«METTI UN POSTO AL SOLE: LA FICTION SI (CON)FONDE CON LA REALTA'»

Articolo di MICHELE PILLA

È tempo di esperimenti, in casa Rai. In un’estate che si annuncia torrida dal punto di vista meteorologico, ma piuttosto fredda per quel che concerne la programmazione televisiva, la grande azienda televisiva di Stato ha lanciato “Metti… un posto al sole”, che è stata definita una “reality soap”, un prodotto che in periodo di “Grande Fratello” e affini potrebbe suscitare nuovamente l’interesse dei tanti telespettatori oramai assuefatti al genere. Il tempo ci dirà se Chiara Toschi, Alberto Bader e Paolo Terracciano, gli ideatori del programma, abbiano o meno avuto un’idea vincente. Per il momento possiamo senza dubbio affermare che quantomeno si tratti di uno spunto originale e, perché no, educativo-pedagogico: sviscerare le tematiche affrontate all’interno della soap contestualizzandole all’interno di famiglie simbolo di quella stessa normalità che altri reality show propagandano ma che troppo spesso finiscono col reprimere.
Attori per un giorno, quindi: è così che ci vengono presentati i “protagonisti” di “Metti… un posto al sole”. Il programma inizia con la sigla della soap e le foto dei membri della famiglia in questione. Personaggi reali che nella realtà stessa interpretano i ruoli dei propri beniamini, ordinarie scene di vita che si intrecciano con vecchi episodi di “Un Posto al Sole”. Ed è proprio questo uno degli aspetti che sembrano maggiormente interessare gli appassionati della soap: riproporre i personaggi ormai usciti dal cast e mostrare i cambiamenti di chi c’era e c’è tuttora.
“Un Posto al Sole non è andato in vacanza – dichiara Patrizio Rispo, portiere per fiction e attore nella realtà – almeno non del tutto. Con questo programma, infatti, ci prefiggiamo di portare in scena la vita quotidiana, il che non è sempre facile. In questo modo è possibile avvicinare ulteriormente la gente alla soap e, allo stesso tempo, dare vita a personaggi non reali”.
Ma questo è anche un modo per rilanciare quell’idea di interazione col pubblico che la Grundy, la casa di produzione, aveva avviato con il servizio sms. “L’intento è quello di dare sempre più risalto alle opinioni del pubblico – ha spiegato Alberto Bader – e sempre maggior incidenza ai suggerimenti degli spettatori, fino a quando i loro pareri influenzeranno la storia stessa dei personaggi”.
Ad ogni modo, il programma non sembra ottenere suscitare il gradimento di tutto il popolo di “Un Posto al Sole”: stando alle rilevazioni auditel, appare netta la perdita di spettatori rispetto alla soap. Tutto sommato, però, trattandosi comunque di un programma nuovo e, innovativo nel suo genere, costretto a concorrere con i telegiornali delle 20.00, alla lunga tali risultati possono anche essere considerati soddisfacenti.