IL VOLTAFACCIA E LA CONNIVENZA

 

Editoriale n. 18 dell’8 aprile 2001

di Paolo Quintavalla

 

Adesso abbiamo anche il documento che ratifica e sancisce il clamoroso voltafaccia del Governo. Si chiama “INTEGRAZIONE DELL'ATTO DI INDIRIZZO PER IL C.C.N.L. DEL PERSONALE DIRIGENZIALE SCOLASTICO DELL'AREA V, COSTITUITA AI SENSI DELL'ACCORDO QUADRO PER LA DEFINIZIONE DELLE AUTONOME AREE DELLA DIRIGENZA, RELATIVO AL BIENNIO 2000-2001 PER LA PARTE NORMATIVA ED ECONOMICA”. Tutto questo lungo titolo per dirci ciò che già sapevamo e cioè che avremo l’allineamento retributivo con le altre dirigenze pubbliche nel prossimo contratto. E pensare che solo tre mesi fa l’Atto di Indirizzo ora integrato – ma sarebbe più corretto dire peggiorato – conteneva l’esplicito riconoscimento di quel principio e l’invito all’Aran a perseguirlo e realizzarlo. Tutti – almeno a parole - avevano osannato quel testo. In più, inoltre, dopo due mesi le parti sindacali avevano concordemente abbandonato in modo plateale le trattative giustificando la “rottura” proprio con il fatto che l’esiguità delle risorse messe in campo non permetteva l’allineamento.

Ho pensato, ingenuamente, che di fronte a questo rovesciamento di posizioni le OO.SS. sarebbero state coerenti e ferme nell’esigere dal Governo il rispetto dei patti e degli impegni assunti. Invece, alla prima occasione una parte di esse ha dimostrato che i solenni proclami erano solo di facciata, riti cartacei dissolti nel vento dei bla-bla-bla. In termini tecnici questo atteggiamento si chiama “connivenza” ed è il gioco delle parti che hanno spudoratamente realizzato sulla nostra pelle. Non hanno nemmeno finto di combattere perché, evidentemente, si erano già accordati sottobanco. Il Governo afferma che l’avvicinamento è “consistente” e i sindacati confederali ripetono che sono “soddisfatti” perché i risultati sono “apprezzabili”. Il Ministro della Funzione Pubblica quantifica gli aumenti retributivi concessi quasi in modo trionfalistico ma tace, ovviamente, su quanto ancora manca per il completo allineamento. E sarebbe vano cercare nei documenti ufficiali di CGIL-CISL-UIL una qualsiasi quantificazione dello scarto tra le nostre retribuzioni e quelle degli altri dirigenti. Del resto non hanno mai scritto in modo esplicito l’entità delle risorse economiche necessarie per stipulare positivamente il contratto. Forse è meglio così perché li toglie dall’imbarazzo di dover spiegare ai loro dirigenti iscritti che, in realtà, esprimono soddisfazione e apprezzamento per questo gran bel risultato: l’allineamento al 57% rispetto alla retribuzione dei dirigenti di seconda fascia dell’Area1!

E in questa situazione, così incerta e confusa e così mortificante per le sorti della nostra categoria, che posizione assume o sta assumendo l’ANDIS? Non sarà il caso di rivolgersi alla nota trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. Parafrasando un noto film di Nanni Moretti – ricordate il “Dicci qualcosa di sinistra! - non sarebbe il caso di chiedere: “Dicci qualcosa da dirigenti!”. L’ultimo segno di vita risale al 28 marzo scorso ma, probabilmente versava in stato confusionale se è vero che ha lasciato un biglietto con scritto quanto segue: “La situazione di incertezza e di disagio che vivono i dirigenti scolastici italiani a seguito della perdurante assenza del contratto non può durare all'infinito. La mancanza della fondamentale legislazione pattizia rende sempre più precario l'esercizio della professione con danno gravissimo per la scuola. La mancata chiusura del contratto entro tempi brevissimi rischierebbe di mantenere i colleghi in una pericolosa situazione di stallo ancora per tanto tempo e con esiti imprevedibili. Siamo pertanto convinti, e ci impegneremo in tal senso, che il contratto vada siglato al più presto e con il maggior vantaggio possibile per i dirigenti scolastici e per la scuola dello Stato.” Non una parola sul voltafaccia. Non una parola sulla volontà di costringere il Governo a mantenere i patti violati. Non una parola sullo scarto retributivo da colmare. Non una parola per fare appello all’orgoglio e all’indignazione della categoria che è quanto dire “Perdiamo pure senza combattere”. Solo questa maledetta quanto infondata fretta di concludere un contratto – ora lo sappiamo bene – al ribasso.

Visto che l’ANDIS associa una parte non trascurabile della nostra categoria non è ininfluente una scelta in un senso oppure nell’altra. Ma la sua storia passata e recente e le ultime prese di posizione lasciano presagire che non saprà svincolarsi o distinguersi dal suo tradizionale collateralismo sindacale che lo consegna ad una sostanziale subalternità. Peccato! Anche se spereremmo volentieri in un sussulto di autonomia che, purtroppo, non verrà.

In questo momento è da registrare, tuttavia, con apprezzamento la posizione dello SNALS e la sua ritrovata iniziativa. Il neo segretario Fedele Ricciato ha affermato che “I dirigenti scolastici meriterebbero almeno una lira in più rispetto agli altri dirigenti” riconoscendo con ciò il peso delle responsabilità che gravano su coloro che sono impegnati in rilevanti processi di innovazione e riforma del sistema, sconosciuti in altri comparti. Tutti attendiamo ora coerenza rispetto a queste affermazioni.

Anche volendo è impossibile ignorare questo risultato gravemente negativo per la nostra categoria. Adesso, tuttavia, è già pronto il rimedio. Non vedete che è già partita la campagna di disinformazione? Questa campagna si sostanzia di argomentazioni del genere:

·        meglio l’uovo oggi della gallina domani” cioè accontentiamoci di pochi soldi ma subito piuttosto che… Si dimentica che la gallina ancora una volta promessa è incerta.

·        il risultato è, in sostanza, apprezzabile (bella stima del sé hanno certi dirigenti scolastici!). Responsabili al 100% ma pagati al 57%!

·        se non si firma si perde tutto. Questo argomento è falso e rasenta il terrorismo psicologico. Le risorse già acquisite non possono essere sottratte, ci mancherebbe altro!

·        chi non firma si assume una grave responsabilità. Qui si ribaltano semplicemente le posizioni. Non si dice nulla sulle responsabilità di chi firma.

·        l’allineamento retributivo ci sarà tra pochi mesi, sarà conseguito nel 2002. Qui siamo di fronte ad una favoletta ad uso degli ingenui. Lo sanno tutti che le trattative contrattuali si riaprono, di fatto, molto tempo oltre la scadenza dei vecchi contratti. Nella migliore delle ipotesi se ne parlerà, quindi, nel 2004!

La responsabilità, ovviamente, viene fatta ricadere su chi rifiuta il voltafaccia e respinge la connivenza. Sono coloro che protestano – pensate un po’ – ad essere privi di realismo! Sono coloro che rifiutano i pesci in faccia – pensate un po’ – ad “assumersi la responsabilità di fronte alla categoria” non coloro, beninteso, che tengono bordone…

Confido che la categoria sappia discriminare con nettezza chi opera per la tutela dei suoi interessi e per il rispetto della sua dignità e chi, invece, non esita a svenderne le ragioni.