Nuvole
Nuvole, come galleggiate alte sopra il trambusto delle strade,
ai crocevia dei pensieri!
Vi fate d'un umido scuro quando il sole lento s'eclissa al
suo destino, buie e neghittose, millepiedi di candide altezze, sfiorate in un'era
immemore da un incantesimo che vi dona per sempre il moto perpetuo di passaggi
notturni.
Voi, che state a guardia della vista troppo perspicua e delle
alternative troppo lucenti; voi gregge di libere associazioni di quiete che
pascolate lungo i bordi d'un infinito congenito e congenere; voi, io lo sento,
non mi sentite, e questo sogno io smarrisco in voi; trascorrete, ché
trascorrere è tutto quanto ogni giorno sogna ed ogni nascosta volontà
agogna.
Non trascorrete con queste appendici di parole che io vedo
penzolare come tralci di sterco da pesci d'acquario né andate verso la
fine ch'è letto d'ogni ambizione.
No, impossibile.
Voi trascorrete nella purezza del trascorrere, come muffe
di giorni in movimento e non mirate a nulla.
Nulla v'attende a tarda notte in dimore d'insonne trepidazione.
Voi senza affanni, effetti senza cause, misuratrici distratte
di piste senza direzione, chiocciole senza mittente, voi che avvolgete ogni
distanza stringendola in cerchi di pioggia, ditemi voi, allora, di quali lacrime
siete eterne cisterne?
Da quali umidi rigagnoli di distanza salite all'altezza esatta
che vi renderà monito alla misura, da quali neri fiumi prenderete la
strada del cielo senza stelle?
Ho messo la mia domanda in un alito di voce, che ho consegnato
al vento.
La risposta, stamattina, era rugiada sul tuo cuore.