CONTRATTO SCUOLA NELLA
LOGICA DELLA CONSERVAZIONE:
aumenti a pioggia e
nessun riconoscimento della professionalità
COMUNICATO STAMPA
Fonte:
sito web APEF – 17 maggio 2003
Lo avevamo previsto. Dopo
la lettura delle piattaforme contrattuali dei
sindacati rappresentativi,* eravamo stati facili
profeti a prevedere che nulla avrebbe potuto un
Atto di indirizzo del Governo, che pure
raccomandava la necessità di un riconoscimento
della professionalità docente in termini di
individuazione di funzioni più complesse e di
carriera, necessarie all’attuazione della
Riforma.
Analoga situazione si
era verificata con il contratto del ’98. Ora,
oltre all’aggravante che sono passati quattro
anni, l’Autonomia nelle Scuole è avviata da tre
e la Riforma degli Ordinamenti è stata approvata,
c’è pure un Governo che nei suoi programmi
elettorali aveva fatto del riconoscimento e della
valorizzazione professionale degli insegnanti un
elemento qualificante che aveva fatto ben sperare
almeno la parte più avvertita della categoria.
Niente di fatto, nemmeno questa volta. Per
la professionalità docente, solo la
riverniciatura nominalistica delle Funzioni
Obiettivo ribattezzate Funzioni strumentali
all’offerta formativa, sempre scelte con
l’improprio metodo dell’elettività.
E’ evidente che si
doveva chiudere prima delle elezioni, ne hanno
interesse tutti.
Ma il
rimando all’ennesima commissione MIUR-ARAN-OOSS,
una costante di quasi tutti i contratti
precedenti, che valuti la possibilità, qualora ci
siano i fondi,
di istituire meccanismi di carriera, ci
lascia totalmente indifferenti.
Per due motivi: il primo è che nessuna di
queste commissioni post-contratto, ha poi mai
prodotto nulla. E’ solo un blando anestetico per
tacitare gli scontenti e un alibi per ARAN e
Ministero. Il secondo motivo è che i soggetti
sono gli stessi e se avessero voluto veramente
fare di questo un contratto innovativo, che fosse
aderente alle Riforme in atto, modificando
necessariamente gli assetti del lavoro
professionale degli insegnanti che devono
attuarle, hanno avuto sette mesi di tempo per
farlo..
E’ evidente che i
tempi supplementari sono scaduti.
Ci dispiace per gli
incoraggiamenti del Ministro Moratti, ma questo
contratto ripropone la solita immagine sdrucita
dell’insegnante-impiegato in una scuola che si
vuole mantenere ancora come luogo esclusivamente
della “democrazia partecipata” e
sindacalizzata anziché come il luogo della
professionalità autogestita e responsabile..
Prova ne è anche il fallito tentativo di
ridimensionamento delle prerogative delle RSU.
Certo
la parte economica non è irrilevante, soprattutto
se confrontata con il resto del
Pubblico Impiego ma, nel solco
di quanto detto sopra, è distribuita a
pioggia.
Ci dispiace Signor
Ministro, siamo scoraggiati e molto.
L’APEF pertanto chiede
nuovamente e con forza al Governo e al Parlamento
di sottrarre il destino giuridico, normativo e
professionale della categoria docente da una
contrattualizzazione ingessata e di riappropriarsi
in tal senso delle sue prerogative legislative.
Diversamente, siamo
più che certi che nessuna Riforma del sistema
Istruzione potrà mai avere gli strumenti
necessari per una sua positiva
e compiuta realizzazione.
Roma 17 Maggio 2003
Per
l’ A.P.E.F. il presidente, Paola Tonna
i
|