la prova vivente. E soprattutto non è solo polemiche, visto che in troppi casi la telenovela dell´apertura ritardata ha assunto toni inutilmente acri e ipercritici. Al mio provvedimento riconosco un limite, quello di non averlo concertato preventivamente con le organizzazioni sindacali, di non averlo ragionato con i rappresentanti della categoria. Ma ne ribadisco la validità, sia perché ci credo sia perché ci compete. Da quest´anno la scuola in Sicilia inizia il 30 settembre, e la realtà scolastica deve adeguarsi. La decisione della data di inizio delle lezioni compete al governo. Non si tratta di scelta autoritaria o "puerile" come ha detto il presidente dell´associazione regionale presidi. Così come rispetto l´autonomia, è giusto che i presidi rispettino le competenze».
E per le scuole - la maggioranza - che hanno deciso un´apertura anticipata? «È una scelta pienamente condivisibile - dice Granata - purché sia dettata da esigenze reali del piano di offerta formativa. Ho il sospetto che molti istituti abbiano deciso l´apertura anticipata solo perché in polemica con il governo. I tempi di emanazione del decreto non hanno consentito, nella maggior parte dei casi, la revisione del calendario secondo la procedura che permette la deroga dalle disposizioni della Regione. E cioè modificando il piano e sottoponendolo all´approvazione del collegio dei docenti e del consiglio d´istituto. Voglio vedere quante scuole chiuderanno a ottobre per la disinfestazione e quante inizieranno con gli organici completi. È bene che si sappia che chi ha scelto di aprire scavalcando la procedura, rischia di trovarsi senza copertura assicurativa degli studenti e di perdere un qualunque ricorso sul computo di assenze che possono non essere riconosciute come tali. E possono configurarsi anche ipotesi di danno erariale. Adesso nessuno ha intenzione di avviare azioni disciplinari, per carità, ma iniziare le lezioni in una data difforme da quella stabilita dalla legge, se non seguendo le procedure di legge, è una decisione totalmente illegittima».

Alla fine si parla del buono scuola, «che sarà destinato alle famiglie meno abbienti (con un reddito inferiore ai 28 milioni di vecchie lire) e amplierà la garanzia del diritto allo studio», e la cui discussione è iniziata in aula ieri. L´assemblea ha richiesto 48 ore per studiare il provvedimento. Non resterà l´unica iniziativa del genere, «perché - annuncia Granata - nei prossimi mesi faremo la stessa cosa con l´università e soprattutto con le scuole di specializzazione per insegnanti di sostegno. È impensabile che per superare il problema del numero chiuso, i laureati debbano conseguire il titolo a Trento. La Regione istituirà dei corsi post–universitari che permetteranno ai siciliani di specializzarsi in Sicilia».

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