Riministoria© Antonio Montanari

Giovanni Bianchi (Iano Planco). 

La Spetiaria del Sole, edizione integrale dal testo a stampa del 1994:

4. Appendice. Suggerimento per una novella "boccaccevole"

 

 

Planco negli anni Venti invia spesso agli amici bolognesi delle novelle scritte in "piena boccaccevole libertà", come lui stesso dice in una lettera, raccomandandosi di farle leggere soltanto a "persone di natura né spigolistra, né picchiapetto". Gli argomenti, garantisce Planco, sono tutti presi dalla realtà.

Dato il loro contenuto, quelle novelle sono destinate a essere bruciate. Circolano soltanto manoscritte e "sigillate". Nessuna di esse ci è rimasta. Per questo, l'epistola che segue, scritta a Planco da frate Girolamo, con un suggerimento per una novella "boccaccevole", ha un particolare valore documentario.

 

"Car.mo Fratello […] Ho sapputo oggi da un mio amico un caso bellissimo, il quale desidararei che voi lo descriveste con bella maniera con una delle vostre solite Novelle; ma quantunque pochi giorni siano che si sia succeduto in Pesaro con tutto ciò non sò il nome delli personaggi, eccetto che del Confessore; è però in quelli li nomino a capriccio.

Un certo Bartolomeo amava ardentemente una bella e ricca giovane quali la nominaremo Madalena figlia unica di Curzio e Lisabetta; e questi accortosi dell'amore di Bartolomeo che portava alla loro figliola la sollecitavano a riamarlo conoscendola pieghevole a fare tutto ciò che volevano loro. Invidiando ciò un altro giovane chiamato Terenzio che desiderava volere per se la Madalena, pigliò partito di pregare una dama alla quale molte obligazioni havevano il Padre e madre di costei, acciò facesse in modo che la Madalena fosse sposa di Terenzio, come in fatti la buona dama esortò alli Parenti, acciò la giovine lasciasse l'amore vero Bartolomeo e lo trasferisse tutto verso Terenzio; come fece. Vedendosi Bartolomeo abbandonato dalla sua Amata, e sapendo tutto il negozio ordito da Terenzio, si prese pensiero d'informarsi chi fosse il Confessore della Madalena; alla fine avendo saputo che tanto la madre come la figlia si confessavano da un certo Padre collotorto chiamato Barbone o pur Baldigara; col pretesto della confessione s'accosto al Padre Confessore e li disse che prima di confessarsi aveva a dire qualche cosa per scarico di sua coscienza, e per prudenza del mede[si]mo Confessore. E ciò era, che essendo egli stato sin dalla fanciullezza amico grande di Terenzio, aveva scoperto con la libertà ragazzesca che questo per mancanza di instrumento generativo era inabbile a poter prender moglie, e che ora havendo inteso che voleva sposare la Madalena sua penitente, li pareva che il matrimonio sarebbe stato invalido; e che però essortasse efficacemente la Madre e la figliola a non fare tal sposalizio, altrimenti sarebbe accaduto ciò che è succeduto in Rimino in casa Gingoni. Il Confessore promise farlo volontieri; ed avendo ben studiato de impedimento impotentie, con ottime raggioni disse alla Madalena che in coscienza non poteva prendere per suo sposo Terenzio, ed ancora commandò alla Madre a non permetterlo. La Madalena afflitta per tal negozio e per l'amore ch'havea posto sopra Terenzio non sapendo che risolversi, alla fine per distogliersi dall'amore di Terenzio, li disse che non poteva ne voleva più per suo sposo, a causa che il P. Barbone gliel'havea proibito, havendo sapputo che non havea membro abbile alla generazione. Terenzio, che a vista della sua futura Sposa haveva il creapopolo fatto la risurrezione della carne, per far vedere cogli occhi gia che non poteva far toccar con mano quanto fossero false le raggioni del P. Confessore, con furia calatosi le calze mostrò a Madalena un bellissimo Cotale lungo due palmi, e grosso quanto una candela da 4 libre. La Madalena tutta allegra per si bella vista corrse alla Madre e li narrò il fatto, e poi dimandandogli se poteva quel gran negozio invalidare il Matrimonio; la Madre rispose, che non solamente era valido; ma che ancora sarebbe stato sufficientissimo per battere di dietro al P. Confessore tutte le di lui addotte raggioni. Eccovi il caso accaduto giorni sono in Pesaro, quale in fretta ho scritto, per avere io hora d'andare a confessare alcune donne che mi aspettano.

Salutatemi caramente tutti e qui resto.

Pesaro 16 Maggio 1722

Aff.mo Fratello

Fra Girolamo Bianchi"

 

"Boccaccevoli" appaiono anche altre lettere di frate Girolamo a Iano Planco. Un esempio del 1730: "Questi Sig[no]ri Pesaresi ora si sono dati ad una certa santità cogliona, e fanno grandi applausi alli PP. Gesuiti, e specialmente ad un certo P. Bianchi, che in questo Estate era stato quà a far la Missione, ed ora l'hanno fatto ritornare quà con una Maddonna per far botteghino, ed egli in tanto fa la Novena di S. Fran[ces]co Saverio, ne manca di dire delle freddure in quantità e pure riceve tutto l'applauso anche da quelli che paiono i più Sapienti. Insomma questi Sig[no]ri siccome per lo passato facevano applauso al P. Felice, che metteva loro le corna, così ora bramerebbero che li PP. Gesuiti bu[…?] li loro figliuoli".

 

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5. Nota bibliografica

1. "Il divin Planco"

2. La Spetiaria del Sole

3. Frate Girolamo, Filippo e Giuseppe Bianchi

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