LA REPUBBLICA NAPOLETANA DEL 1799
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CATECHISMO REPUBBLICANO
per l'istruzione del popolo
e la rovina dei tiranni




D. Che cosa è il Popolo?
R. E' l'unione di tutti i Cittadini, che compongono la società.
D. Quanti Popoli ci sono?
R. Il Popolo è uno, e abbraccia tutti gli uomini della terra: ma per la troppo grande estensione dei luoghi si trova separato in varie sezioni, che si limitano o dai gran monti, o dai mari, o dai fiumi, e che si chiamano nazioni.
D. Perchè queste nazioni non hanno lo stesso Governo?
R. Perchè i Governanti in vece di servire ai bisogni del Popolo, hanno servito ai propri interessi, hanno oppressi i Popoli in diverse maniere, ed a queste diverse oppressioni hanno dato differenti nomi di Governo.
D. Perchè il Popolo ha bisogno di un Governo?
R. Perchè un uomo solo non può difendere se stesso, e la sua proprietà. E' dunque necessario il Governo, affinchè mentre i Cittadini tranquilli travagliano per i loro vicendevoli bisogni, il Governo si occupi della comune salvezza.
D. Quale dunque esser dee l'oggetto del Governo?
R. Di provvedere alla pubblica sicurezza, e di far rispettare le proprietà di ciascuno individuo.
D. Chi deve stabilire il Governo?
R. Nessuno ha il diritto di governare, perchè tutti gli uomini hanno gli stessi bisogni. Il Popolo solo dunque ha il diritto di scegliere quel Governo, che giudica necessario al suo ben essere.
D. Qual è il Governo che conviene al Popolo?
R. Quello che gli procura il vantaggio della sicurezza personale, e delle sue proprietà, che gli conserva i suoi diritti, e mette gli altri nell'impotenza di opprimerlo, e di tiranneggiarlo.
D. Qual è il Governo che procura tutti questi vantaggi al Popolo?
R. Quello in cui il Popolo fa da se stesso i suoi interessi. Nessuno può aver tanta premura delle cose nostre, quanto noi medesimi. Chi è quel pazzo, che voglia affidare ad un altro gl'interessi della sua casa? Eppure gli uomini sono così sciocchi d'affidare gl'interessi della gran famiglia del Popolo tutto a persone, che non gli appartengono. Il Popolo quando si governa da se stesso non si lascia tassare il pane ad arbitrio di quelli, che si arricchiscono co' suoi travagli, non si lascia trattare come una bestia da soma dai suoi oppressori. In somma un Popolo quando si governa da se medesimo non può esser che felice.
D. Come si chiama il Governo in cui il Popolo dipende da se medesimo?
R. Si chiama Governo Democratico.
D. Questo Governo è esso antico?
R. I primi figli di Adamo vivevano in famiglia. Il lor governo era adunque Democratico, ed Iddio li benediceva. Quando poi gli ambiziosi ruppero questa fratellanza, e distrussero il Governo Democratico, le iniquità ricoprirono la terra, e Iddio l'inondò col diluvio. I figliuoli di Noè vissero altresì in famigli; l'ambizione distrusse di nuovo il Governo Democratico; e le guerre, le stragi, la morte furono i risultati di questa nuova ambizione.
D. Il Popolo può far tutto da sè nel Governo Democratico?
R. Se il Popolo volesse esercitare tutti gli atti della sua sovranità, non avrebbe il tempo di provvedere ai suoi affari. Esso deve adunque conservare la sua sovranità, ed incaricare delle persone a vegliare suoi suoi interessi. Esso elegge dunque a suo piacere i Rappresentati senza distinzione di stato o di nascita.
D. Qual è il dovere dei Rappresentati del Popolo?
R. Di far eseguire esattamente la Legge.
D. Cosa è la Legge?
R. E' la volontà sovrana del Popolo.
D. I Rappresentanti possono far la Legge?
R. La volontà essendo inalienabile, nessuno può far la Legge, eccetto il Popolo Sovrano. Esso consiglia le persone, che gli possono dar dei lumi nelle occorrenze, ma pronunzia liberamente e sovranamente la sua volontà.
D. I Rappresentanti a chi devono render conto della loro condotta?

R. Al Popolo. Esso deve giudicarli, quando escono dalle loro funzioni; e se il Popolo è stato servito male nella loro amministrazione, li punirà corrispondentemente al loro delitto.
D. Vi è niente di segreto nel Governo Democratico?
R. Tutte le operazioni dei Governanti devono essere note al Popolo Sovrano, eccetto qualche misura particolare di sicurezza pubblica, che se gli deve far conoscere, quando il pericoloè cessato.
D. Come i Cittadini esercitano nelle Assemblee primarie, allorchè procedono all'elezione dei Rappresentanti; la esercitano facendo la Legge, la quale non è, come abbiamo detto, che l'espressione generale della loro volontà.
D. Una Città può dominare sulle altre Città, o Paesi nel Governo Democratico?
R. Siccome un Uomo non può dominare su di un altro Uomo, così una Città non può comandare un'altra Città o Paese. Il Popolo è l'istesso dappertutto, e dappertutto ha i medesimi diritti. Ma le Città, ed i Paesi si devono insieme unire, e formare un Popolo solo, onde resistere ai comuni loro nemici.
D. I più recenti potenti non domineranno i più deboli di questo governo?
R. La Legge sola dominerà nel Governo Democratico. Gli uomini della Democrazia non sono così vili e timorosi, come quelli, che sono educati sotto un Governo Tirannico. Ciascuno può dire liberamente i suoi pensieri, ed ha tale energia da attaccare apertamente i suoi oppressori. Dunque non ci sono prepotenti, dove ci sono uomini liberi.
D. Tutti dunque dovrebbero essere contenti del Governo Democratico?
R. Tutti quelli, che amano il buon ordine, la tranquillità, e la felicità del Popolo amano questo Governo. Ma quelli che amano dominare sugli altri, che vogliono arricchirsi coi beni altrui, non sono certamente contenti del Governo Democratico.
D. I Nobili amano il Governo Democratico?
R. Tutti questi uomini, che vogliono distinguersi per la loro nascita, e per le loro ricchezze, e che vogliono primeggiare sugli altri, non sono amici dell'eguaglianza repubblicana. Ma quei nobili, che hanno bruciato i loro titoli, cioè le loro usurpazioni sul Popolo, che s'interessano del pubblico bene, e si confondono cogli altri Cittadini, questi amano il governo popolare, e meritano di essere tanto più stimati, quanto è maggiore il sacrifizio, che hanno fatto per lo bene comune.
D. Dunque i Nobili non sono più Nobili?
R. I Nobili nel Governo del Popolo sono solamente quelli, che si distinguono per le loro virtù patriottiche, cioè per i servizi che prestano al Popolo. I veri Nobili sono dunque gli Agricoltori, gli Artigiani, i Difensori della Patria, e non più gli oziosi, ed i prepotenti che ne sono i nemici.
D. Ed i Preti possono amare questo Governo?
R. Tutti quei Preti che vivono secondo lo spirito dell'Evangelio, devono amarlo. Infatti la Religione è tanto più pura, quanto più si avvicina alla sua sorgente. or i primi discepoli di Cristo avevano la perfetta comunione de' beni, cioè il Governo Democratico il più puro. I soli Preti adunque, che non possono amarlo, sono quelli, che vogliono dei ricchi benefizj; senza interessarsi del bene delle anime, che vogliono essere assediati da' servitori, e dominare sugli altri come altrettanti Tiranni contro lo spirito dell'Evangelio, il quale c'insegna, che Cristo disse ai suoi discepoli, che colui il quale vorrebbe dominare gli altri, sarebbe l'ultimo fra di loro.
D. Dunque la Democrazia non è contraria alla Legge di Cristo?
R. No, anzi la Legge di Cristo è la base della Democrazia. La Religione Cristiana è fondata su due principj, cioè l'amor di Dio, e quello del Prossimo. La Democrazia toglie tutte le usurpazioni, le oppressioni, le violenze; essa fa riguardare tutti gli uomini come fratelli: essa propaga dunque mirabilmente l'amor del Prossimo. Or i fratelli si possono amar fra di loro senza un comune benefattore? Dunque la Democrazia è fondata sugli stessi principj della Religione Cristiana. Un buon Cristiano dev'esser dunque un buon Democratico.
D. Ma la Religione Cristana comanda di ubbidire alle potestà quantunque discole?
R. Quando la Religione parla di Podestà, intende delle legittime, elette dal Popolo, e non di quelle usurpate dai Tiranni, i quali perciò devono esser condannati, e puniti dalla Legge, come i più grandi assassini del Popolo.
D. Perchè i Democratici prendono il titolo di Cittadini?
R. Il titolo di Cittadino è il solo titolo che conviene alla dignità di un uomo libero perchè questo nome esprime, ch'esso è membro di un governo libero, ed è parte della sovranità. Il titolo di Signore non può essere in bocca, che di uno schiavo, e non può esser preteso, che da un Tiranno.
D. Come il Cittadino esercita la sua sovranità?
R. La esercita nelle Assemblee pprimarie, dando il suo voto nell'elezione de' suoi Rappresentanti, e la esercita nella formazione della Legge.
D. Cosa è la Libertà?
R. E'la facoltà che deve avere ognuno di fare, e di dire tutto ciò, che non è contrario alla Legge.
D. La Libertà non consiste adunque nel fare tutto ciò, che si vuole?
R. Se ognuno potesse fare tutto ciò, che il suo capriccio gli detta, non ci sarebbe Governo Democratico, ma anarchia. Ognuno deve rispettar la Legge, e rispettandola fa ciò che vuole, perchè esso stesso ha voluto la Legge.
D. Cosa è l'eguaglianza?
R. E' il diritto che hanno tutti i Cittadini di esser considerati senza alcuna distinzione o riguardo innanzi alla Legge, sia che premj, o che punisca.
D. Dunque non vi è alcuna distinzione nel Governo del Popolo?
R. In questo Governo non si domanda se uno è nobile, s'è civile, plebeo, ma si domanda solamente s'è virtuoso, se è un buon padre di famiglia, se buon figlio, buon marito, buon amico, se ama la sua patria, se ha preso sempre le armi per difenderla da' suoi nemici, s'è giusto e benefico verso degli altri. Queste qualità distinguono solamente gli uomini liberi.
D. Dunque i Repubblicani devono esser virtuosi?
R. La virtù è la base della Democrazia. I Re, ed i Tiranni hanno bisogno di vizj per render gli uomini imbecilli, e tenerli sempre in discordia; così hanno tutto il comodo di opprimerli e di tiranneggiarli. Ma nel Governo del Popolo tutti gli uomini devono esser virtuosi, e riuniti, per opporsi ai comuni nemici.
D. I colpevoli sono tutti egualmente puniti, senza distinzione di nascita o di grado?
R. Noi abbiamo detto che non ci sarà un'altra distinzione, che la virtù. Dunque tutti saranno egualmente puniti. Non sarà più permesso ad un ricco d'insultare impunemente un povero, non ci saranno più prepotenti, che si faranno lecito di non pagare quelli che travagliano, e d'insultarli.
D. Tutti i Cittadini sono egualmente a parte degl'impieghi?
R. Tutti. Gl'impieghi non si daranno più ai nobili, ed ai danarosi. Il Popolo nomina i suoi Rappresentanti, ed esso nomina certamente quelle persone, che meritano la sua confidenza per i loro talenti, e per le loro virtù.
D. Ma i beni non saranno comuni nel Governo Democratico?
R. L'eguaglianza dei beni sarebbe contraria alla vera eguaglianza, perchè l'uomo attivo ed industrioso dovrebbe dividere il suo travaglio coll'ozioso, e col dissipatore. Nel sistema dell'eguaglianza si devono rispettare le proprietà di ogni individuo, ma non si deve permettere che il ricco opprima il povero.

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Mario Battaglini, il benemerito storico della Repubblica Napoletana del 1799, ha ricostruito il percorso di questo Catechismo, rilevando che esso apparve per la prima volta nel 1796 con la dicitura: "Catechismo Repubblicano - Anno IV della Repubblica francese una e indivisibile, Milano-Mantova". Una seconda edizione, senza menzione nè di luogo nè di data, uscì probabilmente nel 1797 recando sul frontespizio la frase: "L'istruzione del popolo è la rovina dei tiranni".
Ancora nel 1797 il Catechismo fu stampato a Venezia con l'indicazione "Italia - L'anno primo della libertà italiana". Quella napoletana, qui riprodotta, fu la quarta edizione, attribuita all'iniziativa di Monsignor Michele Natale, vescovo di Vico Equense, martire della Repubblica, afforcato in piazza del Mercato a Napoli il 20 agosto del 1799, quando salì sul patibolo insieme con Giuliano Colonna, Eleonora Fonseca Pimentel, Vincenzo Lupo, Nicola Pacifico, Antonio e Domenico Piatti, Gennaro Serra di Cassano.
(tratto da ed. LA CITTA'DEL SOLE- Manes Editori)

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