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APPELLO
PER FERMARE LA COSTRUZIONE DI BOMBE "SEI" IN SARDEGNA
Al
Consiglio Regionale della Regione Autonoma della Sardegna
Alla
Giunta della Regione Autonoma della Sardegna
All'Assessore all'Industria della Regione Autonoma
della Sardegna All'Assessore alla Programmazione della
Regione Autonoma della Sardegna
Egregi
Signori,
in
data 21/03/2001 il coordinamento spontaneo "No alla
produzione di bombe" ha consegnato nelle mani dei
delegati del Consiglio Regionale della Sardegna, della
Giunta della Regione Autonoma della Sardegna e dell'Assessore
all'Industria la petizione, firmata da oltre 10.000
cittadini, per richiedere agli organi competenti di
non permettere che la Sardegna sia terra di produzione
per strumenti di morte, per non concedere il contributo
regionale richiesto dalla SEI SARDA per la costruzione
di tale fabbrica, per chiedere che i piani di sviluppo
economico della Sardegna siano in accordo con il valore
della pace, con le risorse naturali e l'ambiente di questa
terra. SUCCESSIVAMENTE ALLA CONSEGNA DI
TALE PETIZIONE ABBIAMO APPRESO DAGLI ORGANI DI STAMPA
CHE NEL TERRITORIO DI DOMUSNOVAS SONO INIZIATI I LAVORI
PER LA COSTRUZIONE DELL'EDIFICIO CHE OSPITERA' L'INDUSTRIA,
CON REGOLARE LICENZA EDILIZIA RILASCIATA DAL SINDACO
DI DOMUSNOVAS. Io come cittadino italiano, responsabile
e consapevole di essere portatore di diritti e doveri
politici e civili, esprimo ancora un radicale dissenso
e una ferma richiesta di non concessione del credito
e della revoca dell concessione edilizia. Io dico
basta agli abusi legali, finanziari, militari e imprenditoriali
che sempre più espongono la Sardegna al disastro ambientale,
alla devastazione dell'equilibrio ecologico, all'alterazione
perversa dei modelli di produzione, a rischi garantiti
di impunità per le gravissime forme di uso e abuso
dei bisogni e delle risorse finanziarie e occupative,
sulle quali imperversa inoltre una intollerabile demagogia.
Per quest'ultima impresa, giocata col massimo della
falsa buona fede, levo alta e ferma la voce del dissenso,
per la cacciata dei mercanti di morte, operatori di
genocidio, barattieri di lavoro dannoso e servile.
In nome di valori spirituali e simbolici della pace,
in nome di una coscienza etica e civile che rifiuta
il cinismo, per i giovani italiani e sardi vittime
dell'uranio e di ogni altra espropriazione della dignità
e dell'integrità delle loro vite da parte di istituzioni
aberranti, io cittadino del mondo, non assuefatto
alle logiche del dominio, chiedo e vigilo affinché
non si verifichi l'ennesima provocazione e l'ennesimo
scempio del patto di umanità fra la Sardegna e il
mondo.
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