BIOGRAFIA

Lo scrittore portoghese José Saramago è stato proclamato l'8 ottobre vincitore del Premio Nobel 1998 per la Letteratura. L'Accademia Reale di Svezia ha indicato tra i motivi dell'assegnazione quelli "dell'immaginazione, della umana partecipazione e dell'ironia" con i quali Saramago "ci mette continuamente in grado di comprendere realtà difficili da percepire".

Di famiglia povera, José Saramago nacque ad Azinhaga il 16 novembre 1922; si trasferì all'età di tre anni a Lisbona con la famiglia. Abbandonò gli studi universitari per difficoltà economiche famigliari; per mantenersi lavorò dapprima come fabbro e si dedicò in seguito a varie altre professioni: disegnatore, correttore di bozze, traduttore, giornalista. Prestò infine stabilmente la propria opera in campo editoriale.

Negli anni della dittatura di Salazar (terminata nel 1974) è stato uno strenuo oppositore di quel regime, e fu a sua volta osteggiato da esso nella sua attività giornalistica. Saramago non ha mai nascosto le proprie convinzioni nei confronti dell'ideologia comunista; Juan Arias (autore di un libro recentemente pubblicato in Spagna, José Saramago: el amor imposible) riferisce che "A chi oggi fa notare che avrebbe potuto essere insignito del premio Nobel per la letteratura se avesse rinunciato a proclamarsi comunista, Saramago risponde che neanche per tutti i Nobel del mondo sarebbe stato disponibile a tradire la propria vocazione politica".

Solo dopo la fine della dittatura salazariana in Portogallo, Saramago si dedicò esclusivamente all'attività di scrittore, dopo una esperienza come critico letterario e la pubblicazione, nel 1947, di un primo romanzo Terra do pecado.

Attualmente vive a Lanzarote, nelle Isole Canarie.

Tra i suoi romanzi, tradotti in oltre venticinque lingue, il più noto è probabilmente O Jangada de Pedra (La zattera di pietra); in esso Saramago immagina il distacco per motivi soprannaturali della Penisola Iberica dal continente Europeo e il suo "navigare" senza meta nell'oceano Atlantico: una sorta di allegoria - come commenta ironicamente lo stesso Saramago – della vocazione a barcamenarsi che possiedono politici e autorità o comunque coloro che detengono il potere.

Sono state tradotte in italiano le seguenti opere: Memoriale del convento (1984), L'anno della morte di Ricardo Reis (1985), il già citato La zattera di pietra (1988), Storia dell'assedio di Lisbona (1990), Una terra chiamata Alentejo (1992), Il Vangelo secondo Gesù (1993), Cecità (1996),Viaggio in Portogallo (1996), i racconti Oggetto quasi (1997), Teatro (1997), Tutti i nomi (1998), La caverna (2000).

La preoccupazione nei confronti della società attuale, che è indifferente o ignora i problema di priorità per quanto attiene le questioni sociali è evidente in tutta l'opera di Saramago e chiarisce anche i motivi delle simpatie comuniste dello scrittore. Simpatie che hanno tra l'altro suggerito al Vaticano di commentare negativamente l'attribuzione del Nobel allo scrittore e di attaccare l'Accademia svedese, tramite il suo organo di informazione ufficiale, "L'Osservatore Romano", definendo lo scrittore "un vetero-comunista" animato da una "visione sostanzialmente anti-religiosa" dei problemi.


Notizie utili

Il Nobel a Saramago           Da "ARCA  Cultura e Spettacolo del GR online"
         

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