Con “Blu-Terra” la genovese Graziella Toniollo riprende ad esporre i suoi lavori in ceramica (dopo una breve e proficua pausa), questa volta alla galleria Rovani in via Gianelli 56 di Quinto al mare.

E proprio il colore “blu” - presente nelle maioliche colorate a pennello o disegnate in volute barocche - riesce a trasformare la “terra” della ceramica in sostanza virtuale capace di richiamare alla percezione visiva la liquidità dell’onda, le profondità del cielo, gli abissi marini, la setosità  d’un panneggio indiano o ancora il gonfiore di vele in poppa.

Dice infatti l’artista:”Il blu è una costante nella mia vita, il blu è una dimensione mentale: volo, ampiezza, libertà, oltre, infinito... indica uno spazio in cui lo spirito individuale si muove senza limiti…” e in questo senso il suo lavoro ne è la conferma.

Particolarmente esplicativo è la presenza di un coccio di vaso (rigorosamente ornato di disegni blu) che si ricompone con la parte mancante attraverso l’effetto tromp-l’oeil della pittura, realizzata sulla superficie di fondo. Qui i limiti del supporto vengono sfondati dall’effetto ottico e questo vaso (per metà in rilievo e per metà dipinto) sembra uscire dalla materia per viaggiare nella leggerezza di una dimensione psichica.

La bravura di quest’artista sta proprio nella capacità di trasformare evocativamente il cotto della ceramica in forme extra-ordinarie, fuori dal repertorio dei tradizionali vasi o piatti, per creare originali connessioni tra forme naturali e artificiali, tra reale e virtuale,  dando anche vita a felici connubi tra materie “calde”(il legno) ed elementi “freddi” (la ceramica).

Sovente il supporto in legno viene dipinto con colori freddi diventando esso stesso, all’apparenza, pseudo-ceramica mentre, al contrario, la ceramica si scalda trasformandosi in infuocati e solari girasoli…

Riri Negri, artista genovese, ha recentemente installato i suoi dipinti a Villa Croce. Un lavoro, il suo, di straordinaria pazienza nel descrivere con estrema precisione (attraverso la tecnica dello spruzzo con la vernice nera al nitro) scie di luce che attraversano come meteore cieli neri.

E in queste plumbee lavagne, la Negri descrive improvvise accensioni luministiche, quasi tracce luminescenti  che s’inarcano nello spazio o seguono traiettorie rettilinee, ora intrecciandone i raggi ora seguendo percorsi ravvicinati, ma con frequenze diverse.

L’immaginario che nasce è quello di firmamenti notturni in cui si muovono lucenti corpi stellari, fatiscenti galassie, le cui gamme dei bianchi si alternano a quelle dei neri dando origine a delicatissimi effetti di velature, sfocature, aloni auratici e intensi giochi pittorici.

 

                                                            Miriam Cristaldi