10 e 58 di martedì 17
Clicco sull'orario in basso a destra, sono le 10 e 58 di
martedì 17. Da due giorni sono tappato a casa perché sto male.
E mi puzza l'alito.
Enterite acuta, ha detto il medico tamburellandomi sulla pancia.
A me piace quando un medico mi tamburella sulla pancia. Quando
il medico se ne va mia madre dice: bell'uomo il medico. Strano che stia con
sua moglie, l'hai vista? E' proprio bruttina. Non so perché, ma questo
m'ispira improvvisamente un moto di fiducia verso quell'uomo. Che mi dice però
la stesa cosa che mi dicono tutti i medici dall'età di 14 anni.
Dovresti cercare di convivere con la tua colite. Convincerti
che sei sano. Anche io quando studiavo ero come te. Poi l'ho accettata, e quella
è scomparsa.
Io lo guardo assente, con sclere giallastre, con un sorriso
astratto annuisco, troppo disfatto per dire o pensare qualcosa.
Mi fa le sue prescrizioni. Osservo il foglietto. Una grafia
leggibile, penso. Un medico che scrive qualcosa che non comprenda solo (e per
incanto) il farmacista. Ma: i farmacisti fanno dei corsi appositi per decrittare
le ricette? Questo lo penso, sì.
Strane le cose a cui pensi quando sei malato.
La colica dura 6 ore interminabili. Di solito quando raggiungo
tali livelli di sofferenza sono certo che smetterà presto. Come quando
piove. Se diluvia, sarà per poco. Le nuvole si svuotano prima.
Però la colica dura 6 ore, per non parlare di quanti
minuti. Ma già dopo la prima ora capisco di essere un alluvionato. Per
fortuna mi contorco nel letto fra gli spasmi e non ci penso oltre.
6 ore dopo riesco a prendere sonno, e mi sciolgo in un tempo
infinito.
Al risveglio un feroce emicrania mi prende. Prendo una cibalgina.
Dopo averla presa leggo il foglietto illustrativo che consiglia vivamente a
quelli che soffrono di problemi gastrici di astenersi dall'assunzione. Forse
se avessi letto il foglietto dei farmaci per l'enterite avrei saputo che sarebbe
stato meglio astenersi in caso di predisposizione all'emicrania.
Ma vabbè, ho pensato ancora, è il mio contribuito
all'autoreferenzialità dell'economia.
Sto male, ho l'alibi che non posso fare altrimenti.
Stamattina è l'emicrania a svegliarmi. Prendo una cibalgina,
e aspetto l'enterite.
L'aspetto con il mal di schiena classico che affligge chi
sia rimasto inchiodato ad un materasso per troppe ore.
Che fregatura, una delle (tante e sottovalutate) cose della
degenza è che metti sù i dischi e quelli ti suonano come messaggi
da altri mondi.
No so se aveta mai provato Ravi Shankar.
By the way, l'emicrania fa la guardia e nisba, Né musica
né libri. La televisione sono solo immagini e pergiunta fanno schifo.
Il telefono suona e gli do un calcio.
Poi l'emicrania si affievolisce.
Chissà che succede se scrivo qualcosa - dico.