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   FEDE E SCIENZA

La più grande domanda che l’uomo da sempre ha rivolto a se stesso e a gli altri è: da dove veniamo, perché esistiamo e dove andiamo.

E ognuno di noi ha dato una sua risposta in coerenza della quale ha impostato gran parte della propria vita, specie interiore pur compatibilmente con gli avvenimenti che gli succedono. Risposta che a volte  può essere posta in  discussione o ignorata.

È una domanda perciò ricorrente e se la risposta non è esaustiva e completa rimaniamo con l’eterno dubbio.

         Nei capitoli conclusivi di molti libri di scienza si parla di religione e quasi tutti i testi sacri, in modo particolare La Bibbia, parlando di Dio fanno anche affermazioni di carattere scientifico quando per esempio spiegano l’atto creativo di Dio oppure annunciano la fine del mondo.

 

          Due mondi perciò quelli della Fede e della scienza  che pur avendo diverse cose in comune marciano per vie autonome.

          Si dice che la scienza strappa terreno alla Fede man mano che avanza nella conoscenza.

La Fede risponde che la scienza studia quello che Dio (autore di tutto ) permette di studiare, in particolare la materia.

         La Fede si interessa soprattutto dell’anima. Ma Spirito e materia possono avere dei contatti, delle cose comuni ?

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S. Paolo nella prima lettera ai Corinzi scrive: ”Se vi è un corpo materiale, vi è anche un corpo animato dallo Spirito (1 Corinzi  15,44). C’è un chiaro riferimento alla legge di simmetria.                 

Possiamo dire perciò che scienza e Fede hanno due campi di indagine o meglio di interesse che sono diversi ma che entrambi possiedono aree comuni come la creazione, la simmetria o la fine del mondo. Su quest’ultimo problema vediamo come la Bibbia si esprime:

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Farò cose straordinarie

In cielo e in terra:

ci saranno sangue, fuoco

e nuvole di fumo.

Il sole si oscurerà

E la luna diventerà rossa come il sangue,

prima che venga il giorno del Signore,

giorno grande e terribile.

Ma chi invocherà il mio nome sarà salvo.

      (Gioele 3,3)

 

Folle immense

Sono radunate nella valle del giudizio;

là, il giorno del Signore arriverà presto.

Il Sole e la luna si oscureranno

E le stelle perderanno il loro splendore.

(Gioele 4,14)

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Più chiaro è Gesù nel Vangelo di Matteo:

“Quando sentirete parlare di guerre, vicine o lontane, non abbiate paura: bisogna che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine. I popoli combatteranno l'uno contro l’altro, un regno contro un altro regno. Ci saranno carestie e terremoti in molte regioni. Ma tutto ciò sarà come quando cominciano i dolori del parto. Voi sarete arrestati, torturati e uccisi. Sarete odiati da tutti a causa mia. Allora molti abbandoneranno la Fede, si odieranno e si tradiranno l’un l’altro. Verranno molti falsi profeti e inganneranno molta gente. Il male sarà tanto diffuso che l’amore di molti si raffredderà. Ma Dio salverà chi resisterà fino alla fine…

E subito dopo le tribolazioni di quei giorni,

 il Sole si oscurerà,

la luna perderà il suo splendore,

 le stelle cadranno dal cielo,

e le forze del cielo saranno sconvolte.

Allora si vedrà il segno del Figlio dell’uomo nel cielo”.

(MT: 24)

Luca nel suo vangelo dice:

                                         “Ci saranno anche strani fenomeni

                                           nel sole, nella luna e nelle stelle.

                                           Sulla terra i popoli saranno presi

                                          dall’angoscia e dallo spavento per

                                          il fragore del mare in tempesta.

                                          Gli abitanti della terra moriranno

                                          per la paura e per il presentimento

                                          di ciò che dovrà accadere”

 

S. Giovanni nell’Apocalisse riferisce di una visione in cui l’agnello (Cristo) apre i sette sigilli.

Nel sesto sigillo si dice: 

                                        “Poi vidi aprire il sesto sigillo.

                                         Ci fu allora un forte terremoto. Il

                                         Sole diventò come panno da lutto,

                                         e la luna diventò color sangue. Le

                                         stelle del cielo caddero sulla terra

                                         come i fichi acerbi cadono

                                        dall’albero quando è colpito da

                                        vento impetuoso…

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Ma dove fede e scienza sono proprio all’antitesi e il contrasto è nei fatti soprannaturali, nei miracoli.

La Fede accetta e crede nel fatto straordinario, il miracolo, come avvenimento possibile e auspicabile; la scienza ritiene inconcepibile un avvenimento fuori della nostra realtà.

Bisogna però dire anche che quando la scienza non accetta un fatto straordinario spesse volte lo fa con presunzione ben sapendo che molti fatti ordinari sfuggono alla conoscenza scientifica. Un esempio potrebbe essere la sacra Sindone. Per chi ha Fede è il lenzuolo funerario in cui fu avvolto Gesù Cristo. La scienza invece non riesce a dirci nulla di quello che è.

La Sindone è il reperto storico più studiato in assoluto ed è quello che, a livello scientifico, ha dato un sacco di grattacapi alla scienza ufficiale. Sappiamo che è un’immagine radiante tridimensionale ma, con i mezzi attuali, è inspiegabile la procedura.  

 

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SCIENZA E RELIGIONE

 

Il rapporto tra scienza e religione in apparenza logico e naturale non sempre è stato costruttivo e pacifico, vale per tutti il caso Galilei. Ma a prescindere dai contrasti e dalle diverse vedute, è possibile che le due materie possono in realtà convivere? Secondo Papa Giovanni Paolo II non può e non devono esserci motivi de contrasto perché “fede e scienza mirano al raggiungimento della verità; uno dei nomi che Dio stesso si è dato”. “io sono la via, la verità e la vita, chi crede in me non morirà in eterno” ( Giov.).

Il vecchio filosofo Hans Gadamer padre dell’ermeneutica, asserisce: “Attenti, non idolatrate la scienza … “il nostro vizio peggiore –ammonisce- è il narcisismo, il rifiuto di confrontarsi con gli altri, la pretesa dell’individuo di dominare la natura e la società”. Se non ci sono controlli, anche in democrazia, chiunque ha la tendenza a trasformarsi in despota”.

Albert Einstein affrontò in un suo scritto il rapporto tra scienza e religione con la motivazione che: “chiunque crede che la propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice ma appena capace di vivere”.

Per Einstein la religiosità consiste “nell’ammirazione estasiante delle leggi della natura, deve si rileva una mente (Dio) così superiore che tutta l’intelligenza messo dagli uomini nei loro pensieri non è al cospetto di essa che un riflesso assolutamente nullo”. Evidentemente una religiosità passiva dove l’individuo può solo consolarsi “nell’afferrare una particella anche piccolissima, dell’intelligenza che si manifesta nella natura” . un Dio quindi piuttosto matematico, scientifico, cosmico.

Il rapporto di contrasto tra la scienza e la religione è sorto soprattutto da una cattiva interpretazione delle Sacre Scritture come pure da qualche eccesso di presunzione di taluni scienziati. “I conflitti fra scienza e religione derivano –scrive Maimònide- da errate interpretazioni della Bibbia”. Il testo Sacro contiene certamente dei messaggi che possono essere considerati scientifici ma occorre chiarire che per Dio non è la via scientifica quella privilegiata per comunicare con gli uomini, anche se una semplice riflessione in questo senso è più che sufficiente a dare l’idea dell’immensità  

Del Creatore: ”Narrano i celi la gloria di Dio, le opere sue proclamano il firmamento(salmi19,2).                                                                                                               j0076125.gif (543 byte)

Del resto i riferimenti scientifici nelle Sacre Scritture sono limitati, fa particolare eccezione la Genesi che spiega con opportuni simbolismi l’atto creativo di Dio: “In principio Dio creò il cielo e la terra, il mondo era vuoto e deserto…” Dio perciò crea l’universo dal nulla. Pare sconcertante ma le conclusioni a cui arriva la Fisica attuale sono le medesime della Bibbia. Oggi si crede infatti che 20 miliardi di anni fa una rottura della simmetria del nulla( intenso come equilibrio di forze negative e positive) ha generato l’universo attraverso il Big-Bang. Ma ancora più sconcertante è che nelle Sacre Scritture si parla addirittura di simmetria: ”Tutte le cose sono a due a due e si corrispondono l'una all’altra (Siracide 42,24).Oggi sappiamo che la legge della simmetria è alla base della fisica quantistica. Dice il nobel Carlo Rubbia: “ Uno dei migliori risultati che la fisica ha ottenuto negli ultimi quarant'anni consiste nell’aver compreso che la simmetria riveste un ruolo preponderante". Il testo sacro così continua: “ Ogni cosa contribuisce al bene dell’altra e se ti metti a contemplare L’opera di Dio non finisci mai …”Anche Robert Boyle, che introdusse nell’ambiente scientifico il personaggio del “virtuoso” inteso come colui che si pone con umiltà di fronte alla natura per trarne insegnamenti, scrisse: “ Il libro della natura è un grande e bell’arazzo che non possiamo vedere tutto in una volta, ma dobbiamo accontentarci di attendere la scoperta della sua bellezza e della sua simmetria”.

Un recente libro del fisico e teologo G.L. Schroeder, Genesi e Big-Bang, porta come sottotitolo la seguente frase: uno straordinario parallelo tra cosmologia e Bibbia.

S. Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi chiarisce: ”La scienza è imperfetta, la profezia limitata, ma verrà ciò che è perfetto ed esse svaniranno”. Ma il fatto che la religione non consideri poi eccessivamente la scienza, non significa neppure che la rifiuti. Nel libro sapienziale di Siracide si legge: “ felice chi si dedica alla Sapienza e ragiona con la sua testa per andare a fondo nelle cose. Felice chi segue le strade della Sapienza e cerca di capire i suoi segreti”(14,20).

E nel nuovo testamento si fanno pure predizioni su come finirà l’universo: “il sole si oscurerà, la luna perderà il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le forza dell’universo saranno sconvolte”  (mat. 24,29) Anche se ci sono esatti  riferimenti  scientifici per Cristo al cosa più importante rimane la conoscenza di Dio attraverso la Fede, attraverso i suoi comandamenti sull’amore che sono per lui la vera scienza. “guai a voi maestri della legge, perché avete portato via la chiave della vera scienza” (Luca 11,52). L’idea della creazione del mondo e dell’ universo come pure dell’uomo da parte di Dio è centrale nell’Ebraismo ed è  il più antico riferimento.

 Affermava Democrito:“Tutto nasce e muore per l’unione e la separazione di atomi cadenti nel vuoto”. La scuola atomista però non ebbe fortuna schiacciata dall’ “autorevolezza” di quella aristotelica .

Aristotele ebbe influenza per quasi due mila anni . Persino S. Agostino (354-430) si scontrò con tale scuola e quando affermò che “il mondo e il tempo hanno il medesimo inizio e che essi furono creati non nel tempo”, la chiesa non lo accettò .

Fu solo con il quarto concilio Laterano (1215) che la chiesa rifiutò in parte la scuola aristotelica .                                                                     AG00180_.gif (6153 byte)

Un gruppo degli attuali scienziati , P. Devies ne è un esempio , commettono da laici gli stessi errori che commisero alcuni uomini di chiesa nei secoli passati , quando volevano dimostrare che la Bibbia fosse un testo non solo religioso ma anche scientifico .

Oggi infatti alcuni scienziati tendono con le loro dimostrazioni a mettere in evidenza che la sacra scrittura non corrisponde alla verità scientifica. E’ un accanimento inutile poiché per la Bibbia l’obiettivo non è fornire cultura scientifica o storica ma salvare gli uomini. Dio non dà eccessiva importanza alla scienza nè agli scienziati, Cristo sceglie come  suoi discepoli uomini semplici e poveri; Dio cerca la giustizia, la disponibilità e la purezza d’animo. “A me interessa chi è umile, - dice Dio a Isaia - chi ha lo spirito abbattuto, chi ascolta la mia parola con rispetto e timore”.

Afferma lo scenziato H. Fritszh: “E’ finito il tempo della reciproca limitazione del proprio ambito di competenza, della scomposizione della verità in pezzi… Il mondo della fede e quello della scienza sono mondi complementari… Io non vedo alcuna contraddizione evidente tra la chiesa cristiana e la scienza”. Più categorico il fisico del Newcastle Poul Devies: “Ho l’impressione che la scienza ci indichi la strada verso Dio con maggior sicurezza di quando non faccia la religione”. Ma Antonio Zichichi è del parere opposto: “Mondo materiale e mondo spirituale – egli dice – hanno la stessa origine dal Creatore.

I valori della scienza non possono in alcun modo sostituire quelli della verità rivelata”.

Il Nobel Arno Penzias scopritore assieme al collega Wilson della  radizione fossile si chiede: “cos’è l’uomo e perché Dio si prende cura di lui, come dice la Bibbia? . Non c’è bisogno

-conclude Penzias – di una laurea  in scienze  per interrogarsi su qualcosa che l’uomo si chiede da sempre”.

Per credere in Dio basta semplicemente un atto di umiltà di fronte all’immensa grandezza del cosmo o di fronte alla straordinaria complessità della vita. Einstein,Spinosa e altri credevano nel dio Natura e nel dio cosmico perché si ritenevano, in quanto depositari di una conoscenza maggiore rispetto agli altri uomini,sacerdoti di tale dio.  Ma Dio è certamente più  grande di  certe immodestie umane e può fare a meno di Nobel o pluri laureati  come di decorati ricercatori. Egli chiama a sé uomini liberi, umili, che riconoscono la loro condizione di quasi nullità   e disponibili a rinunciare all’umana tentazione della presunzione. “Ti ringrazio o Padre – dice Gesù – perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelati ai piccoli … quello che è importante per gli uomini non è importante per Dio”. Per conoscere  Dio e l’universo occorre la semplicità del fanciullo. Gli uomini di scienza perciò cercano una ragione di Dio attraverso la febbrile ricerca delle leggi del cosmo e della vita, ma Dio pare sempre più vicino ma anche più nascosto; evidentemente non è la via più adatta o la privilegiata, per raggiungerlo.

Nicola Cusano, prelato tedesco e precursore di Copernico, autore de “La dotta ignoranza” scrisse fra  le altre cose: “La superstizione scientifica risiede nell’attendersi che la scienza possa rispondere a ogni domanda”. Più risoluto S. Paolo: “Che cosa hanno ora da dire i sapienti, gli studiosi, gli esperti in dibattiti culturali? Dio ha ridotto a pazzia la sapienza di questo mondo. Gli uomini, con tutto il loro sapere, non sono stati capaci di conoscere Dio e la sua sapienza. Perciò Dio ha deciso di salvare quelli che credono mediante questo annunzio di salvezza che sembra una pazzia… Chi sono quelli che Dio ha chiamato? Vi sono forse tra voi, dal punto di vista umano, molti sapienti o molti potenti  o molti personaggi importanti? No! Dio ha scelto quelli che gli uomini   considerano ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti; ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli, per distruggere quelli che si credono forti. Dio ha scelto quelli che, nel mondo, non hanno importanza e sono disprezzati e considerati come se non esistessero, per distruggere quelli che pensano di valere qualcosa. Così nessuno può vantarsi davanti a Dio”.  (Corinzi I)

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L’universale poeta tedesco J. W. Goethe esprimeva il seguente desiderio:“ Possa io comprendere il senso profondo dell’unità del mondo ”; l’obiettivo del celebre letterato  è anche quello degli scienziati attuali. Essi sono impegnati alla ricerca di quella teoria unificatrice semplice e comprensibile che ci faccia capire il perché dell’universo e dell’uomo. S. W. Hawking a conclusione del suo libro “ dal Big-Bang  ai buchi neri ”  è del  parere che “ se riusciamo a trovare la risposta a questa domanda, decreteremo il trionfo definitivo della ragione umana: giacché allora conosceremo la mente di Dio”. E’ il tema della conoscenza quindi a tormentare l’animo umano. Ed è questo il motivo per cui l’uomo ha perso l’Eden nella Genesi: “ ( Dio ) nel mezzo del giardino piantò due alberi: uno per dare la vita e l’altro per infondere la conoscenza di tutto…E gli ordinò: “ puoi mangiare il frutto di qualsiasi albero del giardino ma non quello dell’albero che infonde la conoscenza di tutto” (Gen 2,16 ).

All’uomo perciò è proibita la conoscenza universale. Egli ne possiede il desiderio come ricordo della somiglianza divina. Scrive J. Wagensberg, direttore del museo della scienza e professore all’università di  Barcellona: “ E’ curioso constatare che la scienza è andata abbastanza lontana nello studio delle singolarità essenziali – quella dell’origine dell’intelligenza, della vita e dell’universo – ma non abbastanza da colmare le nostre perplessità”.

Il sismologo autodidatta Raffaele Bendandi, autore di    previsioni sismiche, così rifletteva : “ La natura mi insegnò che nulla avviene a caso nell’universo, ma che tutti i fenomeni che osserviamo non rappresentano che le note isolate di una grandiosa armonia, l’armonia di cui Pitagora affermava di udire il ritmo. Il caso non esiste in natura e tutto ciò che può apparirci casuale non è che la risultante di forze che al momento ignoriamo”. In questa affermazione quindi viene  ridimensionato il principio di indeterminazione quantistico  di Heinsberg. Ma allora perché tale principio è dimostrabile? Crediamo sia la legge dei  grandi numeri a farlo  anche funzionare. Quando nella Fisica del microcosmo si parla di particelle ci si riferisce non al singolare ma generalmente a milioni se non a miliardi di soggetti fisici. E’ chiaro che la legge della

 

Probabilità alla fine vince. Ma è anche chiaro che Einstein in questo caso aveva ragione: “Dio non gioca ai dati”.

Se non siamo in grado di sapere con esattezza le coordinate di un elettrone e perché non siamo in grado di conoscere tutte le forze dell’universo. Alla fin fine il principio di indeterminazione è la palese dimostrazione che la perfezione non è di questo mondo. Lo stesso Heinseberg giunse alla conclusione che “deve esistere un principio generale dalla natura che impone una limitazione alle capacità di tutte le esperienze”( j. b. Marion ). Del resto , come afferma il nobel I. Prigogine, la scienza è limitata poiché può descrivere solo fenomeni ripetibili. Un fenomeno unico sfugge alla conoscenza scientifica. C’è poi l’imbarazzo di tutta la fisica classica e quantistica di fronte al comportamento dei superfluidi e dei superconduttori per i quali atomi non vale il principio di esclusione di Pauli e dove l’entropia è nulla (fusione fredda).

Qual è perciò il nostro futuro? Come uomini del terzo millennio,  dobbiamo capire che è lo spirito soprattutto da conquistare e non la materia. Basta analizzare la nostra società consumistica dove non corrisponde nessun aumento di felicità in rapporto all’aumento del benessere o della ricchezza. L’uomo deve finalmente dare i giusti valori alle cose che lo circondano e che possiede. Se l’uomo del terzo millennio non sarà un uomo di alta spiritualità peggiorerà ulteriormente questo pianeta. Un uomo nuovo quindi che deve spogliarsi della sua materialità.

Un uomo capace di rispondere con lo spirito alle false provocazioni del benessere pratico ed effimero. E l'alta spiritualità non può essere che cristiana e Cristo è stato e sarà il più grande rivoluzionario. Il suo insegnamento è talmente insolito, sottile, profondo, coerente e sconvolgente che solo un Dio poteva comunicarcelo!  

Questa pagina è stata aggiornata il 08/03/02.

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