Un primo aspetto importante da sottolineare
e chiarire e' che la SEI non sta chiudendo la produzione civile a Domusnovas
e licenziando gli attuali occupati. La SEI intende creare pochi posti aggiuntivi
con un grosso impegno economico (dodici miliardi, di cui il 50% sottoposti
a richiesta di finanziamento pubblico). Pertanto, al momento, la domanda
piu' interessante dal punto di vista economico ed occupazionale, e' se
sia possibile creare gli stessi posti di lavoro con meno soldi e con
altre inziaitive, piu' rispettose dell'ambiente,
della pace, della crescita e della salute, dei lavoratori e dei cittadini.
La nostra opinione e' che un tale scenario
sia non solo possibile ma anche dimostrato nel nostro territorio dalla
nascita di piccole e medie imprese e dallo sviluppo incredibile delle nuove
tecnolgoie informatiche (la Sardegna e' fra le regioni col maggior numero
di disoccupati laureati, pensate la potenzialita' di creare occupazione
qualificata!)
Una seconda osservazione e' che la SEI
di Brescia, stretta fra l'aereoporto militare e la cittadina di Ghedi,
non vede l'ora di trovare
ospitalita' in luoghi piu' ampi e meno
severi (a Ghedi sono gia' mortitre operai ed e' esploso un bunker, con
danni al paese). Questo
significhera' una chiusura a Ghedi (ove
attualmente sono occupate circa 60 persone) e di conseguenza un buon numero
di licenziamenti. Anche se la disoccupazione nel bresciano e' molto bassa,
questa si configura come una classica guerra fra poveri.
Una terza ed ultima osservazione: probabilmente, come di norma per le imprese che si stabiliscono sul nostro terriotrio, la SEI manterra' il controllo amministrativo ed il know-how (la progettazione) a Brescia, spostando qui solo la produzione a minor valore aggiunto. Cosi', quando i tempi saranno piu' difficili anche nel Sulcis, la SEI potra' con poca fatica spostare la produzione in luoghi con meno vincoli ambientali e di sicurezza e soprattutto con manodopera a minor costo.
Ai cittadini, ai disoccupati ed ai lavoratori della SEI, la sfida che noi lanciamo e' la seguente: siamo tutti cittadini attivi e dobbiamo progettare assieme il nostro "camminare sulla nostra terra". L'incontro di venerdi' scorso e' stato il nostro primo, incerto e un po' confuso, ma sincero tentativo per andare in questa direzione.