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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

 

L’anonimo cigiellino

Fonte: sito web Apef - 3 marzo 2003

Evidentemente abbiamo fatto centro. Non si spiega diversamente il più che evidente nervosismo che serpeggia nelle file di (quasi) tutto il sindacalismo scolastico da quando abbiamo firmato il protocollo d’intesa con la nuova Anp. Sui siti sindacali si susseguono note e commenti dai toni più disparati, ma tutti con la manifesta intenzione di spiegare agli insegnanti quanto sia pericolosa, brutta e cattiva (e magari, monicellianamente parlando, anche sporca) la nuova via imboccata dall’ Apef in accordo con l’Anp.

Ma una nota, in particolare, ci ha colpito per la sua stizza, per la frettolosità delle argomentazioni (e, talvolta, anche della sintassi), per il bisogno trasparente di demonizzare, di usare sottintesi, di far dire agli altri quello che non dicono, ecc. E’ comparsa il 28 febbraio, ad opera di  anonimo, sul sito Cgil. Ad essa diamo qualche risposta nelle parti che abbisognano di chiarimento (perchè, appunto, oscure nell’argomentazione). Per le altre i colleghi sapranno farsi un’idea precisa pur senza il nostro intervento.

Ci accusa dunque l’anonimo cigiellino, di:

1)      aver fatto passi indietro rispetto alla nostra impostazione originaria

2)      non chiedere “salari” europei

3)      chiedere “carriere” e, contemporaneamente, attaccare “gli articoli del contratto che intendono rinnovare”

4)      appiattirci sul Governo, “chiedendo” anziché “rivendicando”, e “tuffarci” negli anni ’50.

Vediamo di fare un po’ di luce, non prima, però, di aver reso noto (che volete, con questi è indispensabile mettere le mani avanti), che parliamo per noi (Apef) e non per l’Anp, che non ha bisogno, certamente, di tutori.

1)      ebbene si, gentile anonimo cigiellino, abbiamo fatto un passo indietro. Non avremmo pensato che gli Insegnanti italiani avessero ad un certo punto bisogno dell’intervento dell’Associazione Dirigenti per raggiungere certi risultati. Ma la storia sindacale degli ultimi anni ci ha tolto l’ultima speranza. Nessuna delle Organizzazioni che oggi vantano il requisito di rappresentatività si muove sul versante della professionalizzazione del corpo docente, tutte essendo impregnate di vetero egualitarismo impiegatizio. Tutte interessate a mantenere i loro  apparati; tutte, loro si, tutte, spasmodicamente protese alla ricerca del mantenimento dello status quo attraverso la connivenza di pezzi dell’amministrazione.

E allora abbiamo deciso di trovare alleati, anche esterni alla categoria, per chiedere un contratto separato per gli insegnanti e un sistema di diversificazioni e di carriere.

Parafrasando un testo che il nostro certamente conosce, abbiamo fatto un passo indietro. Per farne due avanti. 

2)      è vero, astuto cigiellino, non abbiamo chiesto “salari” europei. Né mai lo faremo. Per il semplice motivo che, quando sarà tempo e luogo, e non certo nell’ambito di una lettera il cui obiettivo è quello di spiegare una situazione, non certo quello di stilare una piattaforma rivendicativa, noi chiederemo “stipendi” europei.

Capisco che la risposta,  d’emblèe, non la convinca troppo, ma se è disposto ad uno sforzo sovrumano (per lei, dico) per astrarsi dal suo linguaggio tardo operista, forse capirà cosa intendiamo.

3)      e quali sarebbero gli articoli “innovativi” del contratto, quello sul concorsaccio? quello sulle “funzioni obiettivo”? Se a questi lei si riferisce, le ricorderò il Principe de Curtis:

      Ma mi faccia il  piacere!

4)      infine, gentile anonimo, capisco che sia tipico del suo metro logico-culturale ritenere che il manifesto fondativo di una esperienza associativa debba per forza contenere l’individuazione del  “nemico”, di classe o politico che sia. E che se non ci sono attacchi virulenti ( rafforzati magari dalla tradizionale “rivendicazione”) contro il nemico, lei ne deduce l’appiattimento sullo stesso, in questo caso se ho ben capito, il Ministro Moratti. Nulla di strano. Una modalità sindacale del genere, un tantinello stantia, direi (questa si, da anni ’50), ancora sussiste. La sua Cgil,  i Cobas, l’odierna gilda e  pochi altri, ne siete residua testimonianza. L’ideologismo ancora cova, qua e là, nonostante il procedere dei tempi e della storia. Solo che, vede, a noi strillare piace poco. E’ faticoso, e quindi ne facciamo uso limitatissimo. Centellinato. Lo riserviamo ai momenti cruciali. Per esempio per mandare all’aria norme come quelle del concorsaccio. 

Diversamente da chi, invece, è abituato (facendo politica, più che sindacato)a starnazzare  quando governano gli altri, e a limitarsi a mugugnare, o addirittura tacere quando è la parte amica a  decidere.

 Se ne ha a male se le ricordo i tagli delle finanziarie dal ‘97 al 2000? O la legge 62 del  2000 che dà il via ai finanziamenti della scuola privata ? Ha dimenticato chi ha concesso la Dirigenza e l’area contrattuale specifica ai Presidi? E, soprattutto, si ricorda chi era al governo e chi ha firmato il contratto che ha allontanato enormemente gli stipendi degli insegnanti italiani da quelli europei col passaggio degli scatti di anzianità a due a sei anni? Quanti scioperi ha indetto la sua organizzazione all’epoca?

E’ tutto, anonimo cigiellino. Almeno per il momento. Sappia, in ogni caso, che noi a lei ci teniamo, anche se ci dipinge quasi come la peste del millennio. Perché, seppure involontariamente, ci consente di capire quel che non dobbiamo dire e fare. E dunque ci indica, in un certo qual modo, barlumi di verità. E’ Eraclito, come lei certamente ricorderà. E’ Hegel.

Con viva cordialità,

Sandro Gigliotti

P.S. Avrà notato che ho evitato di risponderle sul tema “moraleggiante” degli esoneri. Il moralismo è sempre stata l’estrema risorsa di chi non ha altri argomenti. Non è dunque la mia.

Però, se insiste…. 

SG

  

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