Cannes 2002
"Irréversible": Durezze visionarie

Grandi trovate visive nonostante qualche banalità narrativa. E Monica Bellucci è sempre più brava.

Alcuni fischi in sala alla proiezione del film e molte fughe anticipate. Perché? La motivazione ufficiale è la presunzione del giovane regista di origine argentina Gaspar Noé; di fatto la reazione sa di classica difficoltà a reggere la storia, più in termini formali che narrativi. Perché dura non è tanto la prolungata scena di stupro (molto brava in quella circostanza Monica Bellucci, davvero: le botte prese in "Malena" le hanno probabilmente dato una certa esperienza nell'interpretazione del dolore fisico), piuttosto i totalmente folli movimenti di macchina ad inizio film che vanno ben oltre l'idea del videogioco virtuale, dato il continuo capovolgersi delle inquadrature, ed invece rappresentano il bisogno di vendetta e di sangue, cioé un ribaltamento della mente (il percorso impazzito di determinati cunicoli richiama - visivamente - un viaggio elettrico all'interno degli impulsi del cervello). Man mano che la storia si 'riavvolge' e le situazioni si fanno più serene, la macchina da presa si tranquillizza e pure l'accentuazione/deformazione coloristica. Quello che non rende il film un grande film sono alcune scelte 'carine', narrativamente parlando: lo svelare che lei è incinta e la prefigurazione allucinata di quella che avrebbe potuto essere la sua maternità. Come pure il sogno premonitore fatto da Alex, prima della violenza e della morte.




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