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IL   DEGRADO   DIDATTICO.

di Stefano Saliola

Lettera aperta pubblicata su MONDO SOMMERSO del Febbraio '94


Egregio Direttore,

Le scrivo in riferimento ad alcune notizie e articoli apparsi sulla Sua rivista e mi consenta, anche un pò nostra, visto che appartengo (purtroppo) alla categoria subacquea ormai più numerosa: quella dell'Istruttore. Non sto a menzionare le pagine che mi hanno dato la spinta a scriverLe, una vale l'altra; il pinuto è che non esiste più un livello di qualità accettabile fra chi istruisce e il sub: tutti istruttori.

Le stesse pagine della Sua rivista (per fortuna dirà Lei) sono zeppe di editti e proclami dove si può diventare a momenti, anche per corrispondenza, non subacqueo MA Istruttore. E' latente un particolare fondamentale della nostra attività che leggo testualmente dal vocabolario della lingua italiana: "Conoscenza delle cose, acquisita per prova fattane da noi stessi".

Oggi ci sono i "Corsi brevi" ma sarebbe più giusto dire "usa e getta" perchè dopo il corso base la gente sparisce; è naturale, spremuti da costi ed equipaggiamento gli resta il risultato........un subacqueo superficiale...in ogni senso. Forse a mio parere si è perso il senso della misura e questo è riscontrabile nella miriade di sigle semisconosciute che stanno nascendo anzi "traducendo" la didattica di altri paesi senza portare nulla di nuovo alla subacquea, perchè la vera "America" è qui da noi.

Tuttavia è vero che conta l'Istruttore e non la sigla a cui appartiene e non voglio entrare in polemica con questa o quella organizzazione, mi creda, sono (spero) tutte sicuramente valide ma rimango stupito e amareggiato quando il settore subacqueo tutto, con molta naturalezza, prende atto e consacra "istruttori" delle persone che fanno solo una operazione di marketing. Potenza del business.

Lei sorriderà considerandomi un nostalgico Don Chisciotte, però gli slogan parlano chiaro: "Io ho fatto 1000 brevettati" - " Io brevetto in tutto il mondo!" - "Io ti do il brevetto al 100%" - Una domanda mi assale: oltre al brevetto insegnano ad andar sott'acqua?

Naturalmente i "Dotti" protesteranno vantandosi di aver portato il "progresso" anche in Italia, rivendicando pure il diritto al lavoro, ma sono convintissimo (e non solo io) che il livello qualitativo dell'Istruttore stia veramente scemando. E' finito il tempo del "missionariato subacqueo" ma non credo che basti una "48 ore" e un videoregistratore per diventare istruttore; penso che si debba prendere molta confidenza con l'elemento che non conosce raccomandati: il Mare.

Nel paese dei balocchi purtroppo non c'è nessun freno al degrado didattico a cui stiamo assistendo. Forse mi adeguerò, anzi, per mia fortuna, ho un parente nel lontano Stato del Burundi che mi ha spedito tutto l'occorrente per "Il piccolo Istruttore burundese" : traduco ogni cosa e mi autoeleggo " Old Fox Diver" e se vuoLe la proclamo "Cat Master" Lei non sa nuotare? Non importa, per due soldi le do il brevetto e poi..........

Cordialmente Stefano Saliola Istruttore Sub.

Risposta del Direttore di MONDO SOMMERSO (Febbraio '94)

Carissimo Stefano, ci sono alcune cose contrastanti rispetto alle sue affermazioni; ad esempio il numero di incidenti non è aumentato in proporzione al numero dei nuovi brevettati; i subacquei "sparivano" dopo l primo brevetto anche quando facevamo i corsi paramilitari. Ciò nonostante l'argomento da lei sollevato vale la pena di essere discusso e pensiamo di poterlo fare in futuro usando i mezzi di questo nostro media.

CONSIDERAZIONI - ATTUALI (1999) di Stefano Saliola

Nel frattempo (dal '94 ad oggi) sono sorte o meglio, importate, almeno altre 4-5 sigle didattiche americane, per non parlare di quelle tecniche che perlomeno hanno degli scopi ben differenti (spero). Il mondo subacqueo ha continuato a "consacrare" istruttori delle persone che il mare non sanno dove sia e gli incidenti purtroppo, non sono così infrequenti come si vuole far credere! Probabilmente non si è a conoscenza del fatto che ogni domenica in Italia vi è almeno una vittima da incidente subacqueo (abbastanza serio o mortale). Solo la Capitaneria di Porto (Guardia Costiera) ogni anno effettua circa 2000 salvataggi in mare, di cui almeno il 10% sono a carattere subacqueo, a volte con conseguenze estreme. MEDITATE GENTE MEDITATE..............

Stefano Saliola
 

PER  QUALUNQUE  QUESITO  PUOI  RIVOLGERTI  SUBITO  A  NOI 

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