La superficie dell'acqua.

   Scosta con le dita la tendina di tulle; la leggera impercettibile polvere che diventa pizzicorìo sui polpastrelli è un pezzo di quella montagna laggiù, ma senza le cime degli alberi e grigia come il cielo di questo pomeriggio. La pioggerella che viene giù è un pezzo di altro da noi. E toccandoci, ci bagna ma rimanendo dentro i suoi confini di goccia. Guarda invece come le gocce si fondono fra loro.
    Ti ho vista: con lo sguardo le segui scivolare pigre dall'alto verso il basso, sul vetro. Due piccole goccioline che diventano una goccia. Spuntasse il sole adesso vedrei tutto meglio. La luce riempirebbe le gocce facendole sobbalzare, ciccione, goffe, stupide. Spuntasse il sole tutto sarebbe di nuovo diverso da ciò che si dorme accanto. Vedresti meglio pure tu. Venisse un raggio di sole che fosse come questa goccia, che scivolasse dentro un altro raggio e lo rendesse pesante e invadendoci, ci liberasse delle pareti che amiamo così tanto e così tanto fuggiamo.
    Se io ora, posandomi sopra di te, fossi quella goccia che t'ha rapita, e tu fossi della mia stessa materia non avrei più il tuo nome e tu non avresti il mio sulle labbra. E ci ignoreremmo, non so dire se felici o cosa. Ma di certo più grandi e senza differenze e senza il tempo attorno. Senza questa fame di ciò che non posso non voler prendere e invece non posso. Senza quella cosa che improvvisamente ci ritroviamo a inseguire con sempre maggior fretta e vedendo sempre meno noi negli occhi l'uno dell'altro, mentre dovremmo farla durare fino all'ultimo dei nostri giorni, quella piccola forma che soltanto lei siamo noi. O non dovremmo neppure iniziare, ma non possiamo non voler iniziare, perché non siamo gocce tutte uguali e tonde e variabili solo per infinitesime differenze di massa. Perché non possiamo averci e non possiamo non averci.
   Continui a guardar fuori e forse vedi te stessa lontana, forse riparata sotto uno di quegli alberi lontani a guardare la piccola finestra lontana che ora sono i tuoi occhi. Con quanta brama di conoscenza cercheresti di guardare dentro il luogo da cui ora guardi fuori. Come sogneresti la vicinanza di ciò che ora scagli lontano, insieme ad una speranza senza capo né coda.
   Potessi catturare la tua attenzione a metà strada, potessi dire una parola che rendesse inservibili tutte le altre parole.
   Una parola che servisse a schiuderti e a farmi uscire per sempre.

 

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