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  MUSICA LAUS


 Da: “ L’OSSERVATORE  ROMANO”  24 Aprile 1993 (Antonio BRAGA)

Una registrazione del “Concerto Spirituale” nel solco di un’antica tradizione

UNA SINTESI DI VOCI E DI STILI DIVERSI CHE SPAZIANO ATTRAVERSO IL TEMPO

 
Una famiglia di musicisti francesi, i Danican, prese il soprannome di “Philidor”: ad essa appartenne Anne, che malgrado il nome femminile ai nostri occhi, era un oboista (e flautista) di valore, sovrintendente della musica del principe de Conti e direttore dei concerti della duchessa del Maine. 
A lui si fa risalire la fondazione del “Concert Spirituel”, 
Una iniziativa quaresimale in prevalenza di musica sacra, sorta a scopo di beneficenza. 
Dal 1725 l’istituzione divenne fissa , e diede ventiquattro concerti pubblici all’anno fino al 1791, quando Viotti, direttore della benefica istituzione, fu costretto a fuggire in Inghilterra per la rivoluzione.
Il concerto, così com’è divenuto oggi, ebbe origine dalle “accademie” italiane del periodo rinascimentale . 
Il primo paese  che accolse l’idea di fare concerti pubblici, dopo  l’Italia, fu l’Inghilterra  del tempo di Shakespeare;  col violinista John Banister divennero fissi, a cadenza settimanale (e sempre con pubblico pagante).
In Francia oltre i concerti spirituali, fiorirono nella prima metà del secolo XVIII altre istituzioni analoghe, come il “Concert francais” creato anche da Phildor, ed il “Concert Italien” sostenuto da ricchi melomani borghesi, come Monsieur de la Pouplinière, protettore di Rameau.
In tale contesto si svilupparono anche le note querelles, che oscillavano tra l’Opera e le “accademie”.
A tal proposito  la registrazione in un cd  , dal titolo “Concert Spirituel”     (LCD Music 74003),    che si colloca nella linea di quella tradizione , in quanto“per la sua potenza evocativa, l’arte è stata spesso tramite di elevazione, ammaestramento, riflessione”come giustamente afferma padre Luigi Mulatero, direttore  del complesso vocale “Musica Laus”  nella nota introduttiva al disco, registrato nella Sacrestia della chiesa dei SS. Martiri di Torino.
Come scrisse Bach sul suo Orgelbuchlein:
“ A DIO per lodarlo, al prossimo per istruirlo”
il motto potrebbe essere apposto anche al “Concerto Spirituale” che viene evocato in questo disco con un preciso piano secondo la tradizione storica : innanzi tutto vi è un lettore (qui l’attore Mario Brusa) che legge alcune pagine introduttive, come brani dei Vangeli o dalla liturgia, dando così unità intrinseca ai brani cantati.
Questi spaziano attraverso il tempo, associando voci e stili diversi in una sintesi  che trova la sua ragione d’essere nella fede. Tutte le pagine presentate hanno un preciso interesse, sia per la novità dei brani, che per l’opportuna riproposta. Si allineano così ottime pagine che spaziano :
da Davide Cantino, nato nel 1959 ( una “Ave Maria” a tre voci),a Giovanni Antonio Giaj ( “O Adonai” a quattro voci), compositore torinese, maestro di cappella del Duomo dal 1732 alla morte avvenuta nel 64.  Segue “Hodie Christus natus est” di Massimo Nosetti,compositore  nato nel 1960: un “Gloria” di anonimo, e “Ubi Caritas” di Maurice Duruflè, noto organista e compositore francese, vissuto tra il 1902 ed il 1986, allievo di Vierne, Caussade e Dukas, poi insegnante d’organo al conservatorio parigino. Di Giovanni Matteo Asola, vissuto tra il 1524 ed il 1609, canonico veneziano e collega dello Zarlino, autore di una stampo ad onore del Palestrina, si presentano “In Monte Oliveti”e “Tristis est” tutti a quattro voci miste.  L’ “Adoramus te, Christe” di Quirino Gasparini, reputato violoncellista e compositore bergamasco attivo a Torino dove fu maestro di cappella della Cattedrale sino alla morte nel 1778 , fu a lungo attribuito a Mozart, che invece lo aveva solo ricopiato, ed al quale il Kochel nel suo catalogo mozartiano diede il numero 327.    E poi “Eli Eli” di Georgy Deakbardos, nato nel 1917 . Dal canto gregoriano , “Victime paschali laudes”:    ed  infine “In gloria Dei” di Donizetti.



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