Note sul risveglio
Il
risveglio è l'unica cosa su cui non finirei mai di scrivere.
Potrei - da un certo punto in poi - aver tenuto un diario
di tutti i giorni della mia vita in cui mi è capitato di svegliarmi.
Quel punto è ciò che ha separato la mia alba dal mio tramonto,
senza che ore vi scorressero placidamente in mezzo.
E' la contrapposizione fra la vita che descrive i propri abiti
e la vita che descrive il proprio sarto.
Gli abiti finiscono dunque per essere più interessanti
al crepuscolo, quando la meccanica del lavoratore si è già spogliata
dal suo automatismo reduce da un cattivo sonno. Quando la stanchezza inizia
a riconciliare con l'intelligenza, allora ecco che s'intellige sulla foggia
dei tessuti, sui modelli e sulle taglie.
E' solo dopo aver vestito che l'occhio *impuritosi* (fattosi
puro) dell'osservatore riesce a descrivere e descriversi, e nel farlo, nasconde
meglio il collo, abbottona quell'ultima asola, e cela nei colori e nell'eleganza
quella pulsazione elementare che capisce - invece - il bisogno di parole piuttosto
che le parole, e le sente arrivare come fiocchi di neve e d'avena al risveglio.
La mia giornata ha un piede sempre nella zona del risveglio,
come la porta di salvataggio di Tron Deadly Disc (per chi ricorda l'Intellivision).
Non ci sono più idee, ideali, amori, amicizie, genitori,
Dio. C'è il risveglio.
Senza di lui precipito in lui.
In
lui sono racchiuso come un tuorlo dentro l'albume del tempo. Nel breve attimo
dell'epifania del risveglio come risveglio io afferro chiusura ed esterno, porta
e mondo, buco e immagine, uno e tutto.
Non c'è una consapevolezza che ecceda quell'istante
perfetto e tragico che si ripete quasi ogni mattina. Non c'è estensione
possibile oltre quello slabbramento diaframmatico, oltre il suo parossissimo
di sovrapposizione al percepito.
Il resto della giornata è il resto della nostra vita: declino e senescenza e come anestetico i tenui piaceri dell'arte. Eterno grigio di polvere scambievole. Perenne nota a margine di una stitichezza annunciata. Calore umano, sentimenti alla ricerca di forma, e forma alla ricerca di passatempi.