Linguaggi
non Verbali e multimediali
D.
Catacchio T. Dattoma A. Iusco
Relazione
di ricerca su:
Il Cinema
Liceo
scientifico Statale “G. Salvemini”
Bari, 9\1\2001
I - Introduzione
Il cinema
è un’arte recente che ha poco più di cent’anni per cui la sua storia è
piuttosto breve se paragonata con quella più che millenaria della musica, della
poesia, del teatro o della letteratura.
L’invenzione
che ha permesso la diffusione di questa importante e complessa arte è il
cinematografo, termine che deriva dal greco e significa “scrivere
(riprodurre) il movimento” è perciò un’invenzione che ha tra i suoi
antenati le ombre cinesi (antica forma di spettacolo che prevede la
proiezione su un telo bianco delle ombre di pupazzi animati manualmente) e la lanterna
magica (congegno che, per mezzo di una fonte luminosa e di un’apposita
lente, permette di proiettare su uno schermo immagini dipinte su lastre di
vetro) e tanti apparecchi più o meno semplici dai nomi spesso molto complicati.
La tecnica
del cinema si basa su una proprietà della retina dell’occhio umano, detta persistenza
dell’immagine. Quando la lente dell’occhio mette a fuoco un’immagine sulla
retina, lo sbiancare dei fotopigmenti scatena degli impulsi nervosi nel
cervello. Se l’immagine viene improvvisamente eliminata, l’attività chimica dei
fotopigmenti persiste, mantenendo per un dato periodo lo stimolo dei segnali
neurali; la lunghezza di tale periodo dipende dallo stato di adattamento
dell’occhio.
Quando
l’illuminazione ambientale è bassa, la retina per così dire “si adatta al buio”
e l’attività neurale continua per un tempo più lungo. Le sale cinematografiche
sono al buio per fare in modo che la retina degli spettatori vi si adatti e
venga perciò stimolata da una serie di immagini fisse, proiettate sullo schermo
in rapida successione producendo così l’impressione di un movimento continuo.
La maggior parte delle pellicole viene proiettata ad una velocità di 24 fotogrammi
al secondo.
II -
Storia del cinema
Il cinema
nasce per convenzione la sera in cui si svolse la prima proiezione pubblica di
immagini in movimento impressionate su pellicola, grazie ad un apparecchio, il cinematografo,
brevettato da due fratelli francesi Auguste e Louis Lumière.
Tale
proiezione ebbe luogo il 28 dicembre 1895 in un famoso bar parigino; furono
trasmesse scene domestiche, l’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotàt,
l’uscita degli operai da una fabbrica cioè la realtà riprodotta dal vero senza
basarsi né su una sceneggiatura né su regole di regia. D’altronde i Lumière non
credevano nell’avvenire della propria invenzione e fu soltanto Georges Méliès
con la sua fantasia a scoprire le possibilità espressive del cinema e realizzò
storie prodigiose tra cui le più celebri sono: “Il viaggio nella Luna (1902),
Viaggio attraverso l’impossibile (1904), La conquista del Polo (1912)”. Mentre
però Méliès non superò mai lo stato artigianale, Charles Pathé fondò la prima
casa di produzione cinematografica. In complesso, quindi, questo periodo è di
netto predominio francese sia sul piano artistico, sia sul piano commerciale,
ma ben presto la Francia vide sorgere pericolosi concorrenti.
Infatti in
Inghilterra il cinema si sviluppò rapidamente grazie al pioniere Robert William
Paul, ed in America dove sorsero numerose sale cinematografiche e si
produssero importanti film quali “Il
bacio di Frank Gammon” (il primo film d’amore) e ancora “L’assalto al treno” (il
primo film western), si acquistò indubbiamente un netto predominio sulla
produzione cinematografica.
In Europa,
quindi, durante i primi anni del Novecento il cinema attraversò una grave crisi
da attribuire soprattutto al disinteresse della borghesia colta e allo scarso
valore dei soggetti. Una crisi anche dovuta al conflitto mondiale che contribuì
al declino del cinema francese e italiano ed all’estendersi della supremazia
del cinema americano. La supremazia americana si estese al genere comico,
grazie ad una serie ininterrotta di trucchi e gags dando vita a quella che si
usa chiamare “L’era delle torte in faccia”. Ed è proprio in questo periodo che
il più grande di tutti, Charlie Chaplin, comincia ad operare creando la
maschera di Charlot.
Intanto in
Europa, e soprattutto in Francia, nel dopoguerra, il cinema cominciò a far
presa sugli intellettuali che inizialmente l’avevano guardato con diffidenza
negandogli ogni possibilità artistica, qui dove la tendenza dominante era
quella di secondare i gusti del pubblico attraverso spettacoli convenzionali e
sommari, si verificò una vivace reazione.
Quindi in
America per tentare di mantenere la supremazia minacciata dalla morte dei più
grandi artisti americani dell’epoca, gli Stati Uniti fecero appello agli
artisti stranieri.
La
supremazia americana continuò dunque per i successivi decenni finché non
incontrò la concorrenza del cinema italiano. Infatti dalla metà degli anni ’40
alla metà degli anni ’50, in Italia si sviluppò una stagione del cinema
significativa: il Neorealismo, che ufficialmente inizia con il film
“Roma città aperta” di Roberto Rossellini e si conclude nel 1952 con “Umberto
D.” di Vittorio De Sica. Si tratta di un fenomeno intenzionato a rappresentare
con sincero impegno morale la realtà drammatica dell’Italia devastata dopo la
seconda guerra mondiale. La maggior parte dei film neorealisti sono
interpretati da attori non professionisti, che si servono del dialetto,
improvvisano sul set e si lasciano guidare dalla suggestione del momento.
Andando
verso gli anni sessanta diventa impossibile confinare la storia del cinema ad
un limitato numero di grandi paesi, per cui si differenziano varie scuole: la Novelle
Vague , che punta allo svecchiamento del cinema francese riuscendo a
realizzare il rinnovamento grazie alle opere di FranVois
Truffaut, Jean-Luc Gadart, Alain Resnais, Claude Chabroi; il loro cinema
permette all’autore la massima libertà espressiva, la macchina da presa viene
utilizzata per cogliere la vita senza costringerla ad adattarsi alle regole
tradizionali della ripresa, l’uso di attori non professionisti o poco
conosciuti, serve a sottolineare la novità dell’operazione; il Free Cinema
inglese, che a partire dal 1956 dà il via ad una serie di movimenti di
ribellione che presto si diffusero in altri paesi europei e negli Stati
Uniti. I giovani registi britannici sono arrabbiati perché non sopportano una
vita grigia e noiosa. La Gran Bretagna in quegli anni comincia a perdere il
proprio impero coloniale e la sua potenza in termini economici e di prestigio subisce
gravi danni. Questi autori, particolarmente preparati e apprezzati, trasmettono
alle loro opere una rabbia generica, che non offre sbocchi né soluzioni e che
spesso si ispira a testi teatrali. Tra gli autori più importanti ricordiamo
Tony Richardson, Lindsay Anderson e Karel Reisz; il Neue Wege tedesco che ispirandosi agli analoghi
movimenti culturali francesi e inglesi si comincia a sviluppare un cinema più
libero nell’espressione e nell’interesse per la vita reale. Tra le personalità
più rilevanti figurano Alexander Kluge, Werner Herzog, Edgar Reitz e Wim
Wenders che però molto spesso si allontanarono dallo spirito che aveva
originato la loro protesta, producendo film ad alto costo; e il New American
Cinema statunitense, che cerca di opporsi alle già fiorenti produzioni
hollywoodiane e dà vita a produzioni
indipendenti. Infatti il pubblico americano a cui erano rivolti i grandi
film dell’epoca cominciò a venir meno nelle sale cinematografiche per il
notevole aumento degli apparecchi televisivi nelle case americane, per cui si
procedette a rivolgere l’attenzione ad un pubblico diverso, più giovane e
contestatore seguendo appunto le influenze del movimento studentesco del 1968;
ed infine ma non per importanza la commedia all’italiana che si affaccia
per la prima volta negli anni ’50 ed ancora presente nella nostra produzione
contemporanea. Essa gode dei favori del pubblico, quindi si sviluppa
notevolmente anche dal punto di vista quantitativo. Nel primo decennio,
caratterizzato dalla speranza in tempi migliori e dall’impegno nella
ricostruzione dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Infatti prevalgono
film ottimisti quali “Poveri ma belli” di Dino Risi e la serie di “Pane, amore
e....” di Luigi Comencini. Negli anni Sessanta si affaccia, tuttavia, il dubbio
tra gli autori più consapevoli che qualcosa possa incrinare le certezze del
“miracolo economico”, per cui i personaggi dei film, sempre esibizionisti e
sbruffoni, cominciano a svelare qualche timore o incertezza come nel film “Il
sorpasso” di Dino Risi. Negli anni ’70 invece il filone trova nuova linfa con
l’affermazione di nuovi comici come Roberto Benigni, Carlo Verdone, Francesco
Nuti, Massimo Troisi e Maurizio Michetti.
Per venire
infine ai nostri giorni è rimarchevole il ritorno su tutti i mercati del cinema
statunitense con colossali spettacoli (Spielberg, Coppola, Allen); mentre in
Europa si affermano personalità individuali come lo spagnolo Almodovar, il
polacco Kieslovski, e il finlandese Kaurismaki.
III - L’evoluzione del cinema
· In
origine il cinema nasce muto anche se spesso le proiezioni prevedevano un
accompagnamento musicale. Per rendere più comprensibili le storie si utilizzano
le didascalie, brevi scritte esplicative inserite tra una scena e l’altra.
Il primo film sonoro è “Il cantante di jazz (1927)”. Tale invenzione apre al
cinema nuovi orizzonti (nasce il musical, si afferma la commedia).
·
Inizialmente il cinema utilizza pellicole in bianco e nero, infatti i
film a colori sono ottenuti con procedure molto impegnative. Uno dei sistemi
usati consiste nella coloritura a mano, fotogramma per fotogramma, di
tutto il film. Un’altra soluzione è il viraggio cioè il bagno della
pellicola in una speciale emulsione colorata. Il limite di questa scelta
consiste nel fatto che si ottiene un effetto monocromatico, cioè il colore è
unico per tutto lo spezzone di film sottoposto al bagno. Con il technicolor
a partire dalla seconda metà degli anni ’30 si diffonde la possibilità di
utilizzare una pellicola in grado di riprodurre direttamente il colore. Il
sistema subisce una serie di perfezionamenti prima di riuscire a soppiantare il
classico bianco e nero.
· Ha
particolare importanza il riconoscimento della dignità artistica al
cinema. Infatti in un primo tempo, la scoperta dei Lumière viene considerata un
fenomeno da baraccone, un intrattenimento per la gente semplice e incolta che
frequenta le fiere e i mercati e che gli intellettuali tendono a disprezzare.
Il cinema allora cerca di “nobilitarsi” sia prendendo spunto da opere
letterarie famose per i propri film, sia coinvolgendo direttamente autori
illustri nell’elaborazione di soggetti originali. Vanno a questo proposito
ricordate le collaborazioni di autori quali Grazia Deledda, Guido Gozzano,
Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello, Giovanni Verga. Anche gli attori di
teatro devono vincere parecchi pregiudizi prima di approdare al cinema. Agli
inizi sono gli acrobati o i dilettanti ad accettare di recitare nei film. Un
notevole lavoro per il riconoscimento del cinema come arte viene svolto dai teorici,
studiosi che motivano e documentano l’autonomia e la dignità di questa forma
d’espressione del Novecento.
IV -
Strumenti e tecniche
Per la realizzazione di film, documentari e
animazioni cinematografiche in genere, i registi utilizzano spesso effetti
particolari come la ripresa di un oggetto in movimento, l’ingrandimento o il
rimpicciolimento delle immagini e nei documentari in particolare, la visione
interna di un oggetto. Ma per ottenere questi effetti sono necessari degli
strumenti particolari. Quando si ingrandisce un oggetto molto lontano per
notarne i particolari (Telecinema), si utilizza un teleobiettivo:
esso è in grado di mettere a fuoco molto bene gli oggetti lontani; ha una
lunghezza che varia dai 90 centimetri ai 5 metri e un angolo di visuale molto
ridotto. Questo strumento viene usato molto nell’astronomia per filmare i
fenomeni che avvengono sulla superficie dei pianeti e delle stelle. Un altro
campo in cui troviamo il teleobiettivo è la meteorologia: esso è infatti usato
per filmare gli spostamenti di masse nuvolose e per calcolarne la sua
direzione.
Il teleobiettivo lo ritroviamo anche nell’ambito
della macroscopia: in questo caso gli oggetti da filmare sono di dimensioni
comprese tra alcuni millimetri e pochi centimetri. Per filmarli, quindi, è
necessario utilizzare obiettivi più piccoli, di grandezza variabile tra i 75 e
i 100 millimetri. Nella microscopia, invece, la macchina da presa può essere
direttamente collegata al microscopio per registrare le immagini e non è
necessario l’utilizzo di un obiettivo.
Quando si vuole filmare l’interno di un corpo, è
possibile utilizzare diverse tecniche.
Per esempio si possono utilizzare i raggi X. Essi
possono essere ricevuti direttamente sulla pellicola senza l’utilizzo di una
macchina da presa; ma, date le dimensioni della pellicola, le immagini filmate
possono avere dimensioni relativamente piccole. Il teleobiettivo diventa
inutile quando si utilizzano i raggi X poiché essi lo attraversano completamente.
Un’altra possibilità per filmare l’interno di un corpo, soprattutto quello
umano, è la cineendoscopia: questa tecnica usata molto in medicina
utilizza uno strumento particolare quale l’endoscopio; si tratta di un
tubetto rigido molto sottile recante all’estremità inferiore
una piccolissima lampada per l'illuminazione delle cavità interne; un prisma e
un'ottica inseriti nel tubo trasmettono poi l'immagine di tali cavità
all'apertura esterna, ove si effettua l'osservazione.
L'applicazione del cinema alla radiologia e
all'endoscopia permette di registrare e conservare descrizioni preziose di
fenomeni che avvengono all'interno di esseri viventi e ne rende possibile uno
studio comodo e accurato.
La tecnica cinematografica è utilizzata da tutte le
discipline scientifiche, in particolare dalla fisica (ad es.: studio dell'arco
elettrico, dinamica dei fluidi, balistica, strioscopia, che mette in evidenza
turbolenze nei mezzi trasparenti invisibili all'osservazione normale); dalla
speleologia, vulcanologia, cibernetica, astronautica, oceanografia, ecc.
Il primo istituto per il cinema
scientifico è stato creato in Francia nel 1930, principalmente per stabilire
contatti tra i tecnici cinematografici e i ricercatori e far conoscere agli
specialisti e al pubblico in generale l'utilità del cinema nelle scienze.
L'Associazione internazionale del cinema scientifico, creata nel 1945, pubblica
due bollettini (Science and Film a Londra, Le Bulletin de Recherche a
Gottinga) e tiene un congresso annuale
Dopo aver visto gli strumenti base utilizzati nel mondo
del cinema, occupiamoci ora delle tecniche cinematografiche, che ci permettono
la realizzazione di un film in tutte le sue parti.
Un film si suddivide in tempi, la cui durata è
determinata dalla capienza delle bobine del proiettore; le singole parti del
racconto sono costituite da sequenze, formate da una successione di scene;
ogni scena è composta da quadri (inquadrature). Questa organizzazione
del linguaggio cinematografico suggerisce la successione delle operazioni
necessarie alla riparazione delle riprese. Generalmente si parte da un soggetto
intorno al quale si costruisce una trama oppure da un racconto preesistente.
Segue la preparazione della scaletta, ossia uno schema della struttura
narrativa del film, con cui viene definita la successione delle azioni
principali. In base alla scaletta si prepara la sceneggiatura, nella
quale vengono riportati tutti gli elementi del racconto, suddivisi in scene e
quadri, che possono essere realizzati in immagini. La sceneggiatura, oltre alla
descrizione dell’azione, deve anche riportare tutte le indicazioni necessarie
alla realizzazione delle riprese, come l’ambiente in cui esse devono essere
effettuate, la loro durata, il punto di vista, il campo inquadrato, gli
eventuali movimenti di macchina e gli attori impegnati (con le rispettive
battute di dialogo). Oltre che come guida per le riprese, la sceneggiature
serve anche in fase di montaggio per ricostruire l’esatta successione dei
quadri, che generalmente vengono ripresi in tempi diversi secondo una
successione determinata unicamente da ragioni economiche e organizzative. Prima
di procedere con la ripresa è necessario preparare l’ambiente in cui si svolge
la scena e sistemare la macchina da presa nel posto indicato dalla
sceneggiatura. Se la ripresa è sonora è anche utile sistemare i microfoni e gli
apparecchi di registrazione. Viene poi approntato l’impianto d’illuminazione,
che può essere anche necessario nelle riprese in esterno per schiarire le ombre
o per ottenere effetti particolari. A questo punto si passa alla prova del
quadro per controllare che l’azione, l’illuminazione e i movimenti di macchina
corrispondano a quanto richiesto nella sceneggiatura. Al termine delle prove,
dopo un controllo definitivo dell’esposizione, si avvia il motore della
macchina da presa, si prende il ciak e si inizia l’azione. Ogni azione viene
ripresa più volte, eventualmente anche da più macchine sistemate in posizioni
diverse, in modo da poter scegliere le inquadrature migliori in sede di
montaggio. Le varie scene, quindi,
possono essere girate in diversi modi a seconda della posizione della
macchina da presa. Infatti l’utilizzo del carrello rende possibile il
movimento della macchina, mentre ancora i movimenti aerei verso il basso o
verso l’alto sono eseguibili con la gru, o con il dolly (una gru
dalle dimensioni più piccole). I movimenti irregolari si ottengono quando la
macchina da presa è portata a mano o a spalla dell’operatore. Un’altra
importante tecnica è quella dello zoom ovvero un movimento apparente
della macchina che permette l’allontanamento o l’avvicinamento all’azione. Nel
corso della realizzazione delle riprese si prende nota di tutti quei
particolari che possono cambiare tra una ripresa e l’altra (la disposizione degli
oggetti, la posizione del Sole o degli orologi) in modo da evitare errori di
continuità. Segue, quindi, l’importante fase del montaggio con il quale
viene organizzata la struttura del film, stabilendo la successione definitiva
delle scene tramite un’apposita apparecchiatura che si chiama moviola.
Successivamente con un’operazione di missaggio si procede a supportare
il film della colonna sonora definitiva, i rumori e i dialoghi. Ottenuta,
dunque, la copia ultimata si producono da questa altre copie per la
distribuzione.
Sommario
I -
Introduzione
Pag. 1
II - Storia del cinema
Pag. 2
III - L’evoluzione del cinema Pag. 4
IV - Strumenti e tecniche Pag. 4
Bibliografia
Enciclopedia
Rizzoli Larousse 2000
Enciclopedia
Microsoftâ Encartaâ 2000
Grande
Enciclopedia De Agostini
Viaggiatore
senza bagaglio di Nerella Botta (volume D)
Linguaggi
non verbali e multimediali
Verbale relativo alla lezione del giorno 11 Novembre 2000.
Classe 3°D – Docenti Prof. Gentile e Prof.ssa Giorgio
Relatore: Alessandro Iusco
Prima di iniziare la lezione del
giorno, le studentesse Alessandra Mastrodonato e Roberta Gennari danno lettura
del verbale relativo alla lezione precedente. Prima che la lettura finisca il
Prof. Gentile richiama l’attenzione sul fatto che le nozioni che si imparano
non vengono applicate. In particolare lamenta che solo uno degli alunni si è
iscritto alla mailing list oggetto delle precedenti lezioni. Alcuni alunni
comunicano di aver trovato difficoltà per effettuare l’iscrizione alla mailing
list. Il professore, a questo punto dà una nuova spiegazione delle procedure.
Spiega, in particolare, che, per effettuare l’iscrizione, è necessario seguire
i seguenti passaggi:
1) Andare
alla pagina Web del sito;
2) Cliccare
su “nuovo messaggio”;
3) Scrivere
l’indirizzo della mailing list con l’aggiunta della parola “subscribe”;
4) Inviare il
messaggio.
Il prof. Gentile precisa che, in
assenza del messaggio di ritorno, è probabile che sia stato commesso qualche
errore nelle procedure sopra indicate.
La Prof.ssa Giorgio comunica di
aver avuto difficoltà ad aprire alcune pagine del sito. Il Prof. Gentile, dopo
aver precisato che le difficoltà possono essere di natura tecnica, spiega che
nella pagina intitolata “Franzato”, si trovano tutti i siti in lingua inglese
riguardanti la comunicazione.
Successivamente il professore
richiama l’attenzione della classe sulla necessità di seguire attentamente il
verbale. A questo proposito chiede agli alunni di conoscere il loro parere
sull’importanza del verbale. Molti alunni concordano affermando che esso è
importante e necessario. La Prof.ssa Giorgio aggiunge che il verbale è utile
affinché gli assenti possano venire a conoscenza degli argomenti trattati nelle
lezioni precedenti. Pertanto la studentessa Roberta Gennari viene invitata a
terminare la lettura del verbale.
A questo punto la Prof.ssa Giorgio
chiede di conoscere se sia stato completato il glossario delle parole di
Internet, come richiesto telefonicamente all’alunno Andrea Pesce, il quale si
era impegnato a diffondere la richiesta a tutta la classe. Molti degli alunni
evidenziano che il contenuto della telefonata non è stato preso seriamente, ma
molti lo hanno ritenuto uno scherzo.
Alcuni alunni procedono alla
lettura dei termini del proprio glossario. Fra tutti i termini suggeriti viene
prestata la massima attenzione ai termini Hacker o Infopredators.
Il Prof. Gentile spiega che con il primo termine si indicano coloro che
esplorano il sistema dei siti Web ed i loro meccanismi, trasgredendo alcune
regole come la privacy del software. Con il secondo termine si indicano
persone che usano Internet per rubare informazioni segrete, forzando i siti e
le relative password, diventando dei fuorilegge. Il professore precisa,
inoltre, che gli Hacker si fanno promotori anche di proteste in rete dette
Netstrike. Gli Hacker non devono essere definiti criminali infatti, a volte,
queste forme di protesta sono utili; si pensi, ad esempio, ad un sito razzista,
chiuso per ordine ministeriale, che era stato oggetto proprio di una protesta
degli Hacker. Spesso queste forme di protesta, spiega il professore, avvengono
con avvisi agli utenti contrari, con l’invio continuo di messaggi che, alla
fine, causano il blocco del sito. Il professore richiama l’attenzione sul fatto
che questo tipo di censura può anche rappresentare un limite alla libertà di
comunicare in rete.
La Prof.ssa Giorgio suggerisce
come argomento di ricerca Hacker e Virtual Friendship.
Si torna a parlare del glossario e
il professore evidenzia che, di norma, le definizioni del glossario sono brevi,
tuttavia in alcuni casi le definizioni devono essere necessariamente più particolareggiate.
Su questo argomento la Prof.ssa Giorgio, assegna, in occasione della prossima
lezione, il compito di annotare due o più termini del glossario senza apporre
alcuna definizione.
Alle ore 11,00 il Prof. Gentile e
la Prof.ssa Giorgio chiudono la lezione.
Linguaggi
non verbali e multimediali
Verbale relativo alla lezione del giorno 16 Dicembre 2000.
Classe 3°D – Docenti Prof. Gentile e Prof.ssa Giorgio
Relatore: Alessandro Iusco
Prima di iniziare la lezione del
giorno, le studentesse Stefania Manzari e Roberta Gennari danno lettura del
verbale relativo alla lezione precedente.
Il prof. Gentile raccomanda che i
verbali vengano memorizzati su floppy disk lavorando a casa o in laboratorio a
scuola.
Il prof. Gentile raccomanda ancora
una volta l’iscrizione alla mailing list per chi non l’avesse già fatto, in
modo che tutti siano pronti per il lavoro finale che potrà essere completato
solo da chi ha provveduto all’iscrizione.
Il professore consiglia inoltre di
consultare i siti in inglese seguendo la procedura seguente:
1. Andare
alla pagina relativa a E-GROUPS.
2. Cliccare
sulla voce: “LINK”.
3. Cercare
l’indicazione “Preferiti Scuola” e cliccarci su.
4. Dopo che
sullo schermo è stato visualizzato uno specchietto relativo alle varie
discipline, cercare “Inglese” e visualizzarne i siti relativi.
5. I siti
consigliabili che si trovano nella lista, sono uno intitolato “Franzato” e
l’altro intitolato “MyClassNet”.
6. Segnalare
in lista i possibili siti interessanti, poiché è necessario che tutti inviino
almeno un’E-Mail alla mailing list
Successivamente la lezione
continua con l’utilizzo del computer e il collegamento in INTERNET
Alle ore 12,50 il Prof. Gentile e la Prof.ssa Giorgio
chiudono la lezione.
Linguaggi non verbali e multimediali
Verbale relativo alla lezione del giorno 19 Ottobre 2000
Classe 3D - Docenti: Prof. Gentile con la presenza straordinaria del
preside
Relatore: Tommaso Dattoma
Incontro n°2, tenuto
dal professor Gentile con la presenza straordinaria del preside.
Da un sondaggio avutosi in classe diverso tempo fa, era emerso che quasi
l’80% dei
ragazzi della III D possiede un collegamento ad Internet a casa propria e che
di conseguenza si ha una conoscenza del mezzo abbastanza consolidata.
Ora, da un secondo ed è emerso che la causa della modifica delle notizie
da parte dei giornalisti è dovuta all’aumento dei mezzi d’informazione che
trasmettono le stesse notizie anche se in modo diverso, facendo si che spesso
vengano distorte o fraintese. Quindi per difendersi da questo fenomeno è
necessario o leggere più giornali per poter meglio avere un’idea
sull’avvenimento o ancora bisogna saper scegliere i giornali giusti a seconda
delle informazioni che desideriamo. Ad esempio comprando giornali che curano
particolarmente le pagine della cultura, della musica a seconda di ciò che
desideriamo.
Nella seconda parte dell’ora ci si è invece interessati all’obiettivo
principale che il corso vuole far perseguire e cioè una conoscenza maggiore dei
fenomeni comunicativi fornendo gli strumenti e i metodi per il loro utilizzo.
Al termine del corso, dopo essersi divisi in gruppi di due massimo tre,
i ragazzi consegneranno dei lavori di ricerca da svolgersi alla fine del corso
riguardanti un tema tra quelli che si tratteranno.
Linguaggi non verbali e multimediali
Verbale relativo alla lezione del giorno 25 Novembre 2000
Classe 3D - Docenti: Prof. Gentile e Prof.ssa Giorgio
Relatore: Tommaso Dattoma
Come di consueto dalla nostra classe ci spostiamo nel laboratorio di
informatica dove, dopo aver preso posto, si apre la lezione con la lettura del
verbale della volta precedente; quindi il professore fa il punto della
situazione dicendoci che oggi si sarebbe conclusa la prima tappa del corso e
cioè l’iscrizione alla mailing list. Infatti c’è ancora qualcuno che non ha fatto
l’iscrizione mentre ce ne sono altri che pur iscritti alla mailing list non
hanno mandato la lettera di conferma, necessaria dal punto di vista scolastico.
La maggior parte ha invece completato l’iscrizione e tra questi, due, più
precisi degli altri hanno scelto di rendere pubblico il proprio indirizzo e per
maggior chiarezza il professore consiglia a tutti di fare come loro due
operando in questo modo: entrando nella propria pagina e seguendo le istruzioni
che lo stesso computer offre.
Il professore annuncia che tra breve la possibilità di iscrizione verrà
chiusa per evitare che altri utenti da tutta l’Italia si iscrivano.
Infine
prima di dividersi in gruppi e lavorare sui computer il professore ribadisce le
fasi da seguire per iscriversi alla mailing list e cioè:
1.
creazione di una casella personale ovvero di un indirizzo
e-mail;
2.
registrazione ad E-groups;
3.
invio messaggio d’iscrizione;
4.
invio replica;
5.
invio conferma d’iscrizione.