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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

Sperimentazione le regole Anci

Il ministero: siamo d´accordo

Tra le richieste locali idonei e sezioni omogenee
MARIO REGGIO

La Repubblica – 12 settembre 2002


ROMA - Seconda doccia gelata sulla sperimentazione del ministro Moratti. Dopo le dure critiche del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione, nel giro di 24 ore, è arrivata la bocciatura dell´Associazione nazionale dei Comuni italiani. «La riforma del sistema scolastico è un processo troppo importante perché possa essere realizzato attraverso anticipazioni frammentarie e improvvisate - afferma Leonardo Domenici, presidente dell´Anci - la sperimentazione deve prevedere una puntuale verifica delle condizioni di fattibilità». Ecco le condizioni poste dall´Anci: sezioni con età omogenea compresa tra i 2 anni e mezzo e i tre anni e mezzo, con un rapporto educatori bambini come negli asili nido. Locali e servizi idonei. Assenza di liste d´attesa. Formazione del personale insegnante e ausiliario. Nuovo profilo professionale dei docenti. Rielaborazione del programma dell´offerta formativa. Trasformazione ambientale degli spazi, adeguamento delle mense ai parametri legati all´età, sostegno ai disabili. Una presa di posizione che trova d´accordo tutte le organizzazioni sindacali della scuola. E il ministero? Incredibile ma vero è d´accordo con l´Anci. «Le osservazioni e le condizioni dell´Anci sono condivise dal ministero», si legge in un laconico comunicato. È la conferma delle voci che circolano da alcuni giorni: il ministro ha deciso di puntare tutto sulla sperimentazione alle elementari. E ieri il Cnpi è tornato alla carica. Vuol vederci chiaro sull´intesa firmata dal ministero con la Lombardia che hanno autorizzato l´iscrizione ai centri di formazione professionali privati dopo la terza media. Una scelta che farebbe scattare sanzioni amministrative nei confronti dei direttori regionali perché la legge prevede l´obbligo scolastico

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