perché io t'amo
Ci sono dentro di me, ad un livello incollocabile, immagini
che mi lasciano nella realtà come essere ottuso e grossolano, come una
conchiglia calpestata sul bagnasciuga. Sento allora come racchiudessi millenni
che basti una rapida incautezza a infrangere in scampoli senza più significato.
E quell'incautezza si dà come il gesto bruto ed involontario
di percepire, e sentire la possibilità stessa di ogni possibilità,
che s'esprime, appunto, in immagini.
Non posso pensare ciò che mi spinge a pensare; lo
sperimento solo nei suoi effetti. Per lo stesso motivo lo equiparo a Dio o a
ciò che d'impossibile v'è in ogni amore.
Ma quanto straziantemente bene riesco a vedere ciò
di cui s'adorna, ciò di cui mi priva donandosi.
E' bellezza, tutto ciò che manca sempre, e muove le
sfere; anelito incomponibile, sembianza presa a prestito dal regno del perituro,
ed innalzata, sfumata, impossibilizzata.
La realizzabilità non appartiene alla bellezza, ché
la innesta sul tempo, ed espone alla bufera.
Riterrei divino poter piantare nei tuoi occhi il seme della
morte, congelare lo sguardo in un oblìo disumanante e precipitar ogni
tua speme nell'ombra indefinita del mio desiderio perenne.