Riministoria

Antonio Montanari, Scienza e Carità

12.

In povertà per la malattia. Due storie (1926-29)

 

 

All’inizio del 1927, una bambina bellariese di sei anni è ricoverata all’Aiuto Materno. Colpita da paralisi infantile, in precedenza è stata curata all’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna con sussidio dell’Amministrazione comunale di Rimini. Al ritorno a casa, le condizioni della sua famiglia ("miserevoli, tanto che vive di elemosina"), non le permettono di ricevere le necessarie prestazioni sanitarie.

Suo padre è un bracciante disoccupato da parecchio tempo. La madre si rivolge per un soccorso al Commissario prefettizio di Rimini che, il 30 dicembre 1926, delibera di contribuire a metà delle spese per l’assistenza presso l’Aiuto Materno, assieme alla locale Congregazione di carità. Viene riconosciuta la necessità di ricovero della bambina, per completare la terapia, e anche per fornirle "una super-alimentazione che non può ricevere dalla famiglia", al fine di "non rendere infruttuosi e nulli i benefici ricavati dalle cure precedenti". [1]

Prima della decisione, il Commissario prefettizio ha esaminato "i riferimenti del Parroco e del Segretario Politico del Fascio di Bellaria entrambi concordi nel raccomandare la richiedente perché bisognosa di soccorso".

Nello stesso 1927, un sussidio di 200 lire è concesso dall’Amministrazione comunale ad una delle fondatrici dell’Aiuto Materno, Maria Negro, "costretta al letto da undici anni". Nella delibera del 14 ottobre si legge che per quarant’anni (di cui trentuno come direttrice didattica), la Negro è stata una benemerita dell’istruzione elementare nella scuola pubblica di Rimini, e che "si prodigò costantemente con intelligenza, zelo ed encomiabile attività ad opere filantropiche e patriottiche, riscuotendo onori, grande estimazione e generale benevolenza". Nell’istanza, presentata dal marito Odoardo Gattei, si fa presente che la famiglia, a causa di quella malattia, versava in "sventurate condizioni". [2]

Nel 1929 è nuovamente deliberato un sussidio straordinario per la signora Negro, questa volta di 500 lire. [3]

 

[1] Cfr. Atti del Podestà 1926, pp. 259-260, ASR.

[2] Cfr. Atti del Podestà 1927, pp. 454-455, ASR.

[3] Cfr. Atti del Podestà 1929, delibera del 19 febbraio, pp. 56/57, ASR.

 

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