Riministoria© Antonio Montanari

Antonio Bianchi

4. Nel retrobottega dello studioso

 

In quell'ideale retrobottega di Bianchi, che sono le trascrizioni, gli appunti, i fogli volanti raccolti nei vari mss. della BGR (59), incontriamo preziose indicazioni e tracce sui percorsi da lui compiuti nello studio, nella raccolta del materiale preparatorio, e nella stesura delle pagine storiche su Rimini.

Già abbiamo citato gli estratti di argomento geologico, storico, statistico e demografico del ms. 637.

Un'imponente ricerca sta dietro al ms. 375, dedicato alle biografie degli Uomini illustri di Rimini, le cui pp. 4-7 il lettore troverà in questo libro, sotto il titolo di "Illustre e gran città" (60). Allegati a quelli di Bianchi, nel ms. 375 ci sono anche fogli non di sua mano, come le Brevi Notizie de’ Letterati della Città ed Agro Riminese viventi a tutto il 1791.

Nel ms. 631 (cc. 334-341), esiste un autografo di Luigi Bianchi, zio di Antonio, nato nel 1742: è la trascrizione di parte di una Cronaca di Savignano, compilata da don Raffaello Guidoni (61), e ripresa poi da Giorgio Faberj (62), che termina con la annotazione: "Io luigi bianchi copiai la presente storietta nel mese di setembre 1788".

Il ms. 636, Estratti d'archivio ed appunti vari, si lega alla raccolta delle notizie sulla nostra città: contiene tra l'altro le sintesi dagli Atti e dalle Memorie del notaio riminese Michelangelo Zanotti (cc. 14-33), e dalle Istorie Fiorentine di Machiavelli (cc. 85-86). Nello stesso ms. 636 troviamo ampie citazioni da lettere (63) di Giancristofano Amaduzzi a Planco (cc. 34-35), dalle Memorie autografe del Dott. Gio. Bianchi chiamate Odeporico (cc. 36-39), e da una lettera di Planco al celebre stampatore veneziano Giambattista Pasquali (1702-84) del 29 settembre 1738, che ha per oggetto "intrichi amorosi" ed "enormi delitti" attribuiti a padri Gesuiti riminesi, tra 1670 e 1738 (c. 40). (64)

Infine, nello stesso ms. 636 segnaliamo una lunga nota tecnica "sur le Cabinet des Estampes de la Bibliothèque Royal à Paris, par M. le prof. Picot" (cc. 81-82), e soprattutto un estratto (c. 80) intitolato L'Art de vérifier les dates, Paris 1770, Cong. de S. Maur.

 

 

La Congregazione dei Padri Maurini è quella dell'abbazia benedettina di Saint-Germain-des-Prés a Parigi, formidabile centro di cultura, in cui si promosse un rinnovamento storico e filologico che influenzò studiosi di tutta l'Europa. Tra i più importanti Maurini, si ricordano Jean Mabillon e Bernard de Montfaucon che nei loro viaggi in Italia, rispettivamente tra 1685-6 e 1698-1701, contattarono Benedetto Bacchini (1651-1721), anch'egli monaco benedettino, che fu maestro di Lodovico Antonio Muratori.

I Maurini, se in campo storico intesero purificare la tradizione paleocristiana e medievale, in sede teologica simpatizzarono con i Giansenisti, rendendosi sospetti a quegli ambienti curiali dei quali fece le spese lo stesso Bacchini nel 1798, quando l'Inquisizione gli proibì di continuare a pubblicare il Giornale dei Letterati, promosso dodici anni addietro, dopo l'incontro a Parma con Mabillon.

In quel Giornale, Bacchini aveva combinato il gusto per la ricerca antiquaria "con un senso sperimentalistico di tradizione galileiana". (65) Con Bacchini anche le scienze della natura "entrano risolutamente in un ideale di cultura e di pietà moderne". (66) Su questa linea si pone pure Muratori che, allontanandosi da un'idea "oratoria o all'antica" di erudizione, ne vien formulando un'altra "di gusto moderno, sul tipo scientifico, per l'appunto, di quella bacchiniana". (67)

Bacchini fu conosciuto personalmente da Iano Planco a Padova nel 1720. Con Muratori furono in corrispondenza epistolare il civico bibliotecario di Rimini (dal 1678 al ’94) Giuseppe Malatesta Garuffi, e lo stesso Planco il quale, nel 1739, si lamentava come nella Gambalunghiana mancasse la sua "nobilissima raccolta di Scrittori delle cose italiche" (68).

 

 

La presenza tra i mss. di Bianchi di questi appunti legati alla attività dei Padri Maurini, attesta fermenti (finora inesplorati) nella vita riminese, e documenta l'attenzione di alcuni ambienti cittadini verso quel filone della cultura moderna che attraversa l'Europa, da Parigi a Modena, dalla abbazia di Saint-Germain-des-Prés fino alla Biblioteca di Muratori.

Il nome di Muratori ritorna spesso tra le fonti di Bianchi per la Storia di Rimino. Possiamo immaginare che Bianchi guardasse a Muratori non solo come ad una fonte di citazioni utili per il proprio lavoro di storico, ma anche come ad un maestro che con tutta la sua opera di studioso aveva voluto combattere contro le "leggende favolose" diffuse "ne’ secoli dell'ignoranza", e le "false merci" delle quali "abbonda la storia de’ secoli barbarici dell'Italia, e più di gran lunga l'ecclesiastica che la secolare" (69).

Anche Bianchi affronta il problema della revisione delle fonti ecclesiastiche, per "liberare le nostre sacre croniche dal favoloso e dal ridicolo" (ms. 628, p. 158). La lezione di Muratori, che "nutrito di ragione e di esperienza, tiene distinto lo spirituale dal temporale" (70), ebbe anch'essa il suo peso sulla formazione intellettuale di Bianchi. Il quale poté disattendere il suggerimento di Muratori di non far cominciare la storia "dall'origine stessa del mondo" (71), proprio grazie a quella mentalità scientifica che s'incontra nelle opere del medesimo Muratori.

In mezzo a questa attività di studio, analisi e commento, secondo un rigore che nasceva da grande attenzione al problema di come scrivere la Storia, Bianchi sapeva trovare momenti di abbandono alle curiosità spicciole. Citeremo due esempi.

Ai tempi di un'"orrenda carestia" (ms. 628, p. 160, 537 d. C.), "nel nostro territorio due donne rimaste sole in una casa, si mangiarono diciasette uomini, uccidendoli di notte di mano in mano che loro capitava l'occasione, sepure si deve credere a Procopio scrittore e testimonio di questi guai".

Nel 1376 "Faenza fu rovinata" dai Brettoni (che erano "al soldo del Vescovo d'Ostia Conte di Romagna"); "l'anno dopo fu massacrata Cesena da quelli ch'erano sotto il comando del crudele Card. di Ginevra, con morte di circa 4.000 persone, fuggendo il resto in Rimino e Cervia, meno le più belle donne, che ritennero pe’ loro piaceri gli assassini e chi li comandava" (ib., pp. 186-187).

 

Vai ai capitoli successivi:

5. Appendici

6. Note al testo

7. Nota aggiuntiva

8. Tavola abbreviazioni

9. Lettera di Luigi Nardi

10. Appendici

1. Vita oscura di un bibliotecario gambalunghiano

2. Dalla Geologia alla Teologia

3. Il pensiero storico-politico, tra Machiavelli e Muratori

 

All'indice del sito * Posta * Libri * Saggi * il Rimino * Tam Tama * Riminilibri * Novità * Motori * Guida

Riministoria è l'unico sito con pagine aggiornate sull'Accademia dei Filopatridi e sul Centro studi intestato a Giovanni Cristofano Amaduzzi di Savignano sul Rubicone: Storia dell'Accademia dei Filopatridi, notizie sull'Accademia. Centro amaduzziano. Archivio Amaduzzi.

© riministoria - il rimino - riminilibri - antonio montanari nozzoli - rimini