Due vite parallele

 

L'ESSERE E L'APPARIRE

di Enrico Gilardoni

                                  

                                      Capitolo XXV

 

 

 

 

Il titolare di Tele Frascati, nel far accomodare Renato nel suo ufficio, si scusò per  non essere stato subito disponibile ad ascoltarlo. “Nessun disturbo, niente di grave”,  rispose Renato, “anzi, la breve attesa mi ha offerto l’opportunità  di incontrare un vecchio amico di gioventù”. “Si riferisce forse al dottor Giulio Consalvi?”, chiese il suo interlocutore. “Si, certo, Giulio Consalvi”, confermò Renato. “Come sono diversi gli uomini!”, continuò il responsabile della TV. “Lei è un nostro ottimo cliente ma pone come clausola inderogabile che negli spot che ci commissiona e negli spettacoli che sponsorizza non appaia il suo nome; il suo amico era qui per i motivi opposti”. Nell’apprendere questa  riflessione a voce alta fatta dal suo interlocutore, Renato si incuriosì e solo allora si chiese quali fossero state le ragioni che avevano indotto il suo amico Giulio a prendere contatto con quella emittente locale. Effettivamente, distratto dai convenevoli e dalla sorpresa dell’incontro del tutto imprevisto, non si era posto questa domanda. “Detto fra noi”, continuò il titolare della rete televisiva, “il dottor Consalvi viene spesso nei nostri uffici per caldeggiare sue apparizioni sui nostri teleschermi. Mi sono reso conto che non lo fa per riscuotere le relative parcelle che, come può immaginare, sono piuttosto modeste, quanto perché egli  si sente molto appagato nell’esibirsi. C’è da condurre un dibattito: lui si propone come moderatore; si programma uno spettacolo: ne vorrebbe essere il presentatore; si riesce a organizzare qualche sfida sulla base di giochi o di quiz: a suo parere è la persona giusta per condurre il confronto. In realtà qualche numero lo possiede: conosce le lingue, è spigliato, si dilunga in complimenti per mettere a proprio agio i partecipanti. Lei comprenderà, signor Morelli, che non si può insistere sempre con gli stessi personaggi, ma poi, mi domando, quale notorietà, quale risonanza si può acquisire apparendo sugli schermi di un’emittente locale? Un giovanotto alle prime armi, una studentessa più o meno prosperosa, li posso anche comprendere. Possono essere attratti dal richiamo televisivo o speranzosi di poter poi proseguire la carriera in ambiti più vasti e riuscire a fare il grande balzo a livello nazionale. Un uomo adulto, funzionario del Ministero, non vedo proprio quale ritorno possa avere. Alle volte mi sembra di essere di fronte ad un caso clinico! Mentre da un lato lei, signor Morelli, desidera porre una netta separazione  fra la sua persona e le sue imprese commerciali che costituiscono la concreta essenza della sua attività di imprenditore, il dottor Consalvi privilegia esclusivamente la sua immagine trascurando tutto il resto!”. “Si, è vero. Giulio ha una particolare inclinazione a mettersi in mostra”, concluse Renato, che non voleva perdere tempo né dare adito ad altri commenti relativi a un fatuo costume di vita a lui ben noto. Ragionando, poi, a mente fredda, convenne che Giulio, emarginato dai salotti e dagli incontri di alto livello, non aveva tradito la sua indole: era stato soltanto costretto a ridimensionarla.

 

Con il passare del tempo la tenue speranza che Giulio nutriva nel suo animo si andava affievolendo progressivamente. Al di fuori di qualche breve missione finalizzata alla cura di particolari interventi circoscritti nel tempo, non gli fu più proposto di far parte integrante delle delegazioni diplomatiche presso Stati esteri. Egli provò più volte a farsi avanti dicendosi disposto ad andare anche in sedi particolarmente disagiate pur di tornare a far parte delle rappresentanze diplomatiche vere e proprie. Con argomenti più o meno artificiosi le sue richieste venivano sistematicamente respinte, oppure gli venivano proposti ruoli e condizioni che lui considerava mortificanti. Giorno dopo giorno la frustrazione iniziò ad assalirlo, facendogli toccare con mano come, dopo tanti anni di servizio, la sua attuale posizione fosse del tutto marginale se non addirittura superflua. In sé e per sé la constatazione non lo indisponeva più di tanto. Non gli pesava particolarmente l’assenza di effettive mansioni e carichi di lavoro da svolgere e di cui render conto. Il suo vero cruccio scaturiva dall’impossibilità di avere uno spazio in cui collocarsi in prima persona ed ovviamente degli interlocutori qualificati con i quali poter mettere in mostra la sua personalità estroversa. Queste condizioni erano pressoché assenti nell’ambiente grigio e formale del Ministero, per cui cominciò a farsi strada nella sua mente la scelta di evadere da quell’ufficio che l’opprimeva. Una circostanza a lui favorevole lo decise a compiere il passo risolutivo. La morte di un suo vecchio zio, scapolo e benestante, gli permise nuovamente di disporre di capitali non indifferenti. Nella consapevolezza di aver maturato le condizioni per godere della pensione ministeriale, seppure in misura ridotta, Giulio non frappose indugi. Contattato il proprietario del network, gli propose di investire in quell’impresa un bel numero di milioni che lui avrebbe realizzato dalla vendita delle proprietà ereditate, a condizione di poter entrare a pieno titolo nello staff decisionale dell’emittente ed essere il conduttore di alcuni programmi di intrattenimento. Naturalmente il proprietario della TV, di fronte ad una offerta di quel genere, molto favorevole per quella piccola emittente locale, colse al volo l’occasione, ritenendo inoltre che l’entusiasmo che il suo nuovo socio si accingeva a profondere nell’iniziativa avrebbe certamente fatto aumentare l’indice di ascolto, punto di riferimento essenziale per spuntare migliori condizioni nei contratti pubblicitari.

 

Giulio, in questa nuova veste di anchor-man, si sentì nuovamente realizzato. Lontano dalle scartoffie del Ministero e dai formalismi della burocrazia, cercò di dimenticare definitivamente la grande ribalta internazionale che avrebbe potuto essere a sua portata di mano ove fosse riuscito a moderare il suo sfrenato protagonismo.  La sua nuova posizione gli dava la possibilità di mettere in mostra il suo look e di gestire sapientemente una sorta di sudditanza psicologica nei confronti di quella particolare e giovane fauna di ambo i sessi che ama gravitare nell’ambito della TV, anelando apparizioni sul piccolo schermo. In breve seppe conquistarsi un certo carisma che gli permetteva di atteggiarsi a indiscusso deus ex machina di quel microcosmo. Per diretta conseguenza Giulio riusciva ad ottenere con promesse e blandizie i favori di qualche fanciulla più o meno giovane e prosperosa, disposta a certi compromessi, considerati  il prezzo di una fugace notorietà. In sostanza Giulio aveva trovato la più soddisfacente collocazione conforme alla sua indole frivola. Come succede in un piccolo centro, anche Renato e Benedetta erano al corrente della nuova professione intrapresa da Giulio e convennero che era in fin dei conti confacente al carattere dell’uomo. Non se la cavava neanche male nelle sue ricorrenti apparizioni sul video che qualche volta loro stessi seguivano e, per quanto ne sapessero, quella modesta emittente cittadina stava vivendo un periodo di prosperità.  Infatti il famoso indice di ascolto, tanto sbandierato a livello nazionale, era ugualmente utilizzato a livello cittadino per stabilire l’ascesa o il ridimensionamento di un network. Sulla base di questi rilevamenti Tele Frascati era in netto progresso ed ovviamene Giulio ne rivendicava il merito. Si sentiva inoltre molto gratificato dal successo che stava riscuotendo personalmente grazie ai programmi che conduceva e che lo avevano reso popolare. In questa situazione a lui tanto favorevole, Giulio non si lasciò sfuggire  l’occasione per accentuare la sua mai appagata presunzione. L’aver versato un congruo numero di milioni e attribuendo esclusivamente a sé stesso l’affermazione conquistata, lo aveva indotto a superare ogni remora. Considerandosi l’eminenza grigia di quella emittente, aveva di fatto estromesso il socio di maggioranza disponendo spese eccessive e del tutto superflue. Ad alcune esponenti del gentil sesso dell’entourage non era sfuggito che il vero padrone del vapore era diventato lui e pertanto, conoscendo il suo debole, lo vezzeggiavano con sua grande soddisfazione. Pertanto, mentre Renato continuava ad esercitare la sua ben nota attività ricoprendo con sempre maggiore autorevolezza la posizione che si era conquistato, Giulio era riuscito a ritagliarsi un certo spazio nel ruolo di uomo di spettacolo da lui considerato, comunque, un surrogato di quello, più ambito, che avrebbe voluto esercitare in ben altri ambienti a lui ormai definitivamente preclusi. Nel giro di qualche anno, come capita spesso quando la concorrenza è spietata e l’eccessivo protagonismo vanifica una sana gestione economica, Tele Frascati venne di fatto messa nella condizione di essere fagocitata da un’altra TV locale più potente ed agguerrita. Al di là degli aspetti legali ed economici che di certo non favorirono Giulio nella sua veste di socio della ex Tele Frascati, anche la sua attività di anchor-man fu ridimensionata da chi si era impossessato delle leve di comando della nuova Società. Costui, nella ricerca di volti nuovi da presentare sul teleschermo e sulla scia di una continua innovazione nel proporsi al pubblico dei teleutenti, riteneva che Giulio assomigliasse a quegli specchi vecchi che  hanno una bella cornice ma che riflettono un’immagine sfocata.

 

“Oggi ho incontrato Giulio”, disse Benedetta a suo marito che stava rientrando per la cena; “mi ha salutato come al solito con grande deferenza, mi è parso però un po’ giù di corda”. “E’ qualche tempo che non lo incrocio”, le rispose Renato, “avrà avuto qualche calo nell’audience; mi sembra strano che un tipo come lui disarmi. Voglio chiedere al nuovo titolare di Tele Frascati che mi ha inviato proprio ieri la rassegna dei prossimi programmi che metteranno in onda, per invitarmi a firmare qualche spot da inserire fra uno spettacolo e  l’altro”. “Tu insisti sempre con la pubblicità”, continuò Benedetta, “ti giova effettivamente?”. “Francamente non saprei dire se il raffronto fra costi e benefici mi è favorevole. Sta di fatto che il residence è sempre al completo e c’è gente in lista d’attesa. Il fatturato del pastificio molisano continua a lievitare ed il settore della finanza procede bene. Da quando abbiamo istituito e pubblicizzato, proprio tramite Tele Frascati, il premio per lo studente migliore, ho notato un ulteriore afflusso di clienti. Non saranno certo le spese di pubblicità che mi faranno fallire”, concluse Renato con una punta d’ironia.

 

I due coniugi abbandonarono l’argomento per parlare dei fatti del giorno ed ovviamente cancellarono dalla loro testa Giulio e il suo stato d’animo. Sempre per pura combinazione e sempre presso gli uffici di Tele Frascati, dopo circa una ventina di giorni, Renato incontrò Giulio e fin dal primo momento recepì che l’impressione che gli aveva riferito Benedetta era quanto mai fondata. Innanzitutto, Renato capitò proprio nel momento in cui Giulio stava uscendo dall’ufficio del nuovo direttore proprietario della emittente, reduce da un incontro che l’espressione del suo viso lasciava trasparire non fosse stato per lui molto soddisfacente; in secondo luogo, la sua famosa verve era totalmente scomparsa. Nel salutarlo, infatti, non si dilungò nei complimenti di rito, ponendosi in un ruolo per lui del tutto inconsueto, tanto che Renato  si sentì di scuoterlo con qualche battuta tesa a rincuorarlo.

“Suvvia, Giulio, non mi privare del tuo sorriso; ogni volta che ci siamo incontrati io ho sempre apprezzato la tua serenità e la tua grande apertura ai contatti umani. Stamani ti vedo meno brillante del solito, i contrattempi sono sempre in agguato ma certo non possono influenzare una persona del tuo livello”.

“Oh caro Renato, dimostri di essere quel vero amico che sei sempre stato! Quest’ulteriore grana non ci voleva!”. “Andiamoci a prendere un caffè, ora”, soggiunse Renato; “poi, se vuoi, ne parliamo. Se ti posso essere utile, non fare complimenti”. Uscirono insieme e, dopo essersi recati al bar, Renato lo fece salire nel suo ufficio poco distante.

“E’ che il passaggio di mano di Tele Frascati mi ha sconvolto la vita e…. non solo quella. Mi spiego meglio”, continuò Giulio; “come saprai, il pacchetto di controllo delle quote della Società proprietaria della ex Tele Frascati, in cui anch’io avevo una partecipazione di minoranza, è stato  acquistato dal dottor Salvi, attuale direttore, che anche tu conosci. Ebbene, costui intende impedirmi di continuare a condurre gli spettacoli già programmati e vuole escludere la mia partecipazione a quelli in essere, procurandomi un non indifferente  danno sia economico che alla mia immagine di anchor-man che mi ero saputo guadagnare almeno a livello locale. Come se non bastasse, vuole liquidare la mia partecipazione nella società da lui acquistata, corrispondendomi una somma irrisoria in quanto, a suo dire, la precedente gestione era deficitaria. Infine mi ha del tutto esautorato. Tu capisci, Renato”, continuò Giulio, “al di là della perdita di capitale, per me sarebbe un grande smacco non apparire più sul video. Il mio pubblico, i miei fans cosa penserebbero? Che non sono più all’altezza, che sono superato, una cariatide da emarginare definitivamente. E poi, dopo lo stop della carriera diplomatica, quest’altro incidente mi priva dell’attenzione dentro e fuori dallo schermo; in una parola, mi rende vuoto e dimenticato da tutti”.

Renato lo aveva lasciato sfogare e lo aveva finalmente visto spoglio da tutta quella prosopopea  che amava ostentare. “Ho ascoltato le tue ragioni e mi sono immedesimato nella tua posizione”, gli rispose Renato; “dopo quanto mi hai raccontato, temo di non poterti aiutare granché. Potrò  fare un intervento sul dottor Salvi per quanto riguarda l’entità dell’indennizzo che ti spetta. Per la tua attività di presentatore non credo di  essere in grado di fare molto. Spendere qualche parola non mi sembra il caso: in quel ruolo, per quel che ne so, ti eri affermato; potrebbe essere considerata una ingerenza nella sua gestione. Comunque, vedrò…. Ma poi, caro Giulio”, continuò Renato, “non siamo più dei giovanottelli; la circostanza potrebbe indurti a prenderti una vacanza. Fatti una bella crociera, un viaggio a tappe in Paesi lontani, sei un uomo di mondo, brillante ed intraprendente; ti potresti divertire e dimenticare le attuali amarezze. Anche io sto gradatamente mollando, sono vicino ai sessantacinque e mi sembra giusto passare la mano. Recentemente ho delegato molte responsabilità ai miei più fidati collaboratori, che ho contestualmente reso sempre più partecipi al capitale dell’azienda. Io mantengo la supervisione di tutta la baracca ma sono loro  che devono pedalare. Credo di aver fatto la mia parte. Da tempo ho raggiunto la soglia del benessere e ti confesso che il mio patrimonio è sicuramente sproporzionato rispetto a quanto concepito dalla mia forma mentis, che è rimasta ancorata alle mie origini modeste. Si sono affievolite le motivazioni ed il coinvolgimento nel lavoro è a livello platonico. Inoltre, non ho figli da inserire nell’impresa familiare: anche questa è un’altra ragione per prendermela comoda. Mi sembra che anche tu sia, grosso modo, nelle mie condizioni; anzi, tu sei un single con grandi risorse interiori che ti hanno permesso di condurre un’esistenza brillante”, concluse Renato, consapevole di aver un po’ troppo enfatizzato l’attuale effettiva situazione dell’amico. “Si, si, in parte hai ragione”, gli rispose Giulio; “sei stato come al solito molto benevolo nei miei confronti e hai magnificato la mia posizione, che  in realtà è meno bella di quanto tu l’abbia descritta”.

Si salutarono con calore e ciascuno dei due tornò a dedicarsi alla routine giornaliera.

La sera stessa Benedetta, durante la cena, riferì a suo marito che una sua amica, evidentemente teledipendente, le aveva annunciato che il famoso intrattenitore Giulio Consalvi aveva interrotto la sua collaborazione con Tele Frascati. “A proposito, Benedetta”, le rispose  Renato, “oggi ho avuto un lungo colloquio con Giulio. Avevi ragione tu. E’ affranto sia perché il nuovo proprietario di Tele Frascati non lo vuole  più far lavorare, sia perché gli vuole pagare quattro soldi la sua quota nella precedente società proprietaria dell’emittente. Ho cercato di rincuorarlo; oggi ho compreso che si è trasformato, anzi che è stato costretto a farlo. Ti confesso che mi ha fatto pena. Che razza di testa! Se avesse appena appena messo da parte tutta quell’ostentazione, quel protagonismo spregiudicato, quel volersi considerare sempre il più in vista, non si sarebbe ridotto così. Partendo dalla sua comoda posizione familiare oggi avrebbe potuto essere un ambasciatore in qualche grande capitale!”. “Peccato per lui”, concluse Benedetta.

Per fuggire da quello stato di frustrazione in cui si era venuto a trovare e forse anche spronato dopo quanto gli aveva suggerito Renato, Giulio decise di intraprendere una crociera nei mari caldi. Egli sperava che le distrazioni del viaggio potessero rasserenarlo, pur sapendo che al suo ritorno non gli sarebbe stato facile trovare una sistemazione che, sia pure in un’ottica prettamente dilettantistica, potesse riservargli uno spicchio di notorietà.