Due vite parallele |
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L'ESSERE E L'APPARIRE |
di Enrico
Gilardoni |
Il titolare di Tele Frascati, nel far accomodare Renato
nel suo ufficio, si scusò per non essere
stato subito disponibile ad ascoltarlo. “Nessun disturbo, niente di
grave”, rispose Renato, “anzi, la breve
attesa mi ha offerto l’opportunità di
incontrare un vecchio amico di gioventù”. “Si riferisce forse al dottor Giulio
Consalvi?”, chiese il suo interlocutore. “Si, certo, Giulio Consalvi”, confermò
Renato. “Come sono diversi gli uomini!”, continuò il responsabile della TV.
“Lei è un nostro ottimo cliente ma pone come clausola inderogabile che negli
spot che ci commissiona e negli spettacoli che sponsorizza non appaia il suo
nome; il suo amico era qui per i motivi opposti”. Nell’apprendere questa riflessione a voce alta fatta dal suo interlocutore,
Renato si incuriosì e solo allora si chiese quali fossero state le ragioni che
avevano indotto il suo amico Giulio a prendere contatto con quella emittente
locale. Effettivamente, distratto dai convenevoli e dalla sorpresa
dell’incontro del tutto imprevisto, non si era posto questa domanda. “Detto fra
noi”, continuò il titolare della rete televisiva, “il dottor Consalvi viene
spesso nei nostri uffici per caldeggiare sue apparizioni sui nostri
teleschermi. Mi sono reso conto che non lo fa per riscuotere le relative
parcelle che, come può immaginare, sono piuttosto modeste, quanto perché
egli si sente molto appagato
nell’esibirsi. C’è da condurre un dibattito: lui si propone come moderatore; si
programma uno spettacolo: ne vorrebbe essere il presentatore; si riesce a
organizzare qualche sfida sulla base di giochi o di quiz: a suo parere è la
persona giusta per condurre il confronto. In realtà qualche numero lo possiede:
conosce le lingue, è spigliato, si dilunga in complimenti per mettere a proprio
agio i partecipanti. Lei comprenderà, signor Morelli, che non si può insistere
sempre con gli stessi personaggi, ma poi, mi domando, quale notorietà, quale
risonanza si può acquisire apparendo sugli schermi di un’emittente locale? Un
giovanotto alle prime armi, una studentessa più o meno prosperosa, li posso
anche comprendere. Possono essere attratti dal richiamo televisivo o speranzosi
di poter poi proseguire la carriera in ambiti più vasti e riuscire a fare il
grande balzo a livello nazionale. Un uomo adulto, funzionario del Ministero,
non vedo proprio quale ritorno possa avere. Alle volte mi sembra di essere di
fronte ad un caso clinico! Mentre da un lato lei, signor Morelli, desidera
porre una netta separazione fra la sua
persona e le sue imprese commerciali che costituiscono la concreta essenza
della sua attività di imprenditore, il dottor Consalvi privilegia esclusivamente
la sua immagine trascurando tutto il resto!”. “Si, è vero. Giulio ha una
particolare inclinazione a mettersi in mostra”, concluse Renato, che non voleva
perdere tempo né dare adito ad altri commenti relativi a un fatuo costume di
vita a lui ben noto. Ragionando, poi, a mente fredda, convenne che Giulio,
emarginato dai salotti e dagli incontri di alto livello, non aveva tradito la
sua indole: era stato soltanto costretto a ridimensionarla.
Con il passare del tempo la tenue speranza che Giulio
nutriva nel suo animo si andava affievolendo progressivamente. Al di fuori di
qualche breve missione finalizzata alla cura di particolari interventi
circoscritti nel tempo, non gli fu più proposto di far parte integrante delle
delegazioni diplomatiche presso Stati esteri. Egli provò più volte a farsi
avanti dicendosi disposto ad andare anche in sedi particolarmente disagiate pur
di tornare a far parte delle rappresentanze diplomatiche vere e proprie. Con
argomenti più o meno artificiosi le sue richieste venivano sistematicamente
respinte, oppure gli venivano proposti ruoli e condizioni che lui considerava
mortificanti. Giorno dopo giorno la frustrazione iniziò ad assalirlo,
facendogli toccare con mano come, dopo tanti anni di servizio, la sua attuale
posizione fosse del tutto marginale se non addirittura superflua. In sé e per
sé la constatazione non lo indisponeva più di tanto. Non gli pesava particolarmente
l’assenza di effettive mansioni e carichi di lavoro da svolgere e di cui render
conto. Il suo vero cruccio scaturiva dall’impossibilità di avere uno spazio in
cui collocarsi in prima persona ed ovviamente degli interlocutori qualificati
con i quali poter mettere in mostra la sua personalità estroversa. Queste
condizioni erano pressoché assenti nell’ambiente grigio e formale del
Ministero, per cui cominciò a farsi strada nella sua mente la scelta di evadere
da quell’ufficio che l’opprimeva. Una circostanza a lui favorevole lo decise a
compiere il passo risolutivo. La morte di un suo vecchio zio, scapolo e
benestante, gli permise nuovamente di disporre di capitali non indifferenti.
Nella consapevolezza di aver maturato le condizioni per godere della pensione
ministeriale, seppure in misura ridotta, Giulio non frappose indugi. Contattato
il proprietario del network, gli propose di investire in quell’impresa un bel
numero di milioni che lui avrebbe realizzato dalla vendita delle proprietà
ereditate, a condizione di poter entrare a pieno titolo nello staff decisionale
dell’emittente ed essere il conduttore di alcuni programmi di intrattenimento.
Naturalmente il proprietario della TV, di fronte ad una offerta di quel genere,
molto favorevole per quella piccola emittente locale, colse al volo
l’occasione, ritenendo inoltre che l’entusiasmo che il suo nuovo socio si accingeva
a profondere nell’iniziativa avrebbe certamente fatto aumentare l’indice di
ascolto, punto di riferimento essenziale per spuntare migliori condizioni nei
contratti pubblicitari.
Giulio, in questa nuova veste di anchor-man, si sentì
nuovamente realizzato. Lontano dalle scartoffie del Ministero e dai formalismi
della burocrazia, cercò di dimenticare definitivamente la grande ribalta internazionale
che avrebbe potuto essere a sua portata di mano ove fosse riuscito a moderare
il suo sfrenato protagonismo. La sua
nuova posizione gli dava la possibilità di mettere in mostra il suo look e di
gestire sapientemente una sorta di sudditanza psicologica nei confronti di
quella particolare e giovane fauna di ambo i sessi che ama gravitare
nell’ambito della TV, anelando apparizioni sul piccolo schermo. In breve seppe
conquistarsi un certo carisma che gli permetteva di atteggiarsi a indiscusso
deus ex machina di quel microcosmo. Per diretta conseguenza Giulio riusciva ad
ottenere con promesse e blandizie i favori di qualche fanciulla più o meno
giovane e prosperosa, disposta a certi compromessi, considerati il prezzo di una fugace notorietà. In sostanza
Giulio aveva trovato la più soddisfacente collocazione conforme alla sua indole
frivola. Come succede in un piccolo centro, anche Renato e Benedetta erano al
corrente della nuova professione intrapresa da Giulio e convennero che era in
fin dei conti confacente al carattere dell’uomo. Non se la cavava neanche male
nelle sue ricorrenti apparizioni sul video che qualche volta loro stessi
seguivano e, per quanto ne sapessero, quella modesta emittente cittadina stava
vivendo un periodo di prosperità.
Infatti il famoso indice di ascolto, tanto sbandierato a livello
nazionale, era ugualmente utilizzato a livello cittadino per stabilire l’ascesa
o il ridimensionamento di un network. Sulla base di questi rilevamenti Tele
Frascati era in netto progresso ed ovviamene Giulio ne rivendicava il merito.
Si sentiva inoltre molto gratificato dal successo che stava riscuotendo
personalmente grazie ai programmi che conduceva e che lo avevano reso popolare.
In questa situazione a lui tanto favorevole, Giulio non si lasciò sfuggire l’occasione per accentuare la sua mai
appagata presunzione. L’aver versato un congruo numero di milioni e attribuendo
esclusivamente a sé stesso l’affermazione conquistata, lo aveva indotto a
superare ogni remora. Considerandosi l’eminenza grigia di quella emittente,
aveva di fatto estromesso il socio di maggioranza disponendo spese eccessive e
del tutto superflue. Ad alcune esponenti del gentil sesso dell’entourage non
era sfuggito che il vero padrone del vapore era diventato lui e pertanto,
conoscendo il suo debole, lo vezzeggiavano con sua grande soddisfazione.
Pertanto, mentre Renato continuava ad esercitare la sua ben nota attività
ricoprendo con sempre maggiore autorevolezza la posizione che si era
conquistato, Giulio era riuscito a ritagliarsi un certo spazio nel ruolo di
uomo di spettacolo da lui considerato, comunque, un surrogato di quello, più ambito,
che avrebbe voluto esercitare in ben altri ambienti a lui ormai definitivamente
preclusi. Nel giro di qualche anno, come capita spesso quando la concorrenza è
spietata e l’eccessivo protagonismo vanifica una sana gestione economica, Tele
Frascati venne di fatto messa nella condizione di essere fagocitata da un’altra
TV locale più potente ed agguerrita. Al di là degli aspetti legali ed economici
che di certo non favorirono Giulio nella sua veste di socio della ex Tele
Frascati, anche la sua attività di anchor-man fu ridimensionata da chi si era
impossessato delle leve di comando della nuova Società. Costui, nella ricerca
di volti nuovi da presentare sul teleschermo e sulla scia di una continua
innovazione nel proporsi al pubblico dei teleutenti, riteneva che Giulio
assomigliasse a quegli specchi vecchi che
hanno una bella cornice ma che riflettono un’immagine sfocata.
“Oggi ho incontrato Giulio”, disse Benedetta a suo marito
che stava rientrando per la cena; “mi ha salutato come al solito con grande
deferenza, mi è parso però un po’ giù di corda”. “E’ qualche tempo che non lo
incrocio”, le rispose Renato, “avrà avuto qualche calo nell’audience; mi sembra
strano che un tipo come lui disarmi. Voglio chiedere al nuovo titolare di Tele
Frascati che mi ha inviato proprio ieri la rassegna dei prossimi programmi che
metteranno in onda, per invitarmi a firmare qualche spot da inserire fra uno
spettacolo e l’altro”. “Tu insisti
sempre con la pubblicità”, continuò Benedetta, “ti giova effettivamente?”. “Francamente
non saprei dire se il raffronto fra costi e benefici mi è favorevole. Sta di
fatto che il residence è sempre al completo e c’è gente in lista d’attesa. Il
fatturato del pastificio molisano continua a lievitare ed il settore della
finanza procede bene. Da quando abbiamo istituito e pubblicizzato, proprio
tramite Tele Frascati, il premio per lo studente migliore, ho notato un
ulteriore afflusso di clienti. Non saranno certo le spese di pubblicità che mi
faranno fallire”, concluse Renato con una punta d’ironia.
I due coniugi abbandonarono l’argomento per parlare dei
fatti del giorno ed ovviamente cancellarono dalla loro testa Giulio e il suo
stato d’animo. Sempre per pura combinazione e sempre presso gli uffici di Tele
Frascati, dopo circa una ventina di giorni, Renato incontrò Giulio e fin dal
primo momento recepì che l’impressione che gli aveva riferito Benedetta era
quanto mai fondata. Innanzitutto, Renato capitò proprio nel momento in cui
Giulio stava uscendo dall’ufficio del nuovo direttore proprietario della
emittente, reduce da un incontro che l’espressione del suo viso lasciava
trasparire non fosse stato per lui molto soddisfacente; in secondo luogo, la
sua famosa verve era totalmente scomparsa. Nel salutarlo, infatti, non si dilungò
nei complimenti di rito, ponendosi in un ruolo per lui del tutto inconsueto,
tanto che Renato si sentì di scuoterlo
con qualche battuta tesa a rincuorarlo.
“Suvvia, Giulio, non mi privare del tuo sorriso; ogni volta che ci siamo
incontrati io ho sempre apprezzato la tua serenità e la tua grande apertura ai
contatti umani. Stamani ti vedo meno brillante del solito, i contrattempi sono
sempre in agguato ma certo non possono influenzare una persona del tuo
livello”.
“Oh caro Renato, dimostri di essere quel vero amico che sei sempre stato! Quest’ulteriore
grana non ci voleva!”. “Andiamoci a prendere un caffè, ora”, soggiunse Renato;
“poi, se vuoi, ne parliamo. Se ti posso essere utile, non fare complimenti”. Uscirono
insieme e, dopo essersi recati al bar, Renato lo fece salire nel suo ufficio
poco distante.
“E’ che il passaggio di mano di Tele Frascati mi ha sconvolto la vita e…. non
solo quella. Mi spiego meglio”, continuò Giulio; “come saprai, il pacchetto di
controllo delle quote della Società proprietaria della ex Tele Frascati, in cui
anch’io avevo una partecipazione di minoranza, è stato acquistato dal dottor Salvi, attuale
direttore, che anche tu conosci. Ebbene, costui intende impedirmi di continuare
a condurre gli spettacoli già programmati e vuole escludere la mia
partecipazione a quelli in essere, procurandomi un non indifferente danno sia economico che alla mia immagine di
anchor-man che mi ero saputo guadagnare almeno a livello locale. Come se non
bastasse, vuole liquidare la mia partecipazione nella società da lui acquistata,
corrispondendomi una somma irrisoria in quanto, a suo dire, la precedente
gestione era deficitaria. Infine mi ha del tutto esautorato. Tu capisci,
Renato”, continuò Giulio, “al di là della perdita di capitale, per me sarebbe
un grande smacco non apparire più sul video. Il mio pubblico, i miei fans cosa
penserebbero? Che non sono più all’altezza, che sono superato, una cariatide da
emarginare definitivamente. E poi, dopo lo stop della carriera diplomatica,
quest’altro incidente mi priva dell’attenzione dentro e fuori dallo schermo; in
una parola, mi rende vuoto e dimenticato da tutti”.
Renato lo aveva lasciato sfogare e lo aveva finalmente visto spoglio da
tutta quella prosopopea che amava
ostentare. “Ho ascoltato le tue ragioni e mi sono immedesimato nella tua
posizione”, gli rispose Renato; “dopo quanto mi hai raccontato, temo di non
poterti aiutare granché. Potrò fare un
intervento sul dottor Salvi per quanto riguarda l’entità dell’indennizzo che ti
spetta. Per la tua attività di presentatore non credo di essere in grado di fare molto. Spendere
qualche parola non mi sembra il caso: in quel ruolo, per quel che ne so, ti eri
affermato; potrebbe essere considerata una ingerenza nella sua gestione. Comunque,
vedrò…. Ma poi, caro Giulio”, continuò Renato, “non siamo più dei
giovanottelli; la circostanza potrebbe indurti a prenderti una vacanza. Fatti
una bella crociera, un viaggio a tappe in Paesi lontani, sei un uomo di mondo,
brillante ed intraprendente; ti potresti divertire e dimenticare le attuali
amarezze. Anche io sto gradatamente mollando, sono vicino ai sessantacinque e
mi sembra giusto passare la mano. Recentemente ho delegato molte responsabilità
ai miei più fidati collaboratori, che ho contestualmente reso sempre più
partecipi al capitale dell’azienda. Io mantengo la supervisione di tutta la
baracca ma sono loro che devono
pedalare. Credo di aver fatto la mia parte. Da tempo ho raggiunto la soglia del
benessere e ti confesso che il mio patrimonio è sicuramente sproporzionato
rispetto a quanto concepito dalla mia forma mentis, che è rimasta ancorata alle
mie origini modeste. Si sono affievolite le motivazioni ed il coinvolgimento nel
lavoro è a livello platonico. Inoltre, non ho figli da inserire nell’impresa
familiare: anche questa è un’altra ragione per prendermela comoda. Mi sembra
che anche tu sia, grosso modo, nelle mie condizioni; anzi, tu sei un single con
grandi risorse interiori che ti hanno permesso di condurre un’esistenza
brillante”, concluse Renato, consapevole di aver un po’ troppo enfatizzato
l’attuale effettiva situazione dell’amico. “Si, si, in parte hai ragione”, gli
rispose Giulio; “sei stato come al solito molto benevolo nei miei confronti e
hai magnificato la mia posizione, che
in realtà è meno bella di quanto tu l’abbia descritta”.
Si salutarono con calore e ciascuno dei due tornò a dedicarsi alla routine
giornaliera.
La sera stessa Benedetta, durante la cena, riferì a suo marito che una sua
amica, evidentemente teledipendente, le aveva annunciato che il famoso
intrattenitore Giulio Consalvi aveva interrotto la sua collaborazione con Tele
Frascati. “A proposito, Benedetta”, le rispose
Renato, “oggi ho avuto un lungo colloquio con Giulio. Avevi ragione tu. E’
affranto sia perché il nuovo proprietario di Tele Frascati non lo vuole più far lavorare, sia perché gli vuole
pagare quattro soldi la sua quota nella precedente società proprietaria
dell’emittente. Ho cercato di rincuorarlo; oggi ho compreso che si è
trasformato, anzi che è stato costretto a farlo. Ti confesso che mi ha fatto
pena. Che razza di testa! Se avesse appena appena messo da parte tutta
quell’ostentazione, quel protagonismo spregiudicato, quel volersi considerare
sempre il più in vista, non si sarebbe ridotto così. Partendo dalla sua comoda
posizione familiare oggi avrebbe potuto essere un ambasciatore in qualche
grande capitale!”. “Peccato per lui”, concluse Benedetta.
Per fuggire da quello stato di frustrazione in cui si era venuto a trovare
e forse anche spronato dopo quanto gli aveva suggerito Renato, Giulio decise di
intraprendere una crociera nei mari caldi. Egli sperava che le distrazioni del
viaggio potessero rasserenarlo, pur sapendo che al suo ritorno non gli sarebbe
stato facile trovare una sistemazione che, sia pure in un’ottica prettamente
dilettantistica, potesse riservargli uno spicchio di notorietà.