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coordinamento spontaneo "NO alla produzione di bombe"
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articolo apparso il 27 luglio 2001 sul quotidiano
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IGLESIAS
 
Consiglio comunale.
Sospesa la licenza edilizia per lo stabilimento della Sei a Domusnovas
Stop alla fabbrica di bombe
Scontro in aula per la riorganizzazione degli uffici pubblici

La fabbrica delle bombe di Domusnovas non può essere costruita. Almeno per ora. La soprintendente, Francesca Segni Pulvirenti, ha sospeso la concessione edilizia rilasciata dal Comune. L’ha reso noto ufficialmente mercoledì sera l’assessore comunale all’urbanistica, Giorgio Perseu, replicando ad un’interrogazione presentata dal consigliere dell’opposizione Giuliano Marongiu.
«È arrivata una lettera della soprintendente - ha spiegato Perseu - con la quale ha fatto sapere di aver richiesto una serie di atti e cartografie». In pratica deve essere esaminato a fondo il problema paesaggistico che la Regione non aveva ancora rilasciato. Quindi, la conclusione è stata che la società Sei non potrà realizzare l’ampliamento dello stabilimento e tanto meno dare il via alla fabbricazione delle bombe per aerei. «Posso anche dire - ha spiegato Perseu - che la società non ha ancora cominciato i lavori». Dell’arrivo della lettera della soprintendente nessuno sapeva nulla. Soltanto Giuliano Marongiu era a conoscenza. Tant’è che Perseu ha dovuto attendere qualche giorno per averla sul tavolo. «Mi auguro - ha detto l’esponente dei Comunisti italiani - che ora anche la Regione si attivi e faccia in modo che quell’autorizzazione sia definitivamente revocata». La notizia sarà accolta con entusiasmo dalle associazioni che si sono battute per fermare il progetto, mentre non ci sarà entusiasmo tra i lavoratori che speravano nell’iniziativa industriale per consolidare il proprio posto di lavoro. L’ampliamento dell’attività, infatti, era stato annunciato dalla direzione proprio in questa direzione dopo la chiusura di una consociata avvenuta di recente in continente.
Il Consiglio comunale ha però discusso altri argomenti importanti, come quello della riorganizzazione della macchina burocratica. La Giunta ha proposto una variazione al bilancio ed è scoppiata la bagarre. Una parte dei quattrini incamerati dalla Regione (circa un miliardo) sono stati infatti destinati a pagare gli aumenti dei 17 impiegati promossi per decreto dal sindaco. È stata l’occasione per discutere dell’argomento dopo che (proposto dalle opposizioni) era stato sospeso a maggioranza nella precedente riunione. «Hanno cercato ancora una volta di non affrontare questo problema non facendo sapere che quella variazione serviva per pagare i 230 milioni, per sei mesi, ai nuovi mini dirigenti. Che diventeranno 450 - ha poi fatto sapere Carta - l’anno prossimo. Somma neppure prevista nel piano pluriennale». Ma poi l’opposizione ha anche spiegato che ci sono state promozioni sul campo di impiegati che non hanno i titoli e che non potrebbero neppure partecipare ad un eventuale concorso pubblico. Da qui la decisione (ritenendo l’atto ingiustificato e illegittimo) di chiedere l’intervento della Corte dei Conti. «Ma vogliamo che il Comune diventi un’azienda?», ha chiesto il sindaco Paolo Collu. «La ristrutturazione serve per offrire servizi migliori ai cittadini. Io ho avuto 11 mila preferenze e il via libera ad un programma che sto realizzando. All’interno c’è l’efficienza della macchina amministrativa che noi stiamo realizzando». La discussione ha assunto toni duri. «Questo - ha spiegato Giorgio Oppi, leader del Ccd - è un esperimento per sei mesi. Se le cose non vanno bene si potranno cambiare». Poi è nato qualche problema per la votazione della variazione di bilancio. Per Carta è illegittimo. Quindi, sospensione dei lavori. Per Oppi l’unico che poteva dare un parere attendibile era l’assessore al turismo, Roberto Frongia, che aveva accusato Carta di demagogia. «Ma al momento della votazione però Frongia non c’era», ha fatto sapere l’esponente dell’opposizione.

Antonio Martinelli

http://www.unionesarda.it/unione/2001/27-07-01/IGLESIAS/SUL02/A01.html

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