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«Quel frate è un santo»

MACERATA — Odore di santità per Padre Damiano Sfascia da Cingoli. Nel convento dei Cappuccini di Macerata è già stata istruita la pratica per la beatificazione del sacerdote, morto il 23 agosto del 1936, e il vescovo ha già dato l'assenso per l'avvio dell'iter burocratico.
Il religioso, nato a Villa Strada di Cingoli il 6 maggio 1875, è attualmente seppellito nel loculo 1671 del cimitero di Macerata. Padre Damiano vestì il saio a soli 18 anni e si distinse subito per spirito di mortificazione, umiltà e laboriosità. Ma non sono solo queste le ragioni che oggi spingono la comunità maceratese a chiederne la beatificazione. Con la sua testimonianza, infatti, coinvolse confratelli e fedeli arricchendo il proprio cammino di guarigioni, estasi e profezie.
Nella ricca biografia, curata da Padre Clemente Borri, si narra di una volta in cui il sacerdote, recatosi a Sforzacosta, scacciò da un ossesso Satana. Il demonio, sconfitto e pieno di rabbia, si vendicò sul frate causandogli, mentre stava ritornando al convento, una ferita alla gamba. Gli specialisti diagnosticarono che sarebbe presto rimarginata ma, in realtà, la ferita lo tormentò fino alla morte. Padre Damiano, conoscendo l'origine di quanto lo affliggeva, in proposito spiegava:
«Per questa piaga non c'è rimedio, non esiste medicina».
Infine, quando il suo corpo fu traslato nell'attuale loculo venne ritrovato incorrotto, nonostante fossero passati molti anni dalla sepoltura. Sulla sua tomba i devoti hanno continuato nel tempo a pregare fiduciosi, ottenendo conforto e grazie documentate.

Alessandra Fermani dal Resto del Carlino Macerata del 21-3-2002