Con “Viaggio in Italia – un corteo magico dal Cinquecento al Novecento” si è inaugurata venerdì scorso, nei labirintici spazi di Palazzo Ducale, un’imponente mostra (corredata da un magnifico catalogo Electa, in b.n. e colori) che contempla cinque secoli di vita caratterizzati da vizi e virtù, miserie e grandezze, testimoniati da eccezionali dipinti, sculture, manoscritti e libri, in tutto circa ottocento opere.

Una mostra che si sviluppa in tortuosi e oscuri passaggi a tunnel (con  pareti dipinte di nero) in cui non è facile godere di una piena illuminazione. Effetti voluti probabilmente per suscitare teatralità e incroci di sguardi che si attivano tra l’osservatore e quelli dei ritratti dipinti (emergenti dal buio) stimolando così  una ricerca personale, avviata in segretezza, sulle informazioni, ritratti, dati e materiali vari in esposizione (vi è pure una ciocca di capelli di Lucrezia Borgia) per scoprire via, via, efferatezze e grandi eventi, bellezze e orrori che costituiscono il palcoscenico su cui si esibiscono attori, comparse, demiurghi, scrittori e grandi artisti del passato.

Mostra d’arte, dunque, che non vuole però collocarsi nella norma ma, a detta dei curatori Giuseppe Marcenaro e Piero Boragina, si sviluppa secondo un lungo racconto, una ricca narrazione storica dove ciò che è successo tanto tempo fa diventa premessa inscindibile per capire gli sviluppi del contemporaneo e il “senso del nostro tempo”.

Per questo motivo è affidato agli scrittori il compito di introdurre argomentazioni storiche, iniziando proprio da Montagne, sceso in Italia nel 6° secolo alla corte dei Medici, inizialmente per curare i suoi calcoli renali. Con “gli occhi” dello scrittore i visitatori potranno partecipare alle feste medicee e assistere agli spettacoli delle compagnie di teatranti di allora.

Scenderanno da noi altri scrittori, tra cui Goethe, amico della pittrice Angelica Kauffmann che gli farà da guida; tranquilla ma ricca di rimpianti è la Roma di Chateaubrian, ove egli frequenterà lo studio del Canova.

I poeti inglesi Giorgio Byron e Percy Shelley scenderanno invece in Liguria: il secondo vi troverà la morte qui rappresentata da uno splendido dipinto col funerale sulla spiaggia di Viareggio.

Anche Dickens, come Flaubert, s’ispirerà per i suoi racconti a Genova, trascorrendovi un lungo periodo di vacanza, mentre Henry James sceglierà Firenze dove vi ambienterà il suo “Ritratto di signora” e potrà appassionarsi all’opera di Tiziano e Botticelli, ammirati alla galleria di Palazzo Pitti.

Venezia  di fine ottocento affascinerà Browwning e James (giunto da Firenze) che parteciperanno a feste grandiose sul Canal Grande riuscendo inoltre a cogliere la travolgente bellezza della pittura di Bellini, Tintoretto, Veronese  e Carpaccio. Quel Carpaccio che diverrà il mito di un altro scrittore: Marcel Proust, cantore dello struggente fascino lagunare.

L’aspetto magico-evocativo di questo “lungo Viaggio” viene perciò affidato a quei dipinti capaci di “… promanare l’aura del tempo,  che si proietta oltre i tempi, in un continuo rimando di riflessi…specchi di memoria in cui si è fissata un’epoca”.

Eccezionali, sia per numero che per qualità,  sono infatti i dipinti esposti, in grado di fornire una complessità di emozioni coinvolgenti diverse categorie mentali.

Tra gli altri, si evidenziano in particolare le splendide coppie di ritratti eseguiti da Raffaello, il celebre ritratto del cardinale Bembo dipinto dal Tiziano, quello fiammeggiante del Pontormo, i precisi disegni di Michelangelo, le algide e classicissime sculture del Canova, il malinconico, dolce personaggio dal capo reclinato del Giorgione, i dipinti del Bronzino, Rubens, Velasquez, Van Dyck, i “Cappuccini attorno al fuoco” del Magnasco, il grandioso S. Sebastiano di Guido Reni, la mobile Vergine col Bambino del Carracci, il bucolico paesaggio di Corot, fino a giungere alle delicatissime nebbie di Turner.

Divisa in 14 sezioni, la prima della mostra è dedicata  alle corti italiane del Cinquecento in cui appunto - attraverso la processione dei personaggi dipinti - è possibile comprendere quell’universo fatto di gloria e di conquiste, di tradimenti e di veleni che hanno intessuto le trame della storia, raccontata anche dagli scrittori stranieri che l’ hanno saputa degnamente immortalare.

Come ad esempio Goethe, che di Napoli ha descritto le personalità in vista del tempo: il vulcanologo Sir Hamilton, ambasciatore d’Inghilterra, con la bellissima moglie (amante di Nelson), divina musa di artisti, cortigiana e avventuriera. In questa città il ”poeta di Weimar” è rimasto affascinato dalle fiamme del Vesuvio (visibili in dipinti in mostra), innamorandosi soprattutto della bellezza della natura e -spostatosi in seguito in Sicilia – andrà poi alla ricerca della “pianta originaria” da cui trarrà la discendenza del regno vegetale.

Agitato invece il viaggio del marchese De Sade che, inseguito dalla polizia francese, giungerà in Italia  per comporre una specie di diario in cui elencherà molte opere d’arte. Tra queste, rimane incantato da alcuni dipinti del Caravaggio, Guido Reni, Domenichino così a “…sottolineare una passione che lo induceva verso la contemplazione di opere di forte sensualità”.

Nella terza sezione troviamo il pittore Rubens che da Mantova arriva nella nostra città: qui scoprirà i severi e aristocratici palazzi di via Garibaldi e del centro storico che raccoglierà nel libro “I Palazzi di Genova” sollecitando i suoi concittadini di Anversa a fare altrettanto.

A illustrare ciò stanno i ritratti che egli ha dipinto di Nicolò Pallavicino e Ambrogio Spinola in cui, nella perfezione delle vesti, si stagliano morbide mani e volti luminosi dagl’intensi sguardi.

Questa grande mostra, nata da un progetto comune dei curatori e realizzata nel tempo di qualche anno, non è stata pensata per il G8 ma, di fatto, ne diventa il fiore all’occhiello: essa considera -attraverso la rarità degli scritti dell’epoca e dei manoscritti di Machiavelli, Guicciardini, Ariosto, Aretino, Bembo, Tasso - le   tradizionali corti di Ferrara, Mantova, Parma e Piacenza, Roma, Firenze, Genova, Venezia, Milano e Urbino ed è rappresentata da opere giunte dai più importanti musei del mondo.

La mostra, da non perdere, si concluderà il 29 luglio 2001 e sarà accompagnata da una serie di manifestazioni collaterali nelle specificità di percorsi guidati (anche in battello con letture e interventi recitati), concerti, attività didattiche, conferenze, seminari.

 

 

 Miriam Cristaldi