"Il romanticismo dell'ostacolo" è il titolo della cartella, composta da 50 esemplari, presentata dagli artisti A. Bove, P. Assmann, V. Vasta, R. Hammerstiel, R. Huber-Wilkoff nello spazio della galleria Leonardi V - Idea (piazza Campetto 8) e, al contempo, titolo della mostra che gli stessi hanno allestito nell' ampio ambiente.

Il gruppo, dopo tre anni di mostre, convegni e dibattiti rivolti alle problematiche della malattia mentale e a stretto contatto coi degenti psichiatrici, è riuscito con questa esposizione a trasmettere all'osservatore le esperienze accumulate nel tempo e, allo stesso modo, ha saputo cogliere le specificità delle espressioni carenti di creatività interagendo attivamente con una comunicazione del "cuore a cuore" (vedi testo di Claudio Costa sul Museo Attivo delle Materie e Forme Inconsapevoli),  attraverso l'uso di differenti codici linguistici.

In questo caso, la parola "ostacolo" è riferibile al disagio psichico dove la comunicazione diventa afasica, mancante, ma che sa arricchirsi di qualità "romantiche" nel momento in cui si riesce, nel nome dell'artisticità, a superare le barriere delle incomprensioni e a cogliere nella "malattia" quei germi di libertà laddove i comportamenti si svincolano dalle norme societarie.

Paradigmatico è il disegno di Assmann dove una mano sicura, di adulto, sembra accogliere e proteggere una piccola mano indifesa di bimbo.  Quasi a simulare la saggezza dell'uomo maturo che sa capire e fare propria la fragilità del debole.

Bove presenta un suo apparecchio fantastico capace di materializzare i sogni: uno di questi si visualizza nella forma autentica d'un pane integrale che assume la connotazione magica d'imbarcazione su cui campeggiano piccole "vele" elaborate con immagini di neuroni cerebrali.

Hammerstiel propone la gigantografia di una persona disabile che viene risucchiata nel vortice della pittura come elemento interattivo capace di scuotere la superficie del quadro diventando tutt'uno con l'opera.

Huber mostra un complesso quanto interessante alfabeto di segni coincidenti col regno animale: insetti e frammenti corporei si dispongono in dinamismi ritmici andando a tessere una sorta di scrittura misteriosa.

Vasta esibisce una serie di fotografie di grande formato raffiguranti il "popolo dei senza nome" (piuttosto che chiamarli matti), persone cioè cacciate dal "paradiso normale" che attendono ed esigono il "diritto alla riconoscibilità".

                       

                                                Miriam Cristaldi