Docenti
religione nei ruoli statali
Approvato dalla camera il ddl sullo stato giuridico.
Italia
Oggi– 16 luglio 2003
Gli insegnanti di religione entrano a scuola. Per
tutti gli altri supplenti, invece, il futuro resta
ancora incerto. Giornata storica, quella di ieri,
per i circa 20 mila docenti italiani che insegnano
religione. Con il via libera definitivo da parte
della camera, del disegno di legge Ac 2480-b
(Norme sullo stato giuridico degli insegnanti di
religione cattolica degli istituti e delle scuole
di ogni ordine e grado), viene infatti data agli
insegnanti la possibilità di essere inseriti nei
ruoli statali dopo il superamento di un apposito
concorso. La prima sessione di questo concorso,
però, sarà riservata solamente a quei docenti
che abbiano all'attivo un periodo di servizio di
almeno quattro anni negli ultimi dieci. Resta
inoltre sempre in capo alla diocesi, la potestà
di pronunciarsi sull'idoneità del docente di
religione all'insegnamento.
Con la legge appena approvata, peraltro contestata
da parte della sinistra (a favore si sono espressi
i deputati della Cdl, Margherita e Udeur; contro
Ds, Rifondazione, Pdci, Sdi e il deputato
repubblicano Giorgio La Malfa), viene sanata la
posizione di migliaia di docenti precari, il cui
contratto veniva di anno in anno rinnovato sulla
base del placet della diocesi. Ora, invece, lo
stato a tutti gli effetti riconosce loro lo status
di insegnante di ruolo. ´Si trattava di sanare
una situazione che, di fatto, rendeva i docenti
dell'insegnamento di religione gli ultimi precari
legali della scuola italiana', ha commentato
Riccardo Pedrizzi, vicepresidente della consulta
etico-religiosa di An. Provvedimento bocciato
invece da Cgil Scuola. ´Due pesi e due misure: i
docenti di religione, primo caso nella storia
italiana per chi insegna una materia facoltativa,
sono immessi in ruolo, mentre non c'è nessuna
decisione per gli altri precari della scuola', ha
scritto in una nota Enrico Panini, segretario
della Cgil-Scuola, commentando la legge. La
critica prende le mosse anche dalla nuova
bocciatura che il Tar del Lazio avrebbe inflitto
in queste ore al nuovo decreto del ministero delle
istruzione sulle graduatorie permanenti. I giudici
amministrativi avrebbero riconosciuto fondati i
ricorsi dei docenti precari contro i nuovi
punteggi adottati dalla Moratti per il nuovo anno,
concedendo la sospensiva del decreto ministeriale
Sulle graduatorie ´serve certezza del diritto'.
Lo sostiene il segretario dello Snals-Confsal,
Fedele Ricciato, giudicando ´paradossale che lo
scontro fra docenti aspiranti alle nomine si
consumi nelle aule giudiziarie'.
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