LA SICILIA NELLA STORIA

 

Le prime testimonianze della presenza dell'uomo in Sicilia risalgono al Paleolitico Superiore come è provato dalle pitture rupestri dell'isola di Levanzo e del Monte Pellegrino. Anche la civiltà neolitica ha lasciato numerose tracce con gli utensili di ossidiana che conferirono in quell'epoca una reputazione industriale alle Eolie. Due popoli si spartiscono l'isola: l'Ovest, i Sicani di razza mediterranea e l'Est, i Siculi, di razza indoeuropea, venuti dal continente italiano.

LA SICILIA GRECA

Nel secolo VIII a.c. inizia la colonizzazione intrapresa dai Fenici di Cartagine e dai Greci. Verso la metà di questo secolo gli onu delle città euboniche e calcedoniche sbarcano a Naxos e si installano a Lentini, Catania, Zancle e Himera. I Corinzi fondano Siracusa nel 733 e i Cretesi Megara Hiblaea che fonda, a sua volta, Selinunte. I greci impongono a poco a poco la loro cultura, le loro tradizioni, i loro costumi e creano all'interno del paese delle colonie che assorbono le popolazioni indigene. Da colonizzatori si trasformano in agricoltori e sfruttano le zone più ricche situate lungo le coste. Seguono rivalità e lotte intestine che fanno nascere la tirannia. Uomini ambiziosi, favoriti dal cambiamento delle condizioni sociali nelle città, si impadroniscono del potere. Falaride regna su Agrigento (570-550), Gelone si impadronisce di Siracusa e arriva a stabilire l'egemonia della città. Nel 480, i siracusani respingono i primi tentativi dei cartaginesi ai quali infliggono una dura sconfitta a Imera. Trent'anni dopo soffocano l'insurrezione sicula. Siracusa "l'Atene dell'Occidente", allora all'apogeo, si scontrerà con l'Atene di Pericle che è appena uscita vittoriosa dalla guerra del Peloponneso contro Sparta. Atene tenta invano di abbattere l'egemonia di Siracusa ma nel 413 il suo esercito ècompletamente distrutto da quello dei siracusani, guidati da Dionigi. I 7.000 prigionieri greci sono rinchiusi nelle latomie dove moriranno.

LA SICILIA ROMANA

Nel 408, i cartaginesi guidati da Annibale cercano nuovamente di occupare l'isola. Essi arrivano a distruggere Selinunte, Agrigento e Gela, ma il loro esercito, decimato dalla peste, non riesce a impadronirsi di Siracusa. La Sicilia è adesso divisa in due blocchi: Siracusa a Est, Cartagine a Ovest. Le ostilità diventano permanenti; ognuno cerca l'occasione di estendere i propri possedimenti. Agatocle, tiranno di Siracusa, porta la guerra in Africa sul territorio di Cartagine. Roma risolverà questo conflitto. Terminata la conquista dell'Italia, i romani si volgono verso la Sicilia e si scontrano con i cartaginesi nella prima guerra punica, chiamata anche guerra sicula. Durante la lì guerra punica, Siracusa di allea con i cartaginesi ma essa èassediata dal console romano Marcello che, rinunciando a prenderla d'assalto, la indebolirà lentamente con la fame e se ne impadronirà con il tradimento. La Sicilia diventa una provincia romana sotto l'autorità di un pretore. Due questori, uno a Siracusa, l'altro a Lilibeo, controllano il commercio del grano, principale ricchezza dell'isola, amministrano il tesoro e prelevano la decima. Questa dominazione dura secoli durante i quali schiavi, acquistati a Delo o in Asia e liberi cittadini faranno fruttare le terre dei vasti domini. Tuttavia, a causa dell'esodo e della malaria, numerose città periranno; in compenso, altre come Catania, Taormina o Palermo, si svilupperanno.

LA SICILIA NORMANNA

La caduta dell'impero romano, all'inizio del V secolo dell'era cristiana, l'isola è invasa dai vandali di Genserico e dopo dai Goti. Nel 535, passa sotto il dominio bizantino dopo la conquista fattane da Belisario, generale di Giustiniano. I saraceni, padroni del Mediterraneo, fanno frequenti incursioni per circa mezzo secolo, e la loro conquista progressiva li condurrà a regnare in Sicilia nel 902. Sotto la dominazione araba la Sicilia conosce la sua età dell'oro; le condizioni economiche e sociali migliorano considerevolmente. Ma questa presenza mussulmana, vero ponte tra l'Africa e l'Europa, non è ben vista dal mondo occidentale. lì Papa promette ai normanni, già installati nell'italia meridionale, la sovranità della Sicilia se essi riusciranno a scacciare gli "infedeli". Il conte Ruggero d'Altavilla con alcuni cavalieri intraprende, dall 060 all 091 la liberazione dell'isola. Sotto il regno dei re normanni, Ruggero 11(1105-1154) Guglielmo 1(1154-1166) e Gugliemo 11(1166-1180) la Sicilia raggiunge l'apogeo sia sul piano materiale che su quello artistico e culturale. I normanni governano con tolleranza e adottano un modo di vivere inspirato all'Oriente senza tuttavia rinnegare la loro origine cristiana.

DALLA RIVOLTA DEI VESPRI ALLA SPEDIZIONE DEI MILLE

Guglielmo Il non avendo erede diretto dà in sposa la figlia postuma di Ruggero lì a Enrico VI di Svezia, figlio di Federico Barbarossa.. Enrico VI muore nell 197, e sua mo~lie Costanza un anno più tardi, lasciando sul trono un bambino di quattro anni, Federico Il, che sarà incoronato nell 215 ad Aquisgrana. Alla sua morte, avvenuta nell 250, la Sicilia è coinvolta nella lotta che oppone il Papato all'Impero. Urbano IV pone Carlo Di Angiò, fratello di 5. Luigi, a capo del regno di Sicilia, ma gli angiomi, per le loro violenze, la loro fiscalità e le spoliazioni a favore dei nobili francesi, creano un clima che induce il popolo siciliano a sollevarsi nell 282. La famosa rivolta dei "Vespri Siciliani" partita da Palermo, causa il massacro di tutti i francesi. Pietro D'Aragona ne approfitta per sbarcare a Trapani e farsi proclamare Re di Sicilia. L'isola entra così nell'orbita della Spagna e perde la sua autonomia. Nell 415, il primo vicere spagnolo fa il suo ingresso a Palermo. Cominciano allora tre secoli di decadenza e di impoverimento contrassegnati comunque da alcuni tentativi di rivolta. Le insurrezioni popolari dell 647 e dell 672 sono brutalmente represse. In seguito alle guerre di successione spagnola e polacca, l'isola passa nell 712 alla Casa di Savoia che la scambia nell 738 con la Sardegna. Essa diviene in seguito possedimento austriaco prima di essere data ai Borboni di Napoli.

LA SICILIA ITALIANA

  Il 1860 sarà l'anno decisivo del Risorgimento e dell'unità d'Italia. Al nord una serie di guerre e di operazioni politiche portano all'annessione di più stati al Regno di Sardegna. Un gruppetto di democratici, tra cui Garibaldi e Cattaneo, decide allora di accelerare questo processo di unificazione. Garibaldi e Cattaneo scelgono la Sicilia come terreno d'azione, poichè i movimenti rivoluzionari sono particolarmente virulenti nell'isola. A Palermo, si organizza un complotto rivoluzionario per il 4 aprile, ma la polizia informata da una spia arresta tutti i congiurati. Soffocata nella città, la rivolta si sviluppa allora nelle campagne. 11000 volontari di Garibaldi sbarcano a Marsala l'lì maggio e infliggono una prima sconfitta alle truppe regolari. Questa spedizione rappresenta una vera speranza per una popolazione, che per parecchi secoli, ha subito le diverse dominazioni straniere. I contadini si batteranno per la terra e per il lavoro, e Garibaldi sarà considerato come un salvatore. 1121 ottobre i siciliani scelgono per plebiscito di essere annessi al giovane Regno d'Italia. La Sicilia conosce allora gli stessi problemi del mezzogiorno peninsulare. Roma è lontana. Durante l'ultima guerra, essa spera di diventare il centro di quel "Mare nostrum" sognato da Mussolini, ma il 10 luglio 1943 le truppe anglo-americane sbarcano tra Licata e Siracusa. Il soffio del separatismo passa sulla Sicilia ma il movimento degenera. 1115 maggio 1946, lo statuto di autonomia regionale della Sicilia è promulgato con decreto e il primo parlamento siciliano èeletto nell'aprile dell 947, dando cosi all'isola una autonomia amministrativa regionale. La Sicilia è divisa in nove provincie i cui capoluoghi sono: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani.

UN PEZZO D'ITALIA ALLA DERIVA

Circa 600.000 anni fa, la Siciia fu strappata al continente italiano in seguito a violente scosse sismiche; la grande regione e le sue parti emerse si staccarono così dalla penisola. Il celebre geografo Strabone faceva già osservare nel suo trattato di geografia, scritto circa 2.000 anni fa, che la Punta di Pizzo, in Calabria, e quella di Peloro, in Sicilia, combacerebbero perfettamente se si potessero giustapporre. La Sicilia e le Eolie sono dunque simili ai pezzi di un puzzle andati alla deriva dopo un cataclisma. Questa rottura permetteva alla Sicilia di formarsi un universo, una fisionomia, dei costumi, un folklore e delle tradizioni particolari. Se l'italia del Sud "dipende contemporaneamente dall'Oriente, dalla Grecia, da Bisanzio, la Sicilia malgrado la sua componente greco-classica e il passaggio dei Bizantini sul suo territorio, ricorda soprattutto l'Africa del Nord. L'influenza araba vi si è esercitata in ma~iera evidente (M. Brandon-Albini)". Sebbene lo Stretto di Messina non sia largo che tre Km., la Sicilia, anche dal punto di vista geografico, costituisce un mondo a parte.

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