UN'ESCURSIONE DA RE:

IL LAGO MISERIN

Una cosa è certa: il re Vittorio Emanuele amava la caccia.
Anche se questa sua smodata passione ha portato alla quasi totale estinzione di animali alpini come camosci, caprioli e stambecchi (e alla totale scomparsa dell'aquila reale, del grifone e di altri volatili d'alta quota), non si può non dimenticare che è stato proprio il suo amore per la natura a dare vita al Parco nazionale del Gran Paradiso ed a salvaguardare altre importanti zone alpine di Piemonte e Val d'Aosta.
Le tracce del passaggio del re e del suo seguito sono ben visibili in gran parte delle montagne ai confini con la Francia: strade di caccia, rifugi, opere di mantenimento.
Un caso tipico è quello della valle di Champorcher, una valle che pur non possedendo cime particolarmente elevate offre all'escursionista alcuni itinerari non particolarmente impegnativi ma di grande valore paesaggistico, anche se talvolta deturpati dalla vista di enormi piloni delle linee che riportano l'energia elettrica alla centrale nucleare francese, per altro ferma da anni, di Superphénix.
Quello che vi propongo questa settimana conduce alla conca del lago Miserin (nella foto qui sotto, in versione primaverile), a circa 2.580 metri di quota.

Arrivati a Champorcher (1.427 m.) si imbocca, tra la lavanderia pubblica e una torre dell'ENEL, la ripida strada che porta a Dondena seguendola fin dove questa diventa sterrata; si continua sullo sterrato, che generalmente è facilmente percorribile, fino alla piana dove sorgono le rovine del vecchio agglomerato distrutto dai nazisti nel 1944 perché base partigiana, la ex-casa di caccia reale, una diroccata caserma e il rifugio Dondena (2.200 m., una ventina di minuti in auto, a piedi i 5 Km. da Dondena alla piana si percorrono in circa 1 ora e 15 minuti; nella foto i resti delle case di caccia).


Lasciata l'auto negli spazi adibiti a parcheggio (conviene lasciarla con la fronte a valle...), possiamo inoltrarci a sinistra sulla evidente strada che parte dalla carta della zona in prossimità del parcheggio stesso.
Superato il torrente Ayasse su un ponte di legno si può scegliere se attraversare per scorciatoie le case dell'alpeggio o se, ancora a sinistra, seguire gli ampi tornanti della strada di caccia che una volta collegava Champorcher a Cogne, oggi in certi tratti distrutta dai lavori di costruzione dell'elettrodotto.
Alzandosi, man mano si allarga il panorama alle vostre spalle e di fronte a voi con, a valle, il villaggio di Chardonney e tutta la vallata di Champorcher, e a monte le cime dei "tremila" che si stagliano nel cielo: da destra a sinistra il Mont Glacier (3.185 m.), il Delà (3.139 m.), il Moussaillon (3.073 m.), il Bec Costazza (3.092 m.), la Rosa dei Banchi (3.163 m., l'unica cima della valle ad avere un piccolo ghiacciaio perenne, qui sotto).


Seguendo le indicazioni dell'Alta Via della Val d'Aosta n. 2 o quelle del sentiero marcato 7b per il lago Miserin appunto, si arriverà al Pian di Roche dal quale, in alto sulla sinistra, si può vedere una piccola costruzione in muratura che sorge proprio nella conca del lago.
Ancora pochi tornanti della strada superano l'ultima salita che immette al pianoro dove è situato il lago.
La salita lungo la strada è piacevole e priva di difficoltà e si può compiere tranquillamente in circa due ore dal parcheggio di Dondena.
Lo spettacolo del lago vale sicuramente il tempo di salita: nelle sue acque si specchiano le cime circostanti, spesso innevate fino a tarda primavera.
Sulle sue sponde, subito visibili dal sentiero di salita, il santuario della Madonna della neve (eccolo in foto), ricostruito intorno al 1880 ma originario del 1600 dove il 5 agosto di ogni anno si festeggia la Madonna della neve appunto, un piccolo posto di ristoro (il rifugio del Miserin) e la diga di contenimento delle acque.


Ovviamente con le dovute precauzioni si può effettuare il giro dello specchio d'acqua per coglierne le vedute diverse e per vederne meglio il fondo: si dice che le sue acque siano pescose, anche se vi ricordo che è vietato "approfittarne".
Oltre ad eventuali pesci, c'è la possibilità tutt'altro che remota di vedere nella zona camosci e stambecchi, aquile e pernici, nonché le immancabili e simpatiche marmotte.
Per chi volesse camminare ancora un poco, c'è la possibilità di continuare a salire verso il Ghiacciaio della Rosa dei Banchi, seguendo lungo la sponda sinistra del lago un'evidente traccia che si innalza piano piano fino a sbucare sul pianoro ghiacciato (prestare attenzione!).

La discesa a Dondena avviene per lo stesso itinerario di salita in circa 1 ora e 30 minuti.

Piccoli consigli che potranno esservi utili.

Le località:
Champorcher, 1.427 m., in provincia di Aosta, si raggiunge uscendo dal casello Pont St. Martin dell'autostrada A5 per Aosta e, dopo il paese di Bard svoltando a sinistra sulla strada regionale n. 2 (15 Km. da Bard, circa 60 da Aosta).
Dondena, 2.100 m., per strada in parte asfaltata in parte sterrata ma percorribile in buone condizioni meteorologiche (1 ora circa dall'autostrada).

I numeri utili:
Azienda di promozione turistica di Aosta, tel. 0165.33352.
Ufficio Informazioni Turistiche di Aosta, tel. 0165.236627.
Soccorso Alpino Valdostano, Champorcher, tel. 0125.84192.
Richieste di soccorso, tel. 118.
Bollettino meteorologico Regione Valle d'Aosta, tel. 0165.776300.
Unione valdostana delle Guide d'alta montagna, tel. 0165.44448.

I rifugi:
Rifugio Dondena, 2.200 metri, gestito dalla Cooperativa Agricola di Dondena, aperto da luglio a settembre con servizio d'alberghetto, raggiungibile da Dondena in pochi minuti, tel. 0125.37206 oppure 0125.37157.
Rifugio Lago Miserin, 2.582 metri, più che altro un posto di ristoro e ricovero per pellegrini e gitanti, aperto e custodito nel solo mese di agosto, raggiungibile da Dondena in circa 2 ore di facile camminata.

L'equipaggiamento:
Nonostante parte dell'escursione si svolga su una ex-strada di caccia, il terreno è in parte sconnesso: pedule o scarpe da trekking sono quindi consigliate; un pile e una giacca a vento sempre a portata di ...zaino sono utili, soprattutto se si alzasse il vento.
Conviene portarsi da bere e da mangiare per potersi fermare a pranzare sulla riva del lago nei posti meno affollati...
Portate, ovviamente, la macchina fotografica visto che il bacino del lago Miserin è uno dei più belli delle Alpi Graie e un binocolo che potrà rendersi utile per cercare gli animali sui pendii che scendono nel lago.
Tenete conto che la neve rimane in zona fin verso giugno (come l'ho trovata io!) e di conseguenza anche il lago può essere ghiacciato e la variante verso la Rosa dei Banchi impraticabile.
Le carte:
Carta Istituto Geografico Centrale (IGC) n. 3 "Parco nazionale del Gran Paradiso" e n. 9 "Ivrea, Biella e bassa Valle d'Aosta".
Carta Kompass n. 86 "Gran Paradiso".

Le guide:
P. e M. Giglio, "Valle d'Aosta oltre il sentiero", C.D.A., 1993.

S. Camanni e M. Massara, "Panorami di ghiaccio", Vivalda, 1998

S. Piotti, "Dove si specchia il cielo: i laghi della Valle d'Aosta", Ferrari.

Un ultimo suggerimento:
Bard, vicinissima allo svincolo autostradale di Pont St. Martin, offre una serie di possibilità per riempire la giornata.
Innanzitutto lo stupendo forte omonimo, posto a cavallo della strada statale e della Dora Baltea, le cui condizioni sono purtroppo pietose e la cui visita è permessa soltanto nel cortile interno: vale la pena comunque perdere qualche decina di minuti per salirvi a piedi dal paese sottostante, soprattutto per capirne l'importanza militare che doveva avere fin dalla sua costruzione nella metà del 1700.
Verso il casello di Pont St. Martin, proprio alle spalle della bastionata su cui è posto il forte potrete vedere i resti dell'antica strada romana che attraversava le Alpi e che è stata in parte restaurata.
Infine, per i più curiosi o per chi ama questo sport, esiste, sempre alle spalle del forte, una piccola palestra di roccia per il free climbing, ben attrezzata e molto frequentata; altrimenti, ad Arnad, pochi Km. dopo Bard sulla strada statale per Aosta, si erge il complesso granitico del Machaby, da molti anni meta degli arrampicatori più bravi, sul quale sono tracciati numerosi itinerari di difficoltà medio-alta e alta.