Oggi viviamo in una società mutante, che è soggetta a sostanziali e inimmaginabili cambiamenti. Una trasmutazione epocale  sta investendo tutti i campi, sociologici, politici, economici. azzerando i parametri precedenti. Causa di tali trasformazioni  è lo sviluppo tecnologico mentre i mezzi d’informazione ne sono i protagonisti.

Siamo infatti testimoni diretti di una nuova era e la tecnologia digitale sta sradicando il nostro modo di pensare, di agire e di operare. I media si sono fatti portavoce di tali innovazioni facilmente individuabili in tutte le aree: nascono in questo senso nuove professioni, nuovi modelli di business on line, nuovi rapporti interpersonali, nuove dimensioni a carattere virtuale così da poter navigare in cyber-space iper-reali.

Il denaro ha perso stabilità e spessore corporeo: i capitali fluttuano nelle borse di tutto il mondo, salgono e scendono tra rialzi e flessioni imprevedibili poiché l’incidenza sui valori economici  dipende dai risultati di interscambi mondiali. Intanto in Europa si sta attuando l’internazionalizzazione della moneta, una unica, e la conoscenza giornaliera del nostro capitale la si apprende direttamente dai linguaggi soft dei media.

D’altra parte le tecnologie, in particolare Internet,  si sono rivelate strumenti fondamentali per favorire scambi, affari, comunicazioni tra paesi lontani, gettando stretti e proficui “ponti informativi”. Convegni, seminari, incontri, vertici, fanno a gara per progettare massimi sviluppi raggiungibili nei più svariati settori lavorativi, cercando di captare in anticipo i cambiamenti che con ritmo sempre più veloce stanno investendo l’intera società.

E piano piano, quasi senza accorgercene, questa società si sta sempre più avviando verso un processo irreversibile di “dematerializzazione”.

Le industrie pesanti, meccaniche e le officine, che negli anni ‘50,’70 lavoravano l’acciaio o il ferro oggi non ci sono più: si sono convertite in società telematiche basate su welfare digitali, e l’azienda appare strutturata in materiale etereo, virtuale: è diventata parola, informazione, conoscenza,

Il lavoro materiale si svolge altrove, sovente nel terzo mondo poiché meno costoso e ricco di manodopera.

Caduto il welstate, lo stato sociale,  è caduta al contempo la sicurezza mentre , in proporzione, è aumentata l’incertezza, sia economica che individuale. Se in quegli anni infatti c’era un eccesso di domanda (boom economico), oggi assistiamo ad un pericoloso eccesso di offerta e viviamo perciò una società che i sociologi o esperti del settore, chiamano del “rischio” in cui per smaltire l’offerta è necessario presentarla arricchita di sofisticati accessori. Nasce quindi l’obbligo di fornire un prodotto supplementato da servizi specifici che lo rendano più appetibile. Proporzionalmente viene così premuto il pedale sull’incremento al consumo allo stesso modo come, senza soluzione di continuità, il serpente si morde la coda.

Questo processo di smaterializzazione avvenuto nell’azienda tende a non tener conto del materiale umano, del suo aspetto emozionale. Nascono allora oggi dei micro-valori: quasi un “sì” creativo all’interno di significati ristretti.  In quest’ottica prendono campo due vie, entrambi percorribili: dare maggiore rilievo ai micro-valori del privato e, allo stesso tempo, auspicare l’apertura verso nuovi tipi di socialità, che è quanto si sta attualmente sperimentando.

Anche nell’ambito dell’editoria, verso la metà degli anni ’80, sono avvenuti stravolgimenti irreversibili: la rivoluzione digitale ha seppellito le rotative, questi gloriosi strumenti che ora posano come dinosauri nei musei per evocare un mondo scomparso.  Così pure per la fotografia: il fotoreporter si dibatte oggi tra megabyte, protocolli di trasmissione e pixel che vengono trasmessi all’unità centrale mediante collegamenti di telefonia. L’immagine che viene inviata al giornale è digitalizzata e viaggia alla velocità della luce mediante ponti  firewire  tesi  “verso le memorie di massa allo stato solido”.

La fotografia non ha più il “peso” della pellicola e del buio della camera oscura, ma le immagini vengono memorizzate (in tempo reale) su un disco rigido e in un secondo tempo trasmesse con l’aiuto di un computer portatile.

Sarà interessante sapere come si trasformerà il linguaggio giornalistico, forse riducibile a scritti via Internet e soprattutto quale dimensione creativa e professionale  il materiale umano potrà svolgere nel rispetto di un “bagaglio necessario alla cultura dei popoli”.

E’ notizia ultima che, per rivoluzionare lo scenario delle telecomunicazioni composto da alleanze di colossi di società private, si è riusciti a portare in America, attraverso cavi unici, l’informazione nelle case (televisione, telefonia e internet) ad elevatissime velocità, realizzando così un sogno con costi relativamente bassi.

Anche gli acquisti si fanno sempre più frequentemente on line: rinnovare la casa, cambiare mobili, sostituire elettrodomestici, ordinare il cibo per i pasti quotidiani stando seduti comodamente in poltrona è ormai una norma. Non più code in macchina o il peso di pacchi e pacchetti, ma visionando cataloghi web e spaziando in vari siti è possibile ordinare e ricevere il tutto sulla porta di casa.

In rete si possono anche fare, ad esempio, “safari virtuali” attraverso immagini da webcam installate in vari parchi naturali  che riprendono animali di passaggio 24 ore su 24 e direttamente inviate su internet.

Così come arrangiare musica in tempo reale è oggi possibile inserendo nel computer i relativi simboli,  passo dopo passo, sia tramite il mouse, sia tramite un output midi (come tastiere, chitarre o altri strumenti musicali collegabili a un amplificatore), potendo inoltre visualizzare l’intera partitura dell’intero campionamento direttamente sullo schermo, e stamparla in seguito come meglio si crede.

Le ricerche in campo dell’ingegneria genetica, delle biotecnologie, delle intelligenze artificiali e dell’industria telematica stanno trasformando l’immaginario collettivo fornendo l’occasione di avviare in tal senso nuove relazioni tra il corpo e la mente, tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda.

Per ciò che riguarda l’architettura

 

 

 

 

 

 

 

 

Sta quindi nascendo una “terza cultura” (dopo la scienza e l’arte, prime e seconde) che sta a indicare una condizione dove certamente c’entrano i computer e che al contempo si configura come “prodotto dell’incontro tra arte e scienza” (Gianni Romano <Nuovi paradigmi nell’epoca digitale>)