Subject: Il mio Galgo



From: "Alessandro"
Newsgroups: it.discussioni.animali.cani
Date: Thu, 22 Aug 2002 16:56:18 GMT

Ciao a tutti! Prima di tutto, grazie dell'accoglienza calorosa (mi accorgo
che è rara soprattutto nei NG specialistici...). Grazie :-)
Su richiesta di Muffola, vi racconto come è andata la storia di Lady, il
galgo spagnolo che, insieme ai miei genitori, ho salvato in Spagna.

L'abbiamo trovata per la prima volta sdraiata sul lungomare davanti a un bar
affollato nel centro commerciale del piccolo paese in cui ho soggiornato (a
pochi km al confine del Portogallo, in Andalusia). Per "fortuna", il cane
rimaneva sempre in quel luogo in modo tale da poter avere cibo dai turisti,
pur essendo questo totalmente inadatto (hamburger, gelato...), e poter
andare a dormire in spiaggia. Quando l'abbiamo trovata non era in cattive
condizioni; io all'inizio credevo appartenesse a qualche negozio o hotel,
nonostante fosse sempre agitata. La conferma l'ho avuta da un abitante che
mi ha riferito di averla vista in giro da oltre 1 mese. Mi sono chiesto "e
allora non fai niente??". Non c'era nessuno che si volesse occupare di
questo problema una volta per tutte.
Il giorno successivo l'abbiamo trovata in spiaggia, mentre veniva scacciata
in malo modo da un'odiosa "bagnina" che non voleva il cane tra i piedi.
Alla fine si è buttata sotto un ombrellone, stremata. Siamo andati a
prenderle dell'acqua e del cibo, dal vicino supermercato. Potete immaginare
com'era contenta! L'odiosa bagnina ci incalzava dicendoci in spagnolo che
non voleva il "perro" (proprio non capiva che non era nostro!!) non dandoci
mai un aiuto neanche per spostarlo. Mi sono fatto coraggio perché avevo
paura che non conoscendomi potesse avere qualche reazione, e l'ho presa in
braccio sotto un sole cocente, fino a portarla sul lungomare.
La volta successiva è venuta lei a cercarci, ancora una volta in spiaggia:
questo è stato il segno che iniziava ad avere fiducia in noi.
Per fortuna l'abbiamo trovata negli ultimi giorni di vacanza, l'albergo dove
eravamo non accettava assolutamente i cani e dunque dovevamo ogni sera
lasciarla libera per poi poter sperare di ritrovarla il giorno successivo.
Gli ultimi 2 giorni siamo riusciti ad avere un permesso straordinario
proprio dal direttore dell'hotel, a patto che rimanesse sempre in camera e
fosse vista il meno possibile dagli altri (e come fa a fare i suoi bisogni
se non esce? mah!). Immaginatevi la scena: hotel grande, con un certo
clichè, pianobar di fianco alla hall, entrata trionfale con un levriero che
fino a poco tempo fa era scacciato da tutti! :-) Ora, una vera signorina!
L'abbiamo portata dal veterinario in una località vicina, il quale ha
diagnosticato un'infezione importante a entrambe le orecchie. Ha rilevato
anche dei dolori addominali e due profonde cicatrici, probabilmente una
lotta tra cani. Le è stato messo il microchip, sono state fatte le
vaccinazioni del caso e il suo libretto. Era fatta! Finalmente non avrebbe
più dovuto temere per il suo futuro.
Dopo essere andati appositamente in 2 centri commerciali per cercare una
gabbia per l'aereo, in una città distante aiutandoci con pullman e taxi
(tralasciando i sacrifici fatti in termini di tempo e denaro), troviamo una
gabbia decisamente piccola. E' l'unica...
Ormai tutti si sono affezionati: dalla donna di servizio delle camere
(attimo di commozione da parte sua quando stavamo lasciando l'albergo,
quando Lady le dà la zampa) al ragazzo del tour-operator. Tutto il personale
dell'albergo la conosce e la saluta. Si è affezionato a lei.
Bene, sembrerebbe tutto a posto, ma c'è ancora un ostacolo. Al check-in non
accettano il cane. Eppure era stata comunicata la sua presenza in aereo, con
largo anticipo! La coda per la consegna delle valige è lunga e bloccata
perché l'impiegata sta facendo mille telefonate per chiarire il fatto.
Cristina, una ragazza del tour-operator addetta all'aeroporto, che si è
fatta in 4 per aiutarci (insieme ad altre persone davvero squisite) comincia
anche lei a chiedere spiegazioni con nervosismo. La gente che formava la
coda, tutta del nostro hotel, non era scocciata per l'attesa, anzi! Era
tutta solidale! Anche dopo ci continuerà a stare vicino.
Il problema era che la compagnia charter non si aspettava il cane e non
aveva pressurizzato la stiva.
Un attesa interminabile. Alla fine Cristina alza il pollice. Ce la
accettano!!! La ragazza si commuove, piange... anche a lei Lady aveva dato
la zampa, pur non conoscendo ancora il suo destino. La salutiamo nella
commozione generale.
La gabbia viene sostituita con una più grande, acquistata proprio sulle
piste dell'aeroporto, anche qui con un permesso speciale.
L'aereo parte con un quarto d'ora di ritardo. L'aereo decolla, ora davvero è
tutto finito.
All'arrivo ringraziamo il comandante, un inglese...che ci dice: "Nessun
problema...Arrivederci e...un saluto a cane!".

Ale