photographs as memories
23 meno 10. scartabellate tonnellate di foto, inalata tanta polvere quanta
basta per provocarmi l'insorgenza di bolle ed emicrania. viaggio temporale.
mi sento stremato, e tutto il tempo si accumula nelle pieghe della mente.
il ricordo di sé che di colpo riprende volume. forse il tempo davvero
non passa mai, e continua a riviversi dentro ogni attimo, che torna ed è
profondo.
Ecco, oggi questo me notturno e trentenne, apre una finestra a ritroso, e grida
per chiamare immagini in dissolvenza.
Ma c'è solo eco. C'è solo quanto tornerà sotto altre forme,
non mentite, ma dapprima sempre e solo straniere.
fotografie son ricordi, immobili.
straniante pensare a quei protagonisti in movimento, a quel mondo come reale.
solo la mente può forzare la planimetria e ipotizzare movimento, e gesti
che tutti insieme, e nel loro preciso ordine sparso, mi tengono in equilibrio
su questo secondo adesso. svaniti, essi tuttavia ancora tengono legate le fila
degli eventi. così rivivono, sotto il suolo della distrazione.
molti son morti, tutti quei nonni, quegli alberi non ci sono più, che
succhiavano da giornate di un sole estinto, e forse non c'è più
neppure la leggera spensieratezza dei miei genitori che vedo su un campo che
non è mai stato loro - la giovinezza. si saran scambiati parole d'amore.
incredulità, nonostante tutta la superstizione della razionalità.
guardare le foto è reinventare il passato. ora per un attimo mi fingo
nella foto, e a guardare fuori non si vede niente.
Introdurre trame posticce, e assegnare agli sguardi emozioni che probabilmente
non esistono.
io bambino - e poi niente in mezzo, e poi qui, ancora.
e non m'abituo al presente.