NAPOLI BONSAI CLUB (Antonio Acampora)  Corso sui Pini   orientali

 

Gli appunti del corso tenuto presso il "Napoli Bonsai Club" 
a cura del dott. Antonio Acampora

nel giardino davanti
candidamente si apre
la camelia

Uejima Onitsura (1661-1738)

 

Delle varietà orientali di pino quelle più utilizzate a Bonsai sono il P. densiflora, P. parviflora e P. parviflora var.pentaphilla, oltre al P. thumbergii.
I pini sono sempre stati considerati i re degli alberi : nella tradizione bonsai il pino nero giapponese ( thumbergii) rappresenta la figura del guerriero, del samurai e rappresenta lo spirito del
Giappone. E’ quindi abbastanza logico che
il pino, con il suo tronco e la sua ramificazione, simboleggia la forza e, in apparente contraddizione, anche la bellezza, per il suo fogliame lucente.
Esaminiamo nel dettaglio alcune varietà orientali di pini:

Pinus parviflora

(pino bianco giapponese)

Se ne conoscono oltre 150 cultivar ( cultivar: una varietà di pianta prodotta per coltivazione. Vengono indicate dopo il genere e la specie, mettendole tra virgolette) che si distinguono per il colore e la lunghezza degli aghi; fra i più usati vi è il “Makino” apprezzato per i piccoli aghi di colore verde-glauco.
Il pino parviflora ha gruppi di cinque aghi lunghi 5-7 cm. leggermente curve di colore verde-blu con superfici interne blu-bianche, coni eretti lunghi 5-8 cm., tronco desquamante in scaglie nerastre con l’età. Naturalmente originario del Giappone è stato introdotto in Europa da John Gould Veich nel 1861.
Per questo pino si impiega una miscela di terriccio composta dal 50% di sabbia, 30% di akadama e 20% di torba alla rinvasatura che avviene in primavera (aprile) o autunno (ottobre), differenziando i tempi per le piante giovani ogni 2-3 anni e per le piante vetuste ogni 3-5 anni.
Si consiglia di lasciare un buon apparato radicale senza ricorrere a drastiche riduzioni. I tempi di fertilizzazione vanno da marzo a giugno e da settembre a novembre, aggiungendo ogni 3-4 mesi, un preparato a base di ferro. L’applicazione del filo va fatta da ottobre a dicembre.


Pinus parviflora var. pentaphilla

(pino a cinque aghi)

E’ una varietà del pinus parviflora originario del nord del Giappone dove viene chiamato Goyo-Matsu.
In natura raggiunge i 25 m., ha una forma piramidale, gli aghi sono riuniti in ciuffi in numero di cinque da cui trae il nome. Essi sono di colore verde-azzurro, contornati da due strisce di colore resina.
Il pentaphilla va esposto all’aperto in un luogo soleggiato e ben ventilato, ed in inverno nella nostra regione non necessita di nessuna protezione. La miscela di terriccio è la stessa del Pinus parviflora.
La torba in questa miscela è utile nel nostro clima sia come riserva di acqua in estate, che per abbassare il ph del terreno, ricordando che il ph ottimale del
terreno oscilla tra 5,8 e 6.0.
Bisogna ricordare anche che la maggior parte dei pini dipende dalla simbiosi con la micorriza per utilizzare i minerali del terreno, poiché il loro apparato sotterraneo è molto scarso di peli radicali. Nel rinvaso è perciò vantaggioso inseminare il terriccio nuovo aggiungendogli parte della terra originale ricca di funghi benefici presi presso le radici. La parte visibile di questa micorriza si presenta come una muffetta biancastra. Le micorrize sono un’associazione tra radici e microrganismi. Le micorrize
forniscono forniscono alla pianta ospite soprattutto fosfati e anche altri sali minerali quali nitrati o ammonio e sono
importanti per gli alberi che presentano radici con scarsi peli radicali. Le ife fungine (filamento del micelio) delle micorrize aumentano la superficie assorbente della radice e con la loro crescita esplorano una maggiore quantità di terreno alla ricerca di zone non sfruttate.
Per le patologie e parassiti che potrebbero attaccare questi pini, si deve cercare di prevenire con un’attenta osservazione della pianta e procedendo a cicliche disinfestazioni. Il pino si comporta in modo assai subdolo di fronte alle malattie. Passano sempre almeno 10-20 giorni prima che riveli i segni del malanno che lo ha colpito, questa è la ragione per cui è sempre così difficile guarire un pino malato. I più frequenti malanni sono provocati da errori nella preparazione del terriccio, nella fertilizzazione o nelle innaffiature. Tra i parassiti che più frequentemente attaccano i bonsai di pino vi sono le crittogame, le più pericolose in quanto colpiscono le radici , mettendo a repentaglio la vita di tutta la pianta. Grave è l’infezione da Phytophtora e va trattata con Aliette, un prodotto a base di sali d’alluminio. I parassiti animali sono i soliti: l’afide lanigero, che si può prevenire con il Croneton, il temuto ragnetto rosso; e la cocciniglia farinosa è estremamente pericolosa quando libera le giovani neanidi,che microscopiche si annidano tra gli aghi pungendoli e facendoli ingiallire e cadere. Per il trattamento si spruzza una miscela con olio vegetale ed insetticidi. Una cautela, ad esempio, va messa in atto quando si sgemma o si agisce sui germogli. E’ assai elevato il rischio di diffondere una eventuale infestazione da un punto all’altro dell’albero o tra differenti soggetti. Eseguire nel dubbio un trattamento insetticida prima e dopo l’operazione.

Pinus densiflora

(pino rosso giapponese)

Ha gli aghi riuniti a coppie di colore verde chiaro, lunghi dai 5-12 cm.. Pianta più delicata delle altre varietà, predilige ambienti secchi. E’ la controparte del nostro pino silvestre, ed ha la giovane corteccia rossastra.

Pinus thunbergii

(pino nero giapponese)

E’ la specie più coltivata in Giappone, necessita di terreno asciutto, va esposto in pieno sole, ha una corteccia spessa. Gli aghi sono a paia lunghi 7-18 cm..


Pinus thunbergii cv. corticosa

E’ il più noto cultivar del P. thunbergii, che si fa ammirare per la corteccia sugherosa del tronco. Il pinus corticosa va rinvasato ogni 3-5 anni in primavera. Ogni 2-3 anni si provvederà all’asportazione completa delle candelette. La frequenza delle innaffiature dovrà permettere al terriccio di asciugarsi parzialmente. Anche in questo caso l’applicazione del filo sarà concentrata tra l’autunno e l’inverno.

Potature rigenerative

Riguardo ai pini vi sono differenti tecniche di potatura: quella di struttura e quella rigenerativa. La prima ha caratteristiche estetiche simili a quelle relative alla maggioranza delle altre specie. Diversa è invece la potatura ai fini rigenerativi, che è specifica dei pini e di alcune altre conifere: ha il preciso scopo di provocare o di incrementare la produzione delle nuove gemme sull’albero. Nei pini alla base degli aghi vi è un rudimentale embrione di una nuova gemma, ed è proprio questo che deve essere stimolato. E’ troppo piccolo da scorgerlo ad occhio nudo, occorre un microscopio per renderlo visibile. In condizioni normali, l’embrione rimarrebbe inerte, cadendo con gli aghi. La potatura delle candele e dei germogli è per l’albero una sorta di ferita aperta, alla quale reagisce rilasciando alcune auxine (sostanze organiche), che provocano lo sviluppo a catena di numerosi embrioni di gemme, in gemme vere e proprie su tratti di rami rimasti nudi anche per più anni.

Programma della modellatura del pino a cinque aghi

Per ottenere un bonsai è molto importante saper disporre dell’energia e della forza dell’albero. Energia è intesa come sinonimo di crescita. Lasciando crescere un bonsai liberamente le zone forti tendono a crescere molto a scapito delle deboli. Generalmente la parte alta è la zona più forte perchè riceve più sole ed aria. Di conseguenza è indispensabile saper distribuire bene la vigoria. Si tratta di un’attività costante, da realizzare durante l’intero periodo vegetativo, dalla primavera all’autunno. L’oggetto verso il quale vanno rivolti tutti gli sforzi sono i germogli forti. Lasciandoli crescere assorbirebbero tutta la forza dell’albero. Queste operazioni sono da eseguire su un bonsai di cui si sia già deciso lo scheletro di base dei rami primari.

Pinzatura delle candele (Aprile)

L’epoca più adatta è la fine di aprile, quando i nuovi aghi stanno per aprirsi. Usando le dita si lascia solo 1/2 della lunghezza iniziale delle candele. Nel punto in cui si taglia la candela appaiono germogli che si apriranno l’anno seguente. In primo luogo si pinzano le candele più lunghe,

Pinzatura delle candele Risultato della pinzatura delle candele
     Pinzatura delle candele  Risultato della pinzatura candele

e una settimana dopo le rimanenti. Su un albero già formato si lascia solo 1/4 della candela. Su un albero in creazione si può non pinzare affatto, in quest’ultimo caso si applica la potatura dei germogli.


                     

Potatura dei germogli

(Maggio-Giugno)

La potatura dei germogli si effettua nelle zone forti. L’epoca più adatta è la fine di maggio o l’inizio di giugno, quando gli aghi sono sul punto di aprirsi. Si taglia il germoglio con le cesoie, lasciando 4-5 gruppi di aghi nuovi. E’ molto efficace per ingrossare un ramo e allo stesso tempo manternerlo folto. Serve anche per regolare la crescita. Su alberi giovani è preferibile potare i germogli piuttosto che le candele.

Potatura dei germogli   Risultato della potatura dei germogli
        Potatura dei germogli Risultato della pot.dei germogli       

      

Potatura

(Maggio-Giugno)

La potatura è un’operazione complementare alla potatura dei germogli.

                         Potatura        Potatura (particolare)

 Con la potatura si dà vigore alle zone interne dell’albero, si ritocca la modellatura della silhouette e si controlla la direzione di crescita dei rami. L’epoca più adatta è dalla fine di maggio all’inizio di giugno. Pur avendo lavorato bene durante la primavera alla fine dell’estate il bonsai presenterà ancora zone forti e zone deboli.Quindi in autunno sarà necessario regolare di nuovo la vigoria. Mentre i lavori primaverili sono rivolti ai rami forti, quelli autunnali sono rivolti a tutti i rami.

               Dopo la potatura

 

Potatura aghi

(Settembre)

Contrariamente al pino nero, la corteccia del pino a 5 aghi è delicata e se strappassimo gli aghi vecchi l’albero perderebbe linfa.
Si usano perciò le cesoie per tagliare gli aghi dell’anno precedente, lasciando uno o due millimetri di base

 Risultato del taglio degli aghi

.                          

           Taglio degli aghi

L'epoca più adatta è metà settembre, quando gli aghi sono già maturi.
Si agisce secondo le zone di vigoria: dai rami deboli non si tolgono gli aghi, dai rami di media vigoria si tolgono solo gli aghi vecchi e da quelli forti, oltre agli aghi vecchi si tolgono qualche ago nuovo.

Eliminazione delle gemme

(Ottobre)

L’epoca più adatta è metà ottobre. E’ norma generale lasciare solo due gemme su ciascun germoglio. Dai rami forti si tolgono le gemme forti e quelle deboli dai rami deboli. Se si vuole far crescere un ramo non si taglia nessuna gemma. Se si lasciassero tutte le gemme l’anno successivo l’albero sarebbe sgraziato. In inverno si può invece avvolgere e modellare.

    Eliminazione delle gemme

 Dopo queste operazioni si riuscirà ad equilibrare il vigore vegetativo di tutte le zone dell’albero.

Calendario di lavoro per il Pino Nero

(Pinus thunbergii)

Il fattore più importante per ottenere un bell’esemplare bonsai consiste nel bilanciare e suddividere l’energia
apportata dalle radici.

Scelta delgi aghi

(da Ottobre a Febbraio)

Il bonsai viene suddiviso in tre zone distinte di vigorie. In vista della germogliazione dell’anno successivo è imprescindibile correggere tali differenze effettuando una corretta selezione degli aghi, si eliminano molti aghi dai rami forti,frenandone la vigoria. Dalla zona media si tolgono quasi esclusivamente gli aghi vecchi e dalle zone deboli se ne tolgono pochissimi.

Pinzatura delle candele

(dall’inizio alla meta' di Maggio)

La germogliazione a forma di candela è caratteristica dei pini maturi. Lasciando crescere le candele senza pinzarli i nuovi aghi rimarrebbero molto al di sopra di quelli vecchi. Per pinzare la candela, si tiene la candela con una mano, va spezzata con l’altra lasciando 1/2 o 1/3 della lunghezza totale.

Potatura dei germogli

(dalla meta' di Giugno alla fine di Luglio)

Le candele dovrebbero essere già aperte formando i primi germogli dell’anno. La potatura di questa germogliazione ha lo scopo di equilibrare le differenze di vigoria. Cominciando dalla parte debole (quella inferiore) intorno alla metà di giugno si taglieranno tutti i germogli deboli dalla base. Una settimana o dieci giorni dopo si taglieranno i germogli deboli della zona di vigoria media. Ancora sette-dieci giorni dopo si elimineranno completamente i germogli forti della parte alta dell’albero.

Eliminazione delle gemme

(fine di Luglio - primi di Agosto)

Dopo la potatura dei germogli, cominceranno a formarsi le gemme per la seconda germogliazione. Alla fine di luglio si elimineranno con le pinze le gemme inutili. Dopo il mese di agosto non si eliminano le gemme. La potatura delle gemme si basa anche in questo caso, sulle tre zone di vigoria. La zona bassa, insieme all’interno della zona centrale e superiore, è debole e pertanto viene lavorata per prima. Dopo la pinzatura delle candele si formeranno cinque o sei gemme, di queste se ne lasciano solo due, eliminando quelle inutili. Per scegliere quali conservare si tiene in considerazione la direzione verso la quale crescerebbero i nuovi germogli che da esse spunterebbero, lasciando quelle che interessano.