Antonio Montanari

I libri di Riministoria ©

LUMI DI ROMAGNA, libro integrale edito

 

12.

Gli "Incolti" lettori di Savignano

 

Il nostro viaggio lungo l'età dei Lumi, ci ha rivelato un percorso che attraversa l'Italia e l'Europa. Abbiamo iniziato ricordando proprio uno straniero, Jean-Jacques Rousseau che cita il nostro Iano Planco, il quale appare come un venerato tutore della cultura cittadina. Se Battarra delimita i suoi confini tra Coriano e Savignano, allungando lo sguardo sino a Roma, la sua fama però raggiunge anche la Germania. Garampi e Bertola percorrono l'Europa, l'uno nel segno del potere temporale del papa, l'altro della Poesia. A Roma convengono Amaduzzi, Giorgi, Battaglini. A Rimini soggiornano Boscovich e Goldoni. Tutti questi personaggi, uomini di scienza o di lettere, diplomatici o scrittori, tessono una trama che rassomiglia ad una tela di ragno: la sua perfetta, misteriosa geometria tutto coinvolge e comprende, e resta quasi invisibile da lontano.

Adesso che questo viaggio sta per concludersi, ci aspetta l'ultima tappa che abbiamo posto all'interno di un'antica istituzione, in un mondo di carta che vive nella carne della storia, così come un personaggio teatrale vive nel corpo di un attore. Entriamo nella Biblioteca della Rubiconia Accademia dei Filopatridi di Savignano, per ritrovare testimonianze di ieri, aprendo manoscritti, libri, opuscoli che da più di duecento anni documentano il passato e sembrano quasi sfidare il futuro. Come la luna che guardiamo in cielo, è la stessa che veniva interrogata da Leopardi, e che vide la desolazione di Pompei distrutta; così, queste carte parlano di chi le ebbe, raccontano una storia muta che seduce il visitatore attento.

L'attuale Accademia dei Filopatridi è erede diretta dell'Accademia degli Incolti, attestata fin dal 1651. Ne dà notizia una Diceria del savignanese Florenzo Righetti, che tratta il tema della "falsa amicizia": alla fine del testo, l'autore ricorda che esso fu recitato in una radunanza accademica, tenutasi nella sala del palazzo comunale, l'ultima domenica di carnevale di quel 1651. La denominazione della vecchia Accademia, secondo Gaetano Gasperoni, si ricava da un quadro raffigurante la Beata Vergine e San Nicolò, con in mezzo uno stemma che reca la parola "Incolti". Sotto c'è l'iscrizione latina "Ipsa satis tellus" (La terra per se stessa ci basta). Il canonico Luigi Nardi, nel secolo scorso, ricordava che il patrono degli "Incolti" era San Nicolò, in onore del quale ogni anno veniva indetta una cerimonia accademica. (1)

La "Bibliothecula" degli "Incolti", nata "ad uso soltanto del Reverendo Clero", fu aperta nel 1690 "alla pubblica utilità della Illustre Comunità di Savignano", come dice in latino il titolo del Syllabus, un catalogo dei libri conservati in quella raccolta, iniziato nel XVII ed aggiornato nel XVIII secolo. Nardi scrive: il vice bibliotecario della Rubiconia "mi assicura che i libri che ab antiquo erano in libreria appartenevano ad una specie di Capitolato di Preti". (2)

Nello stesso 1690, papa Alessandro VIII con un suo "breve" decreta la scomunica a chiunque sottragga libri od altro materiale alla "Biblioteca del Palazzo pubblico". Il testo del documento pontificio non accenna "ad una più antica destinazione di essa ad uso esclusivo del Clero", indicata invece dal Syllabus e confermata da Nardi. (3) Che si trattasse di una biblioteca per religiosi, lo si può ricavare proprio da quell'elenco di libri, dove prevalgono i titoli di Teologia e Diritto canonico. (4)

Il fenomeno delle Accademie è importante nell'Italia del '700. Ogni città che si rispetti, ha la sua. Spesso, esse hanno origine all'interno della stessa Chiesa: non è però questo il caso degli "Incolti", nonostante quella "Bibliothecula" inizialmente riservata ai sacerdoti. A Rimini, ne sono promotori i vescovi Davia e Valenti. Il bolognese Giovanni Antonio Davia (in carica dal 1698 al 1726), fu "grande Mecenate delle Lettere e delle scienze". Ricevette la porpora nel 1712. Al cardinal Lodovico Valenti (1759-63), va il merito della costruzione del Seminario. (5)

I modelli a cui ispirarsi, sono soprattutto quelli della Crusca (1584) e dell'Arcadia (1690): si mira a creare delle "repubbliche letterarie", con leggi e rituali. (6) L'esempio arcadico influenzerà i savignanesi che, nel 1801, trasformano gli "Incolti" nella Rubiconia Simpemenia dei Filopatridi, ovvero Unione di pastori amanti della Patria. (7)

La "Bibliothecula" nel corso del '700 possiede anche testi di Chirurgia, Poesia (Orazio accanto alle liriche per la Festa della Beata Vergine di Fiumicino), Geografia (padre Vincenzo Coronelli), Economia ‘pratica’ ("del Cittadino in villa"). Non mancano Cicerone o il Giulio Cesare del De Bello Gallico. Ci sono gli Aneddoti di Amaduzzi, un trattato del riminese Sebastiano Vanzi, le Lettere Pastorali di Valenti. Aristotele vi figura con sette volumi. Non manca il teorico delle argutezze barocche, Emanuele Tesauro che nel suo Canocchiale aristotelico presenta un'immagine della natura che è tutta all'opposto di quella contemporanea di Galileo.

Nel corso del XVIII secolo, la "Libreria pubblica" di Savignano si arricchisce di tre donazioni. Il notaio Girolamo Amati (1767), l'abate Giorgio Faberi (1776) e Amaduzzi (1792) lasciano i loro volumi a quell'istituzione. Amati ha raccolto testi pregevoli: la sua biblioteca "ci offre una nuova testimonianza del clima culturale del Settecento savignanese", alimentato da tante figure locali o riminesi. (8) Tra queste c'è proprio un fratello di Amati, Pasquale che fu poi professore di Giurisprudenza a Ferrara. I testi dell'abate Faberi spaziano su vari argomenti di cultura dotta. Amaduzzi ha raccolto non soltanto libri, ma anche manoscritti, epistolari, ritratti, incisioni. Tutto il materiale viene trasportato da Roma a Rimini sotto la sorveglianza del canonico Angelo Battaglini e dell'abate Fabrizio Zanotti: "In poco più di due mesi fu provveduto a trasformare le scansie in casse per la spedizione dei libri, a far rilegare manoscritti e miscellanee e a compilare due copie dell'elenco dei volumi contenuti in ciascuna cassa". Fra l'aprile e l'ottobre '92, il materiale di Amaduzzi (defunto il 21 gennaio precedente), giunse quindi a Savignano. (9) "Il dono assai rilevante dell'Amaduzzi indusse il Municipio a concedere alla Biblioteca un locale adatto al collocamento stabile dei volumi, e precisamente il vasto salone a pianterreno del Palazzo Comunale". (10)

Nel 1801, nasce la Rubiconia. La sua Biblioteca si è arricchita di anno in anno, sino ai giorni nostri. Nel 1932 Augusto Campana scriveva che essa "è la più piccola delle grandi, la più grande delle piccole".

L'ultimo conflitto mondiale, la colpì duramente: "Quando gli alleati entrarono in Savignano, il 14 ottobre 1944, il centro del paese era quasi distrutto e le sale della Biblioteca apparivano sconvolte. I bombardamenti avevano aperto pareti e soffitti, molte scaffalature erano distrutte, mucchi di libri e di manoscritti erano coperti dai detriti ed esposti alle intemperie. Anche nella via sottostante erano finiti molti volumi, che si maceravano sotto le piogge torrenziali". (11)

 

NOTE cap. 12

 

(1) Cfr. L. Nardi, Dei compiti. Feste e giuochi compitati degli antichi e dell'antico Compito savignanese in Romagna, Nobili, Pesaro 1827; G. Gasperoni, Saggio di studi storici su la Romagna, Coop. Tip. Ed., Imola 1902, p. 129; D. Mazzotti, Rubiconia Accademia dei Filopatridi, Note storiche e biografiche, Maggioli, Santarcangelo di Romagna 1975, pp. 24-32; D. Mazzotti, Onoranze al Conte Giulio Perticari…, Quaderno XII della Rubiconia Accademia dei Filopatridi, 1979-80, p. 75; I. Fellini, Savignano e la sua Accademia, Rubiconia Accademia dei Filopatridi, Savignano 1988, p. 41. Sulla figura e le opere di Gaetano Gasperoni (pure lui savignanese), cfr. G. Maroni, Un maestro per la vita, una vita per la scuola, Quaderno XII della Rubiconia Accademia dei Filopatridi, 1979-80, pp. 121-142. Luigi Nardi (1777-1837) fu dal 1818 alla morte, bibliotecario della Gambalunghiana a Rimini.

(2) Cfr. C. Curradi, La Biblioteca dell'Accademia Rubiconia di Savignano, Quaderno XII della Rubiconia Accademia dei Filopatridi, 1979-80, pp. 152-155.

(3) Ibidem, p. 155.

(4) Cfr. I. Fellini, Savignano e la sua Accademia, cit., pp. 35-36.

(5) Cfr. C. Tonini, Rimini dal 1500 al 1800, cit., I, passim.

(6) Cfr. A. Quondam, L'Accademia, "Il letterato e le istituzioni, Letteratura Italiana, I", Einaudi, Torino 1982, passim. Sull'argomento, cfr. anche G. L. Masetti Z., Vicende accademiche, cit.

(7) Cfr. D. Mazzotti, Onoranze, cit., p. 75.

(8) Cfr. C. Curradi, La Biblioteca, cit., p. 159.

(9) Ibidem, pp. 165-166. Le lettere di Battaglini sono alle pp. 203-204. Zanotti sarà tra i protagonisti della repubblica romana del '98.

(10) Cfr. I. Fellini, Savignano e la sua Accademia, cit., p. 36.

(11) Cfr. C. Curradi, La Biblioteca, cit., p. 178.

 

Sommario

Presentazione

1. Giovanni Bianchi, il Planco furioso

2. Giovanni Antonio Battarra, Filosofia e funghi

3. Giuseppe Garampi, tra i Grandi della politica

4. Giovanni Cristofano Amaduzzi, "talpa" giansenista a Roma

5. Aurelio de' Giorgi Bertola, un poeta per l'Europa

6. L'insonnia di Papa Ganganelli

7. Ruggiero Boscovich e la questione del porto canale

8. Carlo Goldoni, "galanteria senza scandalo"

9. "15 mila soldati, compresi i cavalli"

10. Padre Giorgi, un cardinale mancato

11. "Monsieur l'Abbé, carissimo Fratello"

 

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