Dutto:
«A 16 anni non basta uno stipendio, anche se
buono»
Corriere
della Sera - 14 gennaio 2003
Il
responsabile dell’Ufficio scolastico: «Decisivo
il rinnovamento delle materie»
MILANO - A naso, a fiuto , le famiglie decidono
dove iscrivere i figli. Spesso il curriculum
scolastico non segue più le mode del momento. Le
scelte percorrono binari molto pratici. E più si
allarga la base della popolazione scolastica non
è detto che l’orientamento debba rivolgersi
verso sofisticati studi superiori o master. Anzi.
La tendenza che muove i giovani, o le loro
famiglie, sembra essere quella di sbrigarsi con la
scuola. L’obiettivo è «presto, tanto e subito».
I dati presentano un quadro contradditorio. Dove
sembrava che il benessere ormai consolidato
dovesse invitare a studi elitari, succede il
contrario. Il ragioniere batte il geometra e
persino l’ingegnere. Il diplomato taglia in
fretta il traguardo del posto fisso, il ragazzo
con la licenza di scuola media sorpassa i coetanei
ancora chini sui libri, nel comune obiettivo del
posto e di uno stipendio sicuro. A soffrire
sembrano i laureati, i possessori di licenze
liceali umanistiche o chi sceglie discipline
magari raffinate ma poco appetite dal mercato.
Mario Dutto, direttore dell’Ufficio scolastico
per la Lombardia, conferma in parte il quadro.
«La prevalenza dell’indirizzo amministrativo si
spiega però anche con il rinnovamento immesso
nelle materie scolastiche, più inerente alle
esigenze del mercato. Uno spettro di riferimento
più ampio, che so, rispetto a quello di un
geometra e , al limite, anche di un ingegnere. Il
diploma che resta un mercato intermedio, riflette
così alcuni aspetti paradossali della Lombardia.
Contrassegnati dall’alta qualità della vita con
le relative esigenze, che non corrispondono a
fenomeni culturali adeguati. Il nostro sforzo è
trovare un ritorno a scuola anche per gli adulti.
Un rapporto di sinergia, di alternanza, tra studio
e lavoro. Non basta il buon stipendio a sedici
anni».
Pietro Pacchioni
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