La fabbrica delle bombe di
Domusnovas non può essere costruita. Almeno per
ora. La soprintendente, Francesca Segni
Pulvirenti, ha sospeso la concessione edilizia
rilasciata dal Comune. L’ha reso noto
ufficialmente mercoledì sera l’assessore
comunale all’urbanistica, Giorgio Perseu,
replicando ad un’interrogazione presentata dal
consigliere dell’opposizione Giuliano Marongiu.
«È arrivata una lettera della soprintendente -
ha spiegato Perseu - con la quale ha fatto
sapere di aver richiesto una serie di atti e
cartografie». In pratica deve essere esaminato
a fondo il problema paesaggistico che la Regione
non aveva ancora rilasciato. Quindi, la
conclusione è stata che la società Sei non
potrà realizzare l’ampliamento dello
stabilimento e tanto meno dare il via alla
fabbricazione delle bombe per aerei. «Posso
anche dire - ha spiegato Perseu - che la società
non ha ancora cominciato i lavori».
Dell’arrivo della lettera della soprintendente
nessuno sapeva nulla. Soltanto Giuliano Marongiu
era a conoscenza. Tant’è che Perseu ha dovuto
attendere qualche giorno per averla sul tavolo.
«Mi auguro - ha detto l’esponente dei
Comunisti italiani - che ora anche la Regione si
attivi e faccia in modo che
quell’autorizzazione sia definitivamente
revocata». La notizia sarà accolta con
entusiasmo dalle associazioni che si sono
battute per fermare il progetto, mentre non ci
sarà entusiasmo tra i lavoratori che speravano
nell’iniziativa industriale per consolidare il
proprio posto di lavoro. L’ampliamento
dell’attività, infatti, era stato annunciato
dalla direzione proprio in questa direzione dopo
la chiusura di una consociata avvenuta di
recente in continente.
Il Consiglio comunale ha però discusso altri
argomenti importanti, come quello della
riorganizzazione della macchina burocratica. La
Giunta ha proposto una variazione al bilancio ed
è scoppiata la bagarre. Una parte dei quattrini
incamerati dalla Regione (circa un miliardo)
sono stati infatti destinati a pagare gli
aumenti dei 17 impiegati promossi per decreto
dal sindaco. È stata l’occasione per
discutere dell’argomento dopo che (proposto
dalle opposizioni) era stato sospeso a
maggioranza nella precedente riunione. «Hanno
cercato ancora una volta di non affrontare
questo problema non facendo sapere che quella
variazione serviva per pagare i 230 milioni, per
sei mesi, ai nuovi mini dirigenti. Che
diventeranno 450 - ha poi fatto sapere Carta -
l’anno prossimo. Somma neppure prevista nel
piano pluriennale». Ma poi l’opposizione ha
anche spiegato che ci sono state promozioni sul
campo di impiegati che non hanno i titoli e che
non potrebbero neppure partecipare ad un
eventuale concorso pubblico. Da qui la decisione
(ritenendo l’atto ingiustificato e
illegittimo) di chiedere l’intervento della
Corte dei Conti. «Ma vogliamo che il Comune
diventi un’azienda?», ha chiesto il sindaco
Paolo Collu. «La ristrutturazione serve per
offrire servizi migliori ai cittadini. Io ho
avuto 11 mila preferenze e il via libera ad un
programma che sto realizzando. All’interno
c’è l’efficienza della macchina
amministrativa che noi stiamo realizzando». La
discussione ha assunto toni duri. «Questo - ha
spiegato Giorgio Oppi, leader del Ccd - è un
esperimento per sei mesi. Se le cose non vanno
bene si potranno cambiare». Poi è nato qualche
problema per la votazione della variazione di
bilancio. Per Carta è illegittimo. Quindi,
sospensione dei lavori. Per Oppi l’unico che
poteva dare un parere attendibile era
l’assessore al turismo, Roberto Frongia, che
aveva accusato Carta di demagogia. «Ma al
momento della votazione però Frongia non
c’era», ha fatto sapere l’esponente
dell’opposizione.
Antonio Martinelli
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