O.L.F.A

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 CONGRESSO DELL'EPMSZ

EPMSZ-KONGRESSZUS

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- ECO -

 

PENSIERI A PROPOSITO DI UN CONGRESSO MADRELINGUISTICO *

 

(Notizia del 29  gennaio 2003: La versione originale in ungherese č stata pubblicata anche  N. 122. Anno XXXII (2002/4)   del periodico intitolato «Nyelvünk és Kultúránk»/«La nostra Lingua e la nostra Cultura» della Societŕ Internazionale della Lingua Ungherese e della Cultura/Conferenza della Madre Lingua di Budapest, rivista della Societŕ Internazionale della Lingua  e Cultura Ungherese.)

 

 

Dal 6 al 12 maggio 2002 si č svolto il Convegno linguistico intitolato «La nostra madrelingua - Vive la nazione nella propria lingua?» indetto in Ungheria dalla Libera Universitŕ Protestante Magiara d'Europa (LUPME) nell'ambito delle Giornate Accademiche di Erdőbénye e che ha visto l'adesione di circa 190 partecipanti.

La LUPME č stata fondata nel 1969 a dal 1972 ha veste di una associazione svizzera con  sede legale a Basilea. Scopo della Libera Universitŕ č instaurare costanti contatti scientifici, artistici e religiosi tra gli intellettuali d'origine ungherese; osservare le principali questioni universali  degli uomini con particolare attenzione alle problematiche inerenti l'etnia ungherese; lo sviluppo dei valori spirituali e dei pensieri ecumenici del protestantesimo; favorire il libero scambio di idee in  nome della tolleranza cristiana; aver cura della cultura magiara e dei tesori intellettuali degli Ungheresi.

  Al convegno hanno partecipato studiosi ungheresi, specialisti di origine ungherese provenienti dall'estero e stranieri esperti di cose magiare giunti sia dai paesi limitrofi (oggi comprendenti territori che il Trattato di Pace di Trianon del 1920 aveva strappato dal corpo dell'Ungheria storica), sia dall'Europa occidentale e da Oltreoceano: linguisti, filologi, giuristi,  professori di lingua e letteratura ungherese nonché di storia, giornalisti, scrittori, poeti, artisti, editori, medici, ingegneri, attori e tutti quei vecchi e giovani intellettuali che si interessano, occupano e preoccupano della lingua ungherese e della cultura magiara.

   Dall'Italia provenivamo in tre: Zsuzsa Triznya-Szőnyi (figlia del famoso pittore magiaro István Szőnyi e vedova del pittore ungherese Mátyás Triznya), il Prof. Amedeo Di Francesco (ordinario di Lingua e Letteratura Ungherese del dipartimento di Studi dell'Europa orientale dell'Istituto Universitario Orientale di Napoli nonché presidente dell'Associazione Internazionale di Studi Ungheresi) ed io come giornalista e professoressa di Storia e di Lingua e letteratura ungherese.

    Le relazioni oggetto delle conferenze sono state tenute secondo prassi da noti esperti di alto livello e poi discusse ed elaborate in dibattiti e tavole rotonde cui hanno fatto da contorno vividi programmi culturali - concerti, mostre di pittura, escursioni - e riflessioni religiose anch'esse di alto livello.

   Abbiamo ascoltato le relazioni (intervenendo in seguito attivamente) sui seguenti argomenti: La parola č lo specchio della vita - La lingua ungherese ed i  suoi neologismi del filologo Gábor Kiss di Budapest; Dell'attuale condizione della lingua ungherese: la modernizzazione, il linguaggio volgare, l'americanizzazione - i nuovi prestiti - l'articolo determinativo davanti ai nomi di persone… del filologo Ádám Nádasdy di Budapest; I confini della lingua del filosofo linguistico Géza Kállay; Vive la nazione nella propria lingua? del medico Péter Kovalszky di Detroit (USA);  La lingua unisce e divide del sociologo Endre Roth di Kolozsvár/Cluj in Transilvania (Romania); In memoria di Mészöly Miklós di Judit Görözdy, studiosa di storia della letteratura di Pozsony/Bratislava (Slovacchia), con la partecipazione della vedova dello scrittore magiaro, del sociologo Dr. Bálint Balla di Berlino e dell'attore budapestino György Bánffy; Il linguaggio liturgico: Dialogo evangilico-unitario del pastore signora Kinga Réka Székely di Komorócszentpéter in Transilvania (Romania) e del pastore unitario  jun. Károly Hafenscher di Budapest; La Conferenza della Madrelingua e l'insegnamento della lingua ungherese all'estero del presidente della Conferenza di Madrelingua ed ex presidente dell'Associazione degli Scrittori Ungheresi Béla Pomogáts; L'insegnamento della lingua ungherese per gli stranieri del professor Amedeo Di Francesco, ordinario di lingua e letteratura ungherese all'Universitŕ di Napoli e presidente dell'Associazione Internazionale di Studi Ungheresi.

   Conduttrice della tavola rotonda č stata la studiosa di storia della letteratura Katalin Kolczonay coadiuvata dall'ingegnere ed imprenditore  Eberhard Nabel di Berlino e dalla professoressa ed editrice responsabile del periodico L'Istruzione Pubblica dell'Associazione dei Pedagogi Ungheresi dei Bassi Carpazi Ildikó Orosz di Beregszász/Beregovo (Ucraina). La discussione di podio avente per titolo Il linguaggio letterario del XXI secolo s'č svolta con la partecipazione della studiosa di storia della letteratura e poetessa Emese Egyed di Kolozsvár/Cluj, dello scrittore di Budapest Endre Kukorelly e dello scrittore István Szilágyi di Kolozsvár/Cluj.

   Si č in particolare evidenziato il problema della lingua madre presso le minoranze magiare viventi nei paesi che circondano l'Ungheria ed č stato sottolineato l'atteggiamento sciovinistico e l'intento di forzata assimilazione ed oppressione da parte dei regimi di quei paesi nei confronti della minoranza ungherese.

  Il clima del congresso č stato assai gradevole grazie anche all'atteggiamento di ciascun conferenziere con cui si poteva civilmente discutere e rispettosamente e stimatamente dialogare sui mille problemi linguistici riguardanti la madrelingua ungherese. Ognuno di noi ha quindi potuto far ritorno a casa piů ricco di conoscenze e di umanitŕ.

 L'Osservatorio Letterario ha per tale occasione appositamente realizzato due piccoli quaderni di poesie e racconti. Le opere letterarie ungheresi e le relative traduzioni che vi sono state raccolte erano giŕ state edite, per precisione, nelle rubriche «Galleria Letteraria e Culturale Ungherese» e «Tradurre-Tradire-Intrepretare-Tramandare» degli ultimi fascicoli della nostra rivista. 

   Tra gli scopi letterari ed editoriali che il nostro periodico persegue, pur  nei limiti imposti dai modesti mezzi materiali di cui dispone, vi č quello nobile, grande e disinteressato di voler essere un piccolo ponte tra le due letterature e culture - l'italiana e l'ungherese - nella speranza di continuare a favorire tra le due nazioni la reciproca conoscenza giŕ ricca di secolari contatti instauratisi a tutti i livelli nel corso della storia.

   Il quotidiano dei nostri giorni č purtroppo costellato da inimicizie, odio e violenze d'ogni genere. La letteratura sola sembra essere un comune ponte, un comune linguaggio fra i popoli verso la comprensione, la concordia, la pace. La letteratura ha inoltre il grandioso merito di rendere piů profonde le nostre riflessioni e  favorevolmente predisporre il nostro spirito alla conoscenza degli altri, dell'UOMO e quindi di noi stessi, della nostra anima, del nostro intimo.

La traduzione delle opere riportate nei quaderni č dovuta a Mario De Bartolomeis ed a me e scaturisce anche da una nostra collaborazione fatta di reciproci minuziosi consigli ed attenti suggerimenti. 

   Va ricordato come una traduzione letteraria richieda da parte di chi la affronta grande impegno nella totale comprensione non solo  del  testo con  la sua armonia fatta di suoni, di parole e di atmosfere, ma soprattutto delle piů nascoste pieghe della personalitŕ e della sensibilitŕ del suo autore. Il traduttore deve egli stesso essere poeta o scrittore poiché superando l'ostacolo rappresentato dalle diversitŕ di lingua - ostacolo tanto piů arduo quanto piů distanti sono le strutture delle lingue stesse - egli deve cercare di restituire tutta questa ricchezza a coloro che le barriere della parola terrebbero lontani dalla voce e dalla luce intellettuale di fulgidi poeti e di sublimi scrittori.

   Anche se fossimo perciň riusciti a raggiungere questo scopo in parte seppur minima sarŕ dunque valsa la pena profonderci nel nostro duro ma disinteressato ed appassionante lavoro.

 ©[Melinda Tamás-Tarr]

* Non č la traduzione del testo ungherese.

 

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