Riministoria© Antonio Montanari

Fame e rivolte nel 1797

Documenti inediti della Municipalità di Rimini

2. "Infestazione della Campagna", gennaio 1797

 

Lo stato di inquietudine sociale provocato dalla preparazione della guerra, è testimoniato da una serie di episodi del gennaio 1797. Essi indicano l’aggravamento del malessere descritto dai Consoli riminesi, ed anticipano il clima di estrema tensione dei mesi successivi. A Bellaria si registrano violenze attribuite a "forusciti, tra quali sono stati veduti anche di zingari" [67]. La parola "forusciti" indica gli esuli politici filofrancesi che tramavano contro il potere romano. Il loro comportamento è più da briganti che da veri cospiratori politici contro l’ordine costituito. Essi infatti "e di giorno, e di notte vanno alle Case, e non solo contenti di mangiare, e bere, portano via ciò che possono avere: polli, agnelli, panni, ed anche ori e denari se ne ritrovano. Al Lavoratore di Gregorini, che sta vicino al Ponte dopo averli tolto trenta pavoli, e tre miserabili anelli d’oro, che facevano tutta la sua sostanza, lo regalarono di alcune giuncate. Al Lavoratore de Pavolotti dopo averli bevuto una quantità di vino, li amazzarono sino una scrofa pregna, e così hanno fatto a molti altri". I "poveri Contadini" della zona si trovano di conseguenza "in grandissima agitazione".

Il vice podestà di Monte Colombo, Giacomo Ugulini, il 3 febbraio annuncia alla Municipalità riminese che il popolo del suo paese è "stato eccitato alla diffesa" [AP 999]. Napoleone a Bologna il 31 gennaio, alla vigilia della dichiarazione di guerra, ha emesso questo proclama: "Qualunque Villaggio o Città in cui all’avvicinarsi dell’Armata Francese si dia campana a martello, sarà all’istante bruciata, ed i Magistrati ne saran fucilati". (I francesi proibiranno poi di battere persino il mezzogiorno, l’ora della tavola del Vescovo.) Ugulini considera le circostanze del momento "talmente imbrogliate pel diverso modo di pensare di questi Consiglieri, e Comunisti", che ha deciso di "fare una sollecita spedizione" alla Municipalità di Rimini, per "avere l’Istruzione del regolamento da tenersi", ben consapevole però che non sarebbe stato "facile render noto al popolo un prudente contegno", dato che esso era stato appunto "eccitato alla diffesa".

Appelli alla nostra Municipalità giungono anche dai Priori di San Giovanni in Marignano, e dai Parroci di Cattolica e di alcune frazioni del contado. Ai Priori di San Giovanni (sotto il titolo "Infestazione della Campagna"), si scrive: "Non il solo Territorio delle Signorie Vostre ma molto più le nostre vicine Campagne sperimentano i mali, ch’Elleno ci hanno esposti". Non ci sono però i mezzi per porvi riparo: "Ci mancano cavalli, ed armi per far batter la Campagna dalla Guardia Civica" [AP 502, 6.2.1797]. Al Parroco di Cattolica si ripete il discorso: "abbiamo riconosciuta la necessità" di provvedere ai "mali di cotesta Popolazione", come a quella di altre parti, "ma mancano per questo le Forze" [AP 502, 6.2.1797]. 

 

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