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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 

LEGGE 626  E  SICUREZZA

Adesso anche il carcere ! !

 Fonte: sito web ANP  Latina- 14 gennaio 2003


Accade ad una Collega Dirigente di essere condannata a 30 giorni di carcere (pena poi commutata in una multa di 1.200 Euro) per avere . . . . chiesto l’intervento dell’Ente Locale per rimuovere una situazione di pericolo che lo stesso Ente, dopo un sopralluogo, non aveva rimosso. 

Ciò non accade in Papuasia (ovviamente con tutto il rispetto per questa regione della Nuova Guinea Sud-Orientale e citata solo per fare un esempio) ma in ITALIA, dalle parti di Milano.

Nell’esprimere la solidarietà alla nostra Collega, cogliamo l’occasione per fare il punto, più in generale, sulla situazione dei “Datori di Lavoro” (Dirigenti Scolastici) individuati da questa Legge:

  1. Pare che gli Enti preposti ai controlli, giusti e sacrosanti, abbiano più interesse a comminare multe e sanzioni e non ad impegnarsi per risolvere i problemi obbligando gli Enti proprietari ad eseguire gli interventi necessari ad eliminare i rischi.
  2. Pare che le multe e le sanzioni comminate sorreggano i solai, i vetri, le scale, gli ascensori, gli impianti ecc.; mentre si consente, in barba alla Legge, che di proroga in proroga (l’ultima scadrà nel 2004) gli Enti dormano sogni tranquilli (salvo disastri per cui si mobilitano tutti per una caccia . . . . alle streghe !)
  3. Bisogna dire con chiarezza che le norme sulla sicurezza sono carenti, non perché non sono abbastanza prescrittive, ma perché lo sono troppo ed in modo indifferenziato e, quindi, non in grado di adeguarsi alle diversità esistenti; la Scuola non può e non deve essere paragonata ai luoghi di lavoro dei cantieri dell’alta velocità o delle centrali nucleari o delle fabbriche meccaniche o chimiche.
  4. La Legge 626 consentiva, e lo consente ancora, di emanare norme applicative differenziate per le situazioni di rischio moderato; lo Stato non solo non vuole differenziare i rischi tra luoghi di lavoro diversi e, anche all’interno della stessa tipologia di luoghi di lavoro, differenziare situazioni di rischio diverse (La Scuola dell’Infanzia non è uguale all’IPSIA o all’ITIS), ma non stanzia le risorse per finanziare gli interventi: si limita a concedere proroghe così che la sicurezza nelle Scuole continua ad essere fatta di carte ! !
  5. Si rasenta l’assurdità di punire la mancanza di un cartello di pericolo o di indicazione mentre “diventa legale”, per esempio, la carenza statica di un edificio o  la mancanza di messa a terra, o altro ! !
  6. Abbiamo da sempre affermato e lo ribadiamo ancora una volta, a tutti i livelli, che i Dirigenti non possono e non debbono essere gli unici chiamati a rispondere in un contesto in cui la Legge consente ad altri di   far utilizzare edifici che non sono rispondenti, molto spesso, ad alcuna norma di sicurezza.

E’ necessario, a modesto parere,  coinvolgere, a tutti i livelli, la Regione, le Provincie, i Comuni, gli Ispettorati del Lavoro, le ASL, i Vigili del Fuoco, la Direzione Regionale, le Forze Sindacali, le  Associazioni/Consorzi delle Scuole, con lo scopo di  addivenire a Protocolli di Intesa in vista  di collaborazione su iniziative di comune interesse, prima fra tutte, quelle relative alla sicurezza (Piani a breve-medio-lungo periodo).

Alla Scuola è necessario restituire il ruolo della formazione dei cittadini attraverso la costruzione della cultura della sicurezza e della prevenzione, ad altri va affidato, e ne devono rispondere, il compito di rendere sicure le strutture con gli interventi necessari perché i poteri e le risorse per intervenire sulle strutture non risiedono certamente nella figura del “Datore di Lavoro” Dirigente Scolastico.

PALELLA- Presidente sezione provinciale Anp - Latina



 

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