Villari:
sciocchezze in quei testi il pluralismo c´è
Professori
autonomi, la garanzia è il confronto delle
idee"
ma quale egemonia Non è vero che la sinistra ha
sempre dettato legge. Penso al liberale Saitta e
al cattolico De Rosa, a Spini, a Chabod, a Romeo
La
Repubblica - 12 dicembre 2002
ALESSANDRA
LONGO
ROMA - L´occhio a triangolo del Minculpop
berlusconiano che controlla i testi cosiddetti «faziosi»
e li neutralizza prima che inquinino le scuole.
Liste di buoni e cattivi estensori. Si vagheggia
una storia di destra, evocante gulag e foibe, a
sostituzione di una storia giudicata di sinistra,
ridondante Resistenza. É l´indirizzo che esce
dalla Commissione cultura presieduta da Ferdinando
Adornato, Forza Italia. Rosario Villari, storico,
è quasi imbarazzato nel commentare.
Professore, ha sentito? Il centrodestra vuol
cambiare registro. Come lo vede il controllo del
ministero sui libri di storia?
«Lo trovo una cosa priva di senso. Un intervento
politico amministrativo che abbia la pretesa di
stabilire il corretto apprendimento del passato e
l´insegnamento della cosiddetta verità storica
fa pensare ai criteri di controllo e di uniformità,
imposta e ufficiale, adottati, con esiti
disastrosi per la cultura e la società, dai
regimi totalitari, dal fascismo e dai sistemi
comunisti».
Eppure, per la destra è una sorta di ossessione,
inseguono la riscrittura della storia, adesso l´operazione
è affidata al governo.
«Ma chi dovrebbe stabilire la verità storica? Il
ministro? Un funzionario? Io so che il giudizio
storico nasce solo dalla libera ricerca svolta in
una dimensione internazionale, nasce dal libero
confronto delle idee, che la scuola deve recepire
con la più piena e completa autonomia. Definire,
come si fa in questa risoluzione, un intervento
politico amministrativo in questa materia,
ritenerlo la condizione per un confronto
democratico e liberale, è una beffa insieme
ridicola e pericolosa».
Lei dice: la scuola deve scegliere in autonomia.
Ma il centrodestra non si fida degli insegnanti,
la gran parte dei quali, secondo il forzista
Garagnani, primo firmatario della risoluzione, «sono
riconducibili alla sinistra». Editori faziosi,
libri faziosi, docenti faziosi, loro la pensano
così.
«Ma
Garagnani li ha letti questi libri? Respingo al
mittente le accuse. Solo durante il fascismo c´erano
due testi ufficiali, il Silva e il Maranesi. Dopo
la seconda guerra mondiale abbiamo avuto una
storiografia ricca, una pluralità di voci. Autori
diversi, con posizioni culturali diverse, al di là
delle etichette politiche».
Il centrodestra evoca lo spettro di 50 anni di «egemonia
della sinistra»...
«Non è vero. Penso a Saitta, un liberale,
interessato ai movimenti politici; penso a De
Rosa, cattolico; a Giorgio Spini, e al suo
interesse per la storia della Chiesa e del
Protestantesimo, a Federico Chabod... E Rosario
Romeo, uno dei nostri maggiori studiosi di storia
nazionale, che cos´era? Non era un comunista, era
un liberale».
Secondo lei che idea di storia hanno in mente i
promotori di questa risoluzione?
«Non lo so, non capisco. Hanno una visione di
comodo del passato. Vogliono scrivere altri testi?
Li scrivano ma lascino poi agli insegnanti piena
autonomia nella scelta. La storia si affronta in
un clima di libertà, creando le condizioni
favorevoli alla ricerca e all´analisi ».
Si sente nella lista nera degli autori?
«Non mi sono posto la questione. Io sono sempre
pronto a parlare di storia con chiunque, senza
pregiudizi».
Pensa, come i forzisti della commissione cultura,
che intere generazioni siano state rovinate dai
libri faziosi?
«Questa la trovo una follia». |