Riministoria

Antonio Montanari, Scienza e Carità

7.

Le cure marine per l’infanzia

 

 

Abbiamo già visto che nel 1916 viene istituito all’Aiuto Materno "uno speciale servizio estivo sulla spiaggia per la cura marina ai bambini dell’età prescolare, i quali per le attuali disposizioni di limiti d’età e deficienze ambientali restano esclusi dai benefici delle cure marine". [1]

Sull’argomento delle cure marine, Del Piano si era soffermato già in precedenza. Nel 1902, in occasione delle onoranze bolognesi al prof. Augusto Murri per il suo giubileo magistrale, aveva letto "una pregiata comunicazione sulla "Terapia del mare", che riuscì di speciale gradimento all’illustre Maestro". [2] La terapia del mare s’intitola anche un volume pubblicato da Del Piano nello stesso anno, con dedica all’"illustre ed amato maestro Professor Augusto Murri, cittadino onorario riminese e direttore onorario della stazione balneo-clima-terapica di Rimini". [3]

Nel 1903, aveva ribadito la sua radicata convinzione circa la necessità di "Ospizi Marini permanenti" per curare "i bambini pretubercolosi, deboli e rachitici": l’insegnamento veniva non solo dalla Francia ma anche dall’"iniziativa del Municipio di Lucca nella pineta di Viareggio", risalente al 1842. [4]

Nel 1907 Del Piano ha poi dedicato al tema un volume intitolato Indirizzo e valore delle cure marittime nei bambini, Funzione sociale dei sanatori marittimi infantili, con prefazione del prof. Luigi Concetti, direttore della Clinica pediatrica dell’Università di Roma. [5] Da questa introduzione citiamo un breve passo: "Fatte pochissime eccezioni, i nostri ospizi marini sono rimasti fossilizzati nella loro azione temporanea, aprendo le porte ai poveri bambini solo per un periodo limitatissimo di tempo, incapaci di giovare seriamente e talora riuscendo anche più dannosi che utili. Anzi direi che sono andati peggiorando, come avviene sempre delle opere di beneficenza, quando degenerano in speculazione privata". A tale speculazione, aggiunge il prof. Concetti debbono essere sottratte le cure marittime, disciplinandole ed indirizzandole "con criteri scientifici". [6]

Il tema ritorna nella Relazione Sanitaria scritta da Del Piano nel 1926 [7]: "Per le cure Marine de’ suoi assistiti nelle sale di custodia l’Aiuto Materno ha due baracche sul mare esenti per concessione Municipale della tassa di posteggio, e conformemente alle sue finalità di Istituto specializzato per l’assistenza della maternità e della prima infanzia deve limitarsi ad accogliere solo i bambini inferiori ai 6 anni".

È stato dimostrato, aggiunge, "il beneficio delle cure Marine per le madri nutrici che si trovino in particolare condizione di depressione fisica ed è parimenti oggi universalmente riconosciuto il valore della cura Marina integrale nella prima infanzia per l’adenopatia, per le dermiti linfatiche, per l’atrepsia [8], per la tubercolosi latente e particolarmente per il rachitismo".

Lo spirito del tempo aleggia in un passaggio successivo: "E ciò è bene riaffermare oggi che per espressa volontà del Duce si passa finalmente, con più larghi criteri e più adeguati mezzi, all’attuazione pratica di quei voti che da un ventennio hanno costituito la conclusione platonica di tutti i congressi Nazionali ed internazionali di talassoterapia e di profilassi antitubercolare".

In una breve guida ai Bagni di Rimini, Del Piano inseriva un capitolo proprio sulla "cura del mare", riservando la parte terminale del suo testo ai benèfici effetti prodotti nei fanciulli sofferenti di "manifestazioni linfatiche, anemiche, rachitiche e pretubercolari". [9]

Diventato sindaco nel febbraio del 1923, Del Piano "non dimenticava il fattore sanitario del quale era stato un fervente assertore". Al congresso internazionale del Comitato internazionale di Talassoterapia a Venezia, legge in aprile "una relazione illustrativa del lido di Rimini e delle cure che vi si compivano, che venne molto apprezzata". Qualche mese dopo Rimini ospita un Convegno interregionale di Talassoterapia "ove furono discussi vari argomenti", fra cui una relazione del prof. Guglielmo Bilancioni su "Tubercolosi laringea e cure marine". Nel ’25 all’Ospizio Murri si riunisce la Società Medico-Chirurgica Romagnola "per intensificare colle cure marine la profilassi antitubercolare e la lotta contro la tubercolosi chirurgica". [10] Nel ’26 sorge la Colonia marina del patronato scolastico, prima costruzione attrezzata per cure estive con scopo "eminentemente profilattico". [11]

Nel 1929 viene "completamente demolito" l’Idroterapico perché, "sotto il peso dei suoi cinquant’anni", era stato giudicato "irrecuperabile per ammodernamento dell’ambiente e della sua attrezzatura". Inaugurato "solennemente" nel 1876, l’Idroterapico riminese è stato il primo in Italia. Suo direttore all’inizio fu Paolo Mantegazza, "il celebrato Igienista" che vi "portò il contributo della sua intelligenza, della sua vasta cultura, della sua larga esperienza ed anche il prestigio del suo nome". Due giorni alla settimana, egli teneva consulti gratuiti. Nel ’79, Mantegazza lasciò la direzione dell’Idroterapico, dove lo sostituì Augusto Murri. Oltre che di sale per docce e bagni, l’Idroterapico era dotato di sale per inalazioni (terebintiche e solforose) e per polverizzazioni. [12]

Nel 1870 era stato aperto il primo Ospizio marino per bimbi scrofolosi, che "segnò presso di noi l’inizio di quel movimento che doveva condurre in alcuni decenni alla istituzione delle Colonie marine", destinate a rappresentare tanta parte "nello sviluppo sanitario, edilizio ed anche economico del nostro lido". L’Ospizio era nato per iniziativa del riminese dott. Carlo Matteucci. Nel primo anno ospitò 141 femmine e 136 maschi. [13] Dal 1893 l’Ospizio rimase funzionante tutto l’anno. Cessa la sua attività nel 1918.

L’iniziativa promossa da Del Piano nel ’16 con il "servizio estivo" dell’Aiuto Materno, rientra nella tradizione e nella storia più recente di Rimini: il mare vi è considerato come una fonte di benessere fisico oltre che economico, dopo la nascita del primo stabilimento balneare, avvenuta nel luglio 1843. La scienza moderna ha poi portato il suo contributo: "è il lungo soggiorno sui litorali atto in ispecie ad operare miracolosamente sulla salute", scrive lo stesso Del Piano [14] nella guida ai Bagni, che si chiudeva con una frase ‘pubblicitaria’ di Mantegazza: "…Rimini può vantare, senza superbia, di occupare il primato fra tutti i bagni d’Italia".

 

 

[1] Cfr. A. Del Piano, L’Aiuto Materno di Rimini (1910-1928), cit., p. 30.

[2] Cfr. L. Silvestrini, Un secolo di vita balneare al Lido di Rimini, II ed., Garattoni, Rimini 1965, p. 93. Il prof. Luigi Silvestrini (1882-1974) fu primario chirurgo agli Infermi e senatore della Repubblica.

[3] Cfr. A. Del Piano, La terapia del mare, Azzoguidi, Bologna 1902 [BGR, 13. MISC. CCXXVIII. 53].

[4] Cfr. i citt. "appunti stenografati" intitolati La Protezione e l’Igiene nell’Infanzia; e L. Silvestrini, op. cit., p. 14. Silvestrini scrive (op. cit., p. 14) che l’Ospizio di Viareggio è del 1842; in una nota successiva (n. 18, p. 53) la data è invece 1856.

[5] Il volume, edito dalla Tipografia Artigianelli di Rimini, consta di 107 pp. di testo ed è diviso in cinque parti: "Importanza biochimica dell’elemento minerale marino", "Le cure di mare e il problema preventivo della tubercolosi", "La cernita dei malati", "Il regime alimentare in rapporto alle cure di mare nella scrofola e negli stati protopatici della tubercolosi", "Gli stati ipopnoici e la ginnastica polmonare nei Sanatori marittimi infantili". Segue uno specimen del Foglio personale di osservazione clinica.

[6] Ib. pp. V-VI.

[7] Cfr. A. Del Piano, L’Opera dell’Aiuto Materno in Rimini dal 1910 al 1926, Relazione Sanitaria, Benzi, Rimini 1927, pp. 21-22 [BGR, 13. MISC. CXXXI. 21].

[8] L’atrepsia è una malattia dei lattanti, dovuta a denutrizione, e caratterizzata da grave deperimento.

[9] Si tratta di un "opuscolo edito per cura della Azienda comunale dei Bagni", Zamorani e Albertazzi, Bologna [BGR, 13. MISC. XIV. 49]. Cfr. p. 12. Riportiamo la frase che conclude l’opuscolo: "E però il positivismo moderno parla ancora come l’allegoria greca: Nel mare è il misterioso principio dell’essere, nel mare è la bellezza e la forza. E la forza e la bellezza, armonizzate negli organismi viventi, sono la manifestazione sensibile della salute" (p. 13). L’opuscolo apparve (senza data) nel 1926, anno in cui il Comune assunse direttamente la Società Anonima Bagni (sorta nel ’25 come trasformazione societaria di una precedente Società Bagni), prima che la legge 1° luglio 1926 istituisse l’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo: cfr. L. Silvestrini, op. cit., p. 138 e 146.

[10] Cfr. L. Silvestrini, op. cit., pp. 143-144. Al Congresso del 1923, tenutosi il 22 e 23 luglio in occasione del conferimento della Cittadinanza onoraria all’"illustre chirurgo" prof. Lodovico Vincini, il Comune concede un contributo di 1.000 lire, mentre 600 lire furono spese per le onoranze a Vincini: cfr. Atti del Consiglio Comunale di Rimini, 1923 (pp. 254-255, ASC in ASR).

[11] Cfr. G. Nanni, Le Colonie marine di Rimini, 1933, ricordato da Silvestrini, op. cit., p. 144.

[12] Cfr. Silvestrini, op. cit., p. 280 e pp. 58-59. Sulle vicende dell’Idroterapico, cfr. pure alle pp. 83-84.

[13] Cfr. L. Silvestrini, op. cit., pp. 52-54.

[14] Cfr. A. Del Piano, Bagni di Rimini, cit., p. 13; Id., La terapia del mare, cit., cap. II, "La terapia del mare", pp. 13-16. Il cap. X è dedicato alla "Ospitalizzazione marittima dei bambini in rapporto alla profilassi della tubercolosi", pp. 61-74.

 

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