Il terremoto del 7 e 11 maggio 1984

 

 

Alle ore 19,57 di lunedi 7 maggio 1984 un boato sordo attraverso violentemente tutta la zona dell'Alto Sangro fra cui Palena. Era l'incubo del terremoto che si riaffacciava dopo la famosa scossa del settembre 1933. Il terremoto fu del settimo/ottavo grado della scala Mercalli e la scossa durò una decina di secondi. Il suo epicentro fu in San Donato Val di Comino ai confini fra Abruzzo e Lazio. Tutta la regione montuosa della Maiella risentì violentemente del sisma che interessò zone da Alfedena fino alla costa adriatica. Il terremoto colse completamente di sorpresa i palenesi che si apprestavano a quell'ora a cenare. La gente si riversò nelle strade terrorizzata percependo fra i calcinacci per le strade già i danni che si riscontravano fra i muri e fra i cornicioni delle case. Subito dopo subentrò il panico fra la popolazione che ovviamente non voleva rientrare nelle case. I soccorsi della Protezione Civile (dicastero allora diretto da Giuseppe Zamberletti) non mancarono e fu istituita una tendopoli al campo sportivo insieme a numerose roulottes. Furono giorni di profonda angoscia con la consapevolezza che fra le apparenti mura intatte di molte case si celavano già danni profondi che in prativa avevano reso metà delle case del paese inagibili.

Ma alle 12,45 di venerdi 11 maggio una nuova violenta scossa, anche più forte della precedente, con epicentro il Parco d'Abruzzo, sconvolse di nuovo Palena e i paesi vicini assumendo le caratteristiche non delle scosse tipiche dello sciame sismico ma quelle di una vera e propria replica di uguale o addirittura superiore intensità sismica cogliendi di sorpresa tutti i sismologi.

L'antico Municipio in piazza fu sgomberato e trasferito, e purtroppo anche le antiche chiese della Madonna e di San Francesco riportarono gravi danni da renderle inagibili, quest'ultima ancora chiusa al pubblico. La chiesa della Madonna è stata riaperta restaurata solo poche settimane fa.

Palena uscì poco a poco da quei giorni d'angoscia dando inpulso, a partire da allora, anche grazie a provvedimenti legislativi, ad una lenta ma continua opera di ricostruzione e riconsolidamento del patrimonio urbano di Palena. Rimane di quei giorni come aver toccato e per molti "ritoccato" con mano quella terribile sensazione che dopo tutto ogni cosa è appesa ad un filo ed al destino. E per Palena quelle settimane, in cui ancora si ricordano alcuni titoli di giornali che recitavano ".... Palena evacuata dalla popolazione..", significano tutt'oggi un segno indelebile che lascia per insegnamento il bisogno della solidarietà e di attaccamento alla propria terra natia che prevale nei momenti drammatici

 

 

Alcuni scatti effettuati pochi minuti dopo la scossa delle 12,57 di venerdi 11 maggio '84. La gente si è riversata in piazza in preda al panico.

 

Appena dopo la scossa Francesco Mascetta e la moglie (ancora con il camice) abbandonano precipitosamente il negozio di alimentari.

 

Antonio Corvino insieme a tanti altri lascia Palena con l'auto in tutta fretta. La seconda scossa ha spazzato ogni piccola tranquillità riconquistata dopo il 7 maggio.

 

Ancora momenti di panico in piazza dopo la seconda scossa.

 

E' passato qualche giorno dalle scosse e i "celebri.." della piazza parlano... e riparlano un pò attoniti.

 

Antonio Corvino fra le transenne che impedivano l'accesso in piazza Municipio... (ma da quel giorno non si potrà chiamare più effettivamente così) in quanto il Municipo abbandonò l'edificio che lo ospitava da più di un secolo.

 

La tendopoli installata al campo sportivo per le famiglie che dovettero abbandonare le loro case.

 

Una foto emblematica di uno scorcio della piazza alle 11 di mattina. Un cane sembra quasi lì a presiedere la piazza in cui nessuno passava...

 

Le roulottes della protezione civile nei pressi del campo sportivo.

 

Luigino Rapa mentre vaga disorientato in una piazza dove ormai tutte le serrande erano abbassate.

 

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