La Liguria di Luiso Sturla

 

 

Alla galleria Cristina Busi di Chiavari (via Martiri della Liberazione 195, fino al 7 ottobre) è in corso una mostra (opere recenti) di Luiso Sturla: artista che alterna visioni naturali a visioni immaginifiche del pensiero.

Il cammino di questo valido pittore ligure, nato a Chiavari nel ’30, prende avvio negli anni ’50 con la fondazione del gruppo “I pittori del Golfo”, insieme agli amici Bartolomeo Sanguineti, Vittorio Ugolini, Alberto Galardi e altri. Sempre in quegli anni avviene la sua adesione al MAC milanese (storico Movimento di Arte Concreta, allora fortemente innovatore) con una serie di rassegne presso la galleria Schettini, presentando opere a carattere geometrico basate su strutture e forme astratte.

Dopo aver lavorato per qualche tempo a Milano con l’amico Lavagnino, anch’egli chiavarese, e a Firenze col gruppo Numero, nel ’60 Luiso Sturla parte per New York. Qui viene a contatto coi più grandi artisti dell’Impressionismo Astratto (ad esempio Sam Francis) che dipingono con irruenza gestuale gigantesche tele, e da cui viene influenzato soprattutto per la grande libertà interpretativa.

Sturla conoscerà infatti una nuova capacità espressiva: abbandonerà  le precedenti rigidità formali per sciogliersi nella fluidità della materia pittorica, aperta all’evocazione di paesaggi mentali traboccanti di luce.

Sovente fa uso dei contrasti: i bianchi accecanti vengono sbalzati in primo piano a causa dell’ avanzata incombente di ombre nerastre.

Man mano la sua pittura  si arricchisce di luminosità mediterranee: la trasparenza dei blu-cobalto e dei turchesi spesso trasforma la densità del pigmento cromatico in fluidità acquea.

Allora il cielo, il mare, la terra nella pittura dell’artista diventano spazi abissali attraversati da fasci di luce che ne scandagliano le profondità. Spazi dove stratificazioni d’aria, spessori terrestri e liquidità oceaniche rimandano a forme figurali private come il pezzo di cielo visto dalla finestra (dell’artista), il piccolo orto cintato e ombroso, o ancora il frammento di mare chiavarese.

In questo senso, l’aspra durezza del paesaggio ligure trova nella pittura di Sturla  una forte corrispondenza soprattutto con gli appiombi delle masse plastiche, l’essenzialità della visione  (evitati gli effetti zuccherosi di facili estetismi) e la severa definizione delle campiture.

La luce ne è il filtro che la interiorizza.

 

                                                            Miriam Cristaldi