“Dal non esistente” (mostra a cura di Giovanni Leghissa) all’esistenza, è il filo rosso che collega l’opera degli artisti invitati allo Studio Leonardi V Idea (Piazza Campetto 8 fino al 15 gennaio), partiti da alcune considerazioni fatte dal Leopardi riguardo possibilità di speranza là dove regna desolazione.

Di carattere antropologico è il lavoro fotografico di Gertrude Moser Wagner che prende in esame gli strati di un terreno-discarica in cui i rifiuti si sono trasformati in sostanze nutritive, mentre brani di poesia vengono accostati ad affioranti ciuffi di ginestre.

Stesso motivo nella ricerca fotografica di Elisabeth Woemdl dove accidentati landscape subiscono sanguigni interventi pittorici (soluzioni alla gelatina) per simulare colate laviche e spruzzi di papaveri.

Antonino Bove mostra, con avvincenti strutture plastico-gommose, l’organicità di anse cerebrali quali simboliche forme capaci di originare la “materia viva” del pensiero, ricollegabile a precedenti ricerche condotte sull’<eternità> della sostanza del lievito.

Con Mauro Ghiglione.lo spazio si fa drammatico ed il tempo perde la dimensione lineare: le gigantografie (a distanza di anni ) del volto censurato di due assassini vogliono apparire come obsolete testimonianze che, risorte dall’oblio, possono rigenerare nuova vita attraverso inedite identità.

Miriam Cristaldi

 

 

Pubblicato su Repubblica-Il Lavoro il5 gennaio 2002