TERZO MILLENNIO Verso l'Antropocrazia

MESSAGGIO...

Di Anna Romano
 

 

Riteniamo che sia maturato il tempo per dare eco a realizzazioni spirituali dettate da Esseri di luce ad individui particolarmente recettivi e predisposti a questo tipo di contatto.

Il messaggio che qui proponiamo ha lo scopo di affinare la sensibilità dei nostri lettori verso le problematiche che attualmente affliggono il nostro Pianeta e l’umanità.

Lo scoordinamento delle forze generate dall’uomo continua a perpetuare ciò che tutti noi temiamo: la terra e l’umanità andranno verso l’autodistruzione. Ogni giorno che passa, nonostante le brutture che nel mondo vigono e che arrivano a noi tutti tramite i mass-media, invece di stimolare nel nostro intimo sentire una ribellione ed i relativi interrogativi, hanno potere di farci addormentare di più. Sempre meno l’uomo partecipa al dolore altrui e sempre meno è disposto a riconoscere il proprio. L’individuo si trova unito, per modo di dire, quando v’è da scendere in campo per la protesta per la politica; quando i suoi personali interessi sono in pericolo. Solo allora sente che deve fare qualcosa relativo al proprio piccolo mondo, chiudendo la possibilità di comprendere che sul Pianeta vi sono ancora condizioni peggiori, irrisolte. Non vi è purtroppo un minimo di risveglio, nonostante tutto, che possa far sperare, in un futuro, alla quiete delle forze naturali. Ciò che dico può sembrare un rimprovero, ma tristemente non lo è. L’umanità ha una grave colpa: ha relegato Dio in un concetto e nel dimenticatoio della mente. Così facendo, l’uomo si e separato dalla realtà unica che muove ogni cosa. Con lo sviluppo della mente intellettiva e razionale si è abbandonato all’ascolto della parte mistica, quella intuitiva che crede senza vedere perché sente che tutto è possibile senza cercare certezze in alcunché. Tutto è errore e poco è verità che non si coltiva. Ma in definitiva la Verità chi può dire cos’è?

L’uomo persegue quello che crede essere il vero, quando in realtà, mira a ciò che meglio aggrada i suoi sensi fisici.

Nessuno si accorge delle trappole sempre più fitte attorno ad ognuno; assorbiti sempre più in un sistema fallimentare che alimenta se stesso, come un cancro fa nell’organismo ospite, impedendo ogni risorsa vitale che possa interferire nel processo egoistico di distruzione.

Questo sistema di malevole proporzioni ci vuole assopire, sino a togliere ad ogni essere qualsiasi possibilità di autogestirsi.

Il soffocamento a cui andiamo incontro è ben mascherato, l’uomo non ha tempo e desiderio di indagare sulla qualità della propria esistenza; di interrogarsi sui valori effettivi delle sue azioni, sulla vita e i suoi significati.

Non ha volontà di capire cosa mangia, quali veleni respira, cosa ingurgita nell’organismo vivente e nella mente, quali tossine albergano in lui facendolo diventare sempre meno sensibile a tutto e sempre più debole.

Brutta china! L’insensibilità che l’uomo si sta creando, questo atteggiamento di difesa, lo fa divenire, nel tempo, sempre più un automa che agirà dietro qualsivoglia impulso. Chiaro è che tra tanto malessere esistono persone la cui sensibilità è ancora sveglia e questi soffrono alla vista degli orrori umani, soffrono e non riescono ad adattarsi a questo silente, pericoloso olocausto che si sta preparando; persone dal cuore aperto verso gli altri e che trovano ostacoli enormi per irrorare ciò che sono. Trovano incomprensioni perché non si uniformano e vengono relegate, isolate come nemico da cui guardarsi. Si sente la loro forza, ma i più non intendono relazionarsi perché li spaventa produrre cambiamenti, ammettere l’errore.

Per stare insieme l’uomo abbisogna di sapere che gli altri la pensano come lui, sta insieme se l’ideale è lo stesso, se l’opinione è simile. Se si droga può far drogare anche gli altri, come accade in nome dell’amicizia e di emulare chissà quali eroiche imprese, perché insieme si è più forti; pur condividendo le reciproche debolezze, si è più sicuri quando si è in tanti a fare la stessa cosa. Ecco perché il gruppo è potente, questo guardare alla massa come approdo sicuro ove attingere informazioni per vivere su questo piano.

Ora i tempi chiedono di guardare all’uno, a quell’esempio diverso dagli altri che è stato posto per dare nuove informazioni per la vita. I tempi chiedono di formare nuove masse che a livello di moto possono convertire quelle esistenti. E’ necessario promuovere la fratellanza e la cooperazione tra i piani universali. Occorre che l’umanità cresca per approdare a questo incontro, ove esseri di altre esistenze, collaboreranno per la realizzazione ed il mantenimento della pace, ovunque. Anche la terra può partecipare se l’uomo operasse al cambiamento. Esso giunge come onde e particelle, ma l’attecchimento è ancora per pochi sui quali esiste un addestramento intenso e profondo.

Nel grande governo universale è necessario che gli uomini si liberino della loro violenza, della necessità finanziaria di costruire armamenti, di creare guerre che soddisfano solo i singoli mercati, di rinunciare alla ricerca chimica di sintesi e mercenaria e di adoperare i propri successi a favore e nel rispetto della vita globale. Di rinunciare ad usare la conoscenza come emulazione di Dio e di riconoscere umilmente in sé le tendenze al potere in ogni sua forma. Di aiutare e di creare le condizioni affinché esseri, che veramente operano per il bene comune, possano svolgere la loro opera senza per questo essere minacciati e segregati nella dottrina del silenzio e dell’indifferenza.

Aiutare chi opera nell’amore e nella passione delle sue scoperte il cui istinto è l’utilità comune senza ledere alla comunità. Di ripulire i governi delle nazioni da ogni volontà di supremazia, di aprirsi all’idea di un unico governo per tutti eguale, ove l’interesse di base deve essere la costruzione nell’amicizia nella pace e nel rispetto di tutte le diversità che insegnano le une alle altre. Di terminare con questo stato di controllo del singolo e di accanimento su chi è più debole. Di portare alla chiarezza di tutte le leggi che ora sono un numero infinito, sintetizzandole in poche regole chiare per tutti. Una legge serve per regolamentare e non per aggredire o per obbligare ad eseguire ordini senza essere stati minimamente interpellati.

Uno stato che vuole rispetto attraverso un universo cartaceo che l’individuo chiama "leggi" è uno stato debole, che ha paura, il quale a sua volta non rispetta e non considera che la società che lo mantiene non potrebbe essere d’accordo. In un vero progresso l’accordo deve essere completo e non di una semplice maggioranza di parte o minoranza di potere.

Anna Romano.

Attraverso la Fratellanza Cosmica per la pace.

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