Riministoria
Antonio Montanari, Scienza e Carità
13.
La guerra a Rimini (1943-44)
Nel giorno di Ognissanti del 1943, alle ore 11.50 arrivano dal cielo le prime bombe. Tre squadriglie di caccia inglesi (diciotto in tutto), rovesciano il loro carico di distruzione. Bilancio, 92 morti e 142 feriti. La gente viene colta di sorpresa, la città è praticamente indifesa e priva di rifugi efficienti. Rimini è ormai in prima linea. Il 13 settembre sono giunti in forze i soldati tedeschi. Il 18 settembre, da Radio Monaco, Mussolini ha annunciato la nascita della Repubblica sociale. Dal 13 ottobre lItalia è in guerra con la Germania nazista. [1]
Il futuro promette soltanto distruzione. Il 7 novembre 1943 si riuniscono "durgenza" allAiuto Materno il presidente Boldrini ed i consiglieri Michele Gamberini ed Ivo Farneti. Sono assenti giustificati la contessa Anna Maria Cassoli, discendente di Suor Soleri, e il dott. Francesco Morri, altro consigliere. Allordine del giorno cè lo sfollamento dellAiuto Materno e del reparto infantile dellOspedalino nelle scuole comunali di Verucchio. Un altro argomento riguarda il licenziamento del personale straordinario che diverrebbe sovrabbondante rispetto alle necessità nella nuova prevista sistemazione .
Lo sfollamento, leggiamo nel verbale relativo, si rende necessario "in seguito alle offese aeree sulla città e del continuo stato dallarme", per "porre in riparo di probabili pericoli i ricoverati e le ricoverate ed onde evitare agli stessi disagi materiali e morali derivanti dalla situazione determinatasi a seguito del bombardamento del 1° Novembre 1943". [2]
Il 27 novembre 43 lascia la città anche lOspedale civile, trasferendosi al Covignano nella villa Casati, di fianco alla chiesa di San Fortunato. [3] È qui che viene ospitata a dicembre la Sala maternità dellAiuto Materno, in seguito a convenzione con lOspedale stesso, che regola i rapporti tecnici ed amministrativi tra le due strutture. [4] Chirurgo ostetrico dellAiuto Materno, è il dottor Adolfo Fochessati. [5] Il primario medico dellOspedale, è il prof. Achille Sega. Il primario chirurgo dellOspedale, è il prof. Luigi Silvestrini.
La vita a San Fortunato ai primi di settembre 1944, quando gli alleati si avvicinano ed il Covignano diventa un caposaldo tedesco, è stata raccontata da Silvestrini. Per "ben dieci giorni la modesta Cittadella bianca resistette sotto i colpi ininterrotti delle granate e delle bombe aeree che, nonostante i numerosi ed evidenti segni di distinzione, Croce Rossa di Ginevra, raggiungevano il fabbricato". "Mano mano che i proiettili raggiungevano le stanze superiori delledificio, infermieri, medici e personale si raccoglievano in ambienti sempre più ristretti e più in basso, finché si fu costretti a riunirci in un rude e squallido scantinato, un tempo cucina del convento, ove insieme si trascorrevano le interminabili giornate, si consumava la scarsa razione alimentare ed alla sera ci si coricava su giacigli improvvisati, dopo la preghiera recitata dalla Madre Superiora e la benedizione impartita, fra la più viva commozione dei presenti, dal padre cappuccino; in un angolo il posto di medicazione e di pronto soccorso pei feriti civili e militari che continuamente affluivano (vi furono praticati numerosi interventi chirurgici durgenza). [ ] Due bimbi videro la luce in quelle giornate tra i fragori degli scoppi delle granate ed il divampare degli incendi: fu posto a loro, come auspicio, il nome di Fortunato, il protettore della parrocchia". La notte del 12 settembre "in un momento di tregua, feriti e malati furono trasferiti in camion alla Repubblica di San Marino: medici e personale di assistenza rimasti li raggiunsero nelle ore pomeridiane seguenti". [6] Il 20 settembre gli alleati occupano il Covignano, ed il giorno dopo liberano Rimini.
Nel corso del 44 si registrano a Rimini 1.059 nascite contro 1.460 decessi, trentotto dei quali dovuti ad unepidemia di tifo che, fra ottobre 44 ed aprile 45, fa registrare 469 casi denunciati ed accertati. [7]
[1] Cfr. A. Montanari, Rimini ieri, cit., passim.
[2] Il Verbale è in Atti AAM. Vedi anche il Verbale del 16 dicembre 1943, ib., che citiamo in seguito. Il personale licenziato è composto da due levatrici, uninfermiera unaiuto infermiera ed un inserviente.
[3] Cfr. A. Montanari, Rimini ieri, cit., p. 39; V. Tamburini, op. cit., p. 75.
[4] Cfr. Verbale del 16 dicembre 1943, AAM. Qui si legge che "il Segretario del Fascio Repubblicano ha invitato le amministrazioni degli Istituti Ospedalieri e di Ricovero e dellAiuto materno ad istituire presso la sede di sfollamento dellOspedale Civile in S. Fortunato una Sala di maternità alle dirette dipendenze dellAiuto Materno stesso". Fatta salva la loro reciproca autonomia di gestione, lOspedale consente "al collocamento di un Reparto Maternità presso" la sede di sfollamento, fornendo i locali "strettamente indispensabili". AllAiuto Materno tocca lobbligo di provvedere al personale necessario, mentre lOspedale conserva la competenza della sezione chirurgica su "ginecologia e parti distocici" [che si svolgono cioè in modo diverso da quello normale e fisiologico].
[5] Sul dott. Fochessati, cfr. la scheda a lui dedicata nella parte seconda.
[6] L. Silvestrini, op. cit., p. 262. Per una cronistoria del 1944, rimandiamo al nostro Rimini ieri, cit. pp. 43-74.
[7] L. Silvestrini, op. cit., p. 267.
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