TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

DOSSIER USTICA

di Roberto Doz
 

 

INCIDENTE NON IDENTIFICATO

Ho assistito personalmente ad alcune manovre di questi mezzi non terrestri e posso testimoniare che possiedono delle capacità impensabili per i nostri aeromobili. Desidero augurarmi che incidenti del genere non si ripetano e altri nomi non si aggiungano alla lista dei lutti provocati dall’ignoranza, alimentata dalla disinformazione e dalla controinformazione: misteri veri o falsi non ce ne sono, bisogna affrontare con correttezza il fenomeno T.M.E.

Quando il telegiornale del 27 giugno 1980, diede la notizia della tragica esplosione del DC9 Itavia nei pressi di Ustica, rimasi subito esterrefatto: cosa poteva essere successo così repentinamente a venticinquemila piedi a quel tranquillo volo di linea?

Avrei voluto partecipare alle operazioni di ricerca, ma non mi fu possibile: decisi allora di seguire ogni notizia sull’incidente e così feci. In questi anni di silenzio e di commissioni, ho pensato a Enzo Fontana, mio compagno di corso, a Domenico Gatti, comandante e alle famiglie degli ottantuno deceduti. Mi sono convinto che questo incidente presenta degli aspetti così anomali da far cadere tutte le soluzioni solitamente applicabili a casi del genere; infatti dagli articoli pubblicati sull’argomento, notavo l’impossibilità di andare oltre il mare delle ipotesi e capivo che evidentemente, la sequenza dei dati rilevati sul DC9 doveva avere qualcosa di strano, di poco usuale. Mi convinsi di poter applicare le mie conoscenze su aerei, radar e ufo, infatti desideravo verificare se vi fosse possibilità di interferenze con questi veicoli volanti non appartenenti alla nostra realtà dimensionale. Al di sopra delle illusioni, dei commento e delle opinioni di esperti e non, il fattore di analisi più importante al fine di capire cosa realmente sia successo nel cielo di Ustica quel 27 giugno 1980, é senza dubbio l’insieme dei dati radar. Infatti anche la stampa ha dato largo spazio alle risultanze di perizie computerizzate effettuate da illustri esperti nazionali e stranieri su quanto rilevato dai radar del controllo del traffico aereo di Ciampino, vediamone la più rilevante:

NTSB (National Traspor-tation Safety Board) di Washington rapporto DCA80-RA-028 a firma di John Macidull ingegnere capo del Bureau of Technology, coordinatore dei segnali radar per la decodificazione dei dati sull’incidente di Ustica: "Un oggetto volante non identificato ha attraversato la zona dell’incidente, da ovest verso est ad alta velocità e approssimativamente nello stesso momento in cui l’incidente stesso si é verificato". Segue "Al momento dell’incidente e secondo le informazioni radar, l’oggetto non identificato (a ovest della zona del disastro) procedeva col sole alle spalle in direzione dell’aereo e l’aereo puntava verso il sole, verso la direzione di provenienza dell’oggetto". La velocità dell’oggetto non identificato, in questo rapporto viene fissata all’incirca, di poco supersonica e continua:"Dalle informazioni radar non é possibile stabilire quale tipo di aereo fosse". Da quanto riportato possiamo analizzare questi elementi:

  • un oggetto volante non identificato era presente nell’area di volo del DC9, e non lo ha collisionato;

  • il DC9 ha effettuato una virata verso destra in direzione del non identificato;

  • il non identificato interseca la vecchia direttrice di rotta del DC9, prima della disintegrazione dello stesso.

Passiamo ora all’analisi vera e propria dell’incidente soffermandoci brevemente sulle notizie rese pubbliche del volo.

IPOTESI DI RICOSTRUZIONE DEGLI EVENTI

Il 27 giugno 1980 ore 20.08: il volo ITAVIA IH - 870 decolla dall’areoporto di Porgo Panigale di Bologna con destinazione Palermo. Il volo si svolge normalmente e le condizioni meteo lungo la rotta sono buone; alle 20.57 il pilota comunicava la sua posizione al centro controllo radar di Roma, é di ottimo umore tanto che fa delle battute scherzose sulla frequenza del controllore radar. Ci sono delle lucette sotto di noi che sembrano quelle di un cimitero...". Tre minuti dopo il secondario radar del DC9 cessa di comparire sugli schermi, i computer del sofisticato sistema della Selenia di cui il centro di controllo del traffico aereo é dotato, continuano a registrare dei segnali radar che nonostante la distanza al limite di portata, sono stati inequivocabilmente valutati reali. 20.58’ 11" alla destra del DC9 compare un oggetto sconosciuto che polarizza l’attenzione dell’equipaggio: "Guarda c’é un UFO!" Avrebbe potuto dire il pilota con tono stupito ed interessato, mentre il collega di sinistra, visto l’oggetto così chiaramente discriminabile, sente una forte spinta di curiosità per vedere realmente questo veicolo volante di cui tanti colleghi avevano parlato riferendo di avvistamenti incredibili.

"Uno spettacolo del genere é una cosa da non perdere" si dissero proprio i piloti, mentre l’assistente di volo, entrato in quel momento in cabina di pilotaggio, comunicava elegantemente che le file di passeggeri di destra erano in subbuglio per la misteriosa comparsa di un UFO. Vedendo l’UFO in virata verso est, il DC9 iniziò una virata a destra con prua a Ovest per andare a vedere meglio uno spettacolo unico. Trovandosi controsole e avendo l’UFO già proseguito verso l’opposta direzione il velivolo rimase per qualche secondo con prua ovest, fu in questo momento che la parte inferiore destra del DC9 fu interessata dall’alone di scia lasciata dall’UFO provocandone la disintegrazione. Evidentemente il pacifico Tracciatore magnetico aveva la sicurezza che il comportamento del velivolo fosse quello consueto e prevedibile: proseguire secondo la propria rotta seguendo i parametri di volo. Ma non fu così in questo tragico caso e una manovra così imprevedibile ha provocato questo inconsueto incidente.

Quanto fin qui esposto, potrebbe far nascere il desiderio di capire la causa vera di questo incidente: lasciamo al lettore le conclusioni in merito augurandoci di aver fornito sufficienti elementi di discriminazione.

Desideriamo augurarci che casi del genere non si ripetano e altri nomi si aggiungano alla lista dei lutti: provocati dall’ignoranza alimentata dalla disinformazione e dalla contro informazione: misteri veri o falsi non ce ne sono, bisogna affrontare con correttezza il fenomeno TME.

Nazca con le sue piste di atterraggio di migliaia e migliaia di anni fa, Palenque con la pietra tombale di un pilota -Dio del periodo dei maya e tante altre inappellabili prove concrete sulla presenza fin dall’inizio della vita intelligente sulla Terra, di un’aviazione non terrestre, non sono bastate per farci dire una verità così importante. Testimoni, studiosi, contattisti illustri hanno ripetuto le stesse cose, anche se per metodo vengono ridicolizzati dagli uomini (o ancora peggio strumentalizzati): é un grave errore aver interrotto un rapporto di relazione che durava da millenni e che ha arricchito di valori cristallini per generazioni le civiltà del passato. Il no che attimo per attimo rivolgiamo verso la vita, esterna ed interna al pianeta, automaticamente ci conduce all’isolamento, all’implosione, all’autoeliminazione da sterilizzazione nucleare -biologica- chimica, e sarà esclusivamente colpa nostra.

 

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